La reliquia del Preziosissimo Sangue, il tesoro di Clauzetto
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Dal 1755 nella chiesa di San Giacomo a Clauzetto (Pordenone) è custodita una reliquia del Preziosissimo Sangue di Gesù, autenticata in quello stesso anno dal patriarca di Venezia. Le indulgenze concesse dai Papi.

Pie pellicane, Iesu Domine, / me immundum munda tuo sanguine. / Cuius una stilla salvum facere / totum mundum quit ab omni scelere. «Oh pio Pellicano, Signore Gesù, / purifica me, immondo, col Tuo sangue, / del quale una sola goccia può salvare / il mondo intero da ogni peccato». Si canta così nell’Adoro te devote, uno degli inni eucaristici scritti da san Tommaso d’Aquino, dietro incarico di Urbano IV, il Papa che nel 1264 introdusse la solennità del Corpus Domini come festa di precetto e la estese a tutta la Chiesa.
E una reliquia di quel sangue – «del quale una sola goccia può salvare il mondo intero» – è custodita da secoli in un piccolo comune italiano, Clauzetto, a oltre cinquecento metri di altitudine, definito “il balcone del Friuli”, a motivo della sua posizione geografica.
Si tratta di una reliquia autenticata il 28 maggio 1755 con il sigillo dell’allora patriarca di Venezia, Alvise Foscari (1679-1758). Essa consiste in un piccolo grumo di sangue, racchiuso in una teca. E dal 1755 è custodita nella chiesa di San Giacomo, la parrocchiale di Clauzetto. Ma come vi arrivò? Secondo la tradizione fissata in testi del XIX secolo, l’esemplare del Preziosissimo Sangue di Gesù giunse nella penisola italiana grazie a un uomo originario di Clauzetto (della famiglia Cescutti), servo di un ambasciatore veneziano a Costantinopoli, che gliela aveva donata in punto di morte in segno di affetto e gratitudine. Per un po’ di tempo, almeno fino alla morte di colui che l’aveva ricevuta in dono, la famiglia Cescutti custodì la reliquia in segreto, onorandola devotamente. Poi un sacerdote del luogo, don Giovanni Antonio Cavallutti, venuto a conoscenza della reliquia, convinse i Cescutti a donarla alla chiesa di San Giacomo, così da permetterne il pubblico culto.
Fece seguito la già accennata attestazione di autenticità da parte del patriarca Alvise Foscari, che il 28 maggio 1755, tra l’altro, scrisse: «Testimoniamo – relativamente ad una certa Sacra Reliquia a noi presentata munita di regolare sigillo da noi verificato – la sua autenticità: abbiamo accertato che si tratta, cioè, di una particella del Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, che abbiamo con riverenza riposto e collocato in una teca d’argento di forma ovale, con la parte interna di cristallo, ben stretta da un cordoncino di seta di colore rosso, ed avente come contrassegno della sua identità il nostro sigillo impresso nella ceralacca».
Due anni più tardi, nel 1757, ormai ottenuti tutti i permessi necessari, don Cavallutti poté dare il la, in quel di Clauzetto, alla solenne celebrazione del Preziosissimo Sangue (inizialmente fissata al venerdì della quarta settimana di Quaresima). Poi, papa Clemente XIV (1705-1774), con un breve del 30 marzo 1773, concesse l’indulgenza plenaria a tutti i fedeli che, opportunamente confessati, avessero fatto la Comunione e visitato la chiesa di San Giacomo di Clauzetto in occasione della festa del Preziosissimo Sangue. A motivo dell’indulgenza, la relativa funzione prese poi il nome di “Perdòn”. Fin dai primi anni della festa, la partecipazione fu notevole: oltre che dai dintorni, molti pellegrini provenivano dai territori dell’Illirico. La fama della reliquia del Sangue di Gesù si estese per via delle numerose guarigioni nel corpo e nell’anima ottenute per mezzo del suo culto, in particolare per la liberazione degli indemoniati. Il concorso di popolo andò scemando nel periodo delle due guerre mondiali e, in specie nella seconda, avvenne un fatto drammatico: nel maggio 1944, nel bel mezzo della Santa Messa dedicata al Preziosissimo Sangue, soldati nazisti circondarono la chiesa di San Giacomo e catturarono gli uomini presenti, alcuni deportandoli in Germania, altri in Polonia.
Oggi il Perdòn Grant (Perdono Grande) – com’è stata poi popolarmente chiamata questa ricorrenza – si celebra nel giorno in cui cade la solennità dell’Ascensione del Signore. Dal XIX secolo, a questa festa è affiancata quella del cosiddetto Perdòn Piçul (Perdono Piccolo), fissata da un decreto del beato Pio IX alla prima domenica di luglio, mese tradizionalmente dedicato al culto del Preziosissimo Sangue. In entrambe le feste, comunque, c’è la possibilità di lucrare l’indulgenza plenaria, dunque la remissione totale della pena temporale legata ai peccati, già rimessi, con la Confessione, in quanto alla colpa.
In modo simile a quanto è avvenuto nel caso della reliquia del Preziosissimo Sangue custodita nella cattedrale di Terni, anche quella di Clauzetto sta conoscendo una rifioritura del culto in questo primo quarto di XXI secolo. E in questa rifioritura si sta rivelando importante l’iniziativa dell’attuale parroco, don Italico José Gerometta, che si sta spendendo proprio per far conoscere la devozione al Preziosissimo Sangue. Inoltre, il vescovo di Concordia-Pordenone, monsignor Giuseppe Pellegrini, ha esteso stabilmente alla prima domenica di ogni mese la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria. Stessa facoltà è concessa ai pellegrini che si recano nel santuario di Clauzetto dal 15 giugno al 15 settembre (vedi qui il foglietto informativo della parrocchia, riportante anche gli orari di apertura).
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