Gli Usa si ritirano dal Trattato Inf pensando alla Cina
È la cronaca di una morte annunciata quella del Trattato Inf, l'accordo del 1987 che pose fine alla corsa agli armamenti nucleari in Europa. Gli Usa si sono ritirati unilateralmente. La causa è il braccio di ferro con la Russia sui suoi nuovi missili Novator. Ma la causa non dichiarata è la corsa agli armamenti con la Cina.
Venezuela socialista, il regime specula sulla fame
Nuove sanzioni Usa contro persone e compagnie legate al presidente/dittatore del Venezuela Nicolas Maduro. Le personalità colpite sono coinvolte in un grande giro di corruzione che speculava sulla distribuzione dei generi alimentari. Quella della fame è un'arma di regime (cibo in cambio di fedeltà), ma anche un buon affare, per pochi
I Democratici divisi su tutto. Sull'aborto sono unanimi
Chi sfida Trump nel 2020? I primi dibattiti televisivi fra aspiranti candidati Democratici ci permettono di vedere quali siano le varie anime del Partito dell’asinello. E di capire come mai l’elettorato cattolico americano sia diviso e non più compatto a sinistra. Essenzialmente perché solo su una questione i Dems sono unanimi: tutti pro-aborto.
Furti di identità di massa nella Francia dei clandestini
Furto d'identità e contrabbando di documenti per immigrati che sognano la Francia, la Germania, l'Inghilterra, l'Europa. In Francia, la settimana scorsa, sono stati arrestati sette uomini e una donna che per anni hanno gestito il traffico di passaporti. Sequestati circa 17mila documenti falsi, un giro con terminali in Grecia e Turchia.
Tunisi: morto Essebsi, emerge l'odio degli islamisti
Omaggi e parole di cordoglio da tutto il mondo per Beji Caid Essebsi, il presidente della Tunisia morto il 25 luglio. Ma non dai Fratelli Musulmani, da cui arrivano fiumi di odio, anatemi contro i suoi seguaci e condanne al suo modello politico laico. Ipocrisia dell'omaggio postumo di Erdogan, dalla Turchia, e dei leader tunisini islamisti.
Filippine, Chiesa repressa in un paese cattolico
Nelle Filippine, paradossalmente, si profila un caso di persecuzione della Chiesa cattolica in uno dei Paesi più cattolici del mondo. Il presidente Duterte, nella sua campagna anti-droga, ha provocato migliaia di morti. La Chiesa denuncia il crimine e per questo finisce nel mirino. Accuse di "sovversione" per 4 vescovi e 3 sacerdoti.
Porto Rico, come la corruzione rovina un Paese
Le dimissioni del governatore Ricardo Rosselló non fermano le proteste in una crisi senza precedenti per questo territorio non incorporato dagli Usa. Quarant'anni di declino economico dovuto alla crescente corruzione e culminato in una crisi istituzionale. L'appello dei vescovi.
Talebani alle elezioni afgane: 18 anni di guerra invano
Diciotto anni di guerra e 3600 militari della Nato uccisi per vedere tornare in auge i Talebani. È quel che potrebbe accadere molto presto in Afghanistan. In cambio di una pace, del tutto priva di garanzie, possono presentare un loro candidato alla presidenza. È quanto annunciato dal premier di Kabul.
Sanchez bocciato. Il favorito dell'Ue perde la maggioranza
Sanchez, il socialista della banda di "visionari" che impazzava a Bruxelles sino alla settimana scorsa, è caduto. Non solo non è stato in grado di far approvare la legge di Bilancio dello scorso anno, ma non è stato neanche in grado di raccogliere i voti necessari per avere una maggioranza. A novembre potrebbero esserci nuove elezioni in Spagna.
"Papa con i ribelli", polemiche per la lettera ad Assad
Polemiche per la lettera del Papa al presidente siriano Assad, in cui chiede di porre termine alla catastrofe umanitaria nella provincia di Idlib, dove il governo sta cercando di riconquistare l'ultima roccaforte in mano agli estremisti islamici.
Sri Lanka, soldi sauditi dietro la radicalizzazione islamica
Nel corso delle indagini sugli attentati di Pasqua nello Sri Lanka (sei chiese colpite il 21 aprile, 259 morti), spunta la pista saudita. Un fiume di denaro destinato a moschee e centri islamici, sin dai primi anni '90, è alla base della radicalizzazione della popolazione musulmana locale.
Boris Johnson, premier per la Brexit senza sensi di colpa
Come era ormai prevedibile, Boris Johnson, già sindaco di Londra e già ministro degli Esteri britannico, ha vinto la sfida nei Conservatori ed è il nuovo premier del Regno Unito. Cosa dobbiamo attenderci da lui? Brexit a tutti i costi, più relazioni con Trump, meno tasse e meno attenzione per i temi ecologici come il riscaldamento globale.