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L’OPERA

Perché credere? Le ragioni della fede spiegate da Fulton Sheen

Il rapporto tra libertà e verità, la coscienza, il peccato e i suoi effetti, l’unicità del cristianesimo e del rapporto con Cristo, le realtà ultraterrene (Inferno, Purgatorio, Paradiso), la preghiera, ecc. Esce in Italia una “Summa” in due volumi degli insegnamenti di Fulton Sheen: Perché credere? 50 risposte sul senso della vita.

Cultura 12_01_2023

«Non sareste in cerca di Dio se non lo aveste già trovato in qualche misura. Siete dei re in esilio, ma avete un regno». Fulton Sheen (1895-1979) ha speso la sua vita terrena nel costante anelito di riportare tutti a riconoscersi come figli di un unico Padre e ad usare della propria libertà nell’unico modo che assicura la gioia (eterna), cioè aderendo alla Verità incarnata: Gesù Cristo. Questo è stato il fine dei suoi sessant’anni di sacerdozio e della sua enorme opera di divulgazione, fatta tra l’altro di 73 libri, articoli, conferenze e più di tre decenni di trasmissioni - prima alla radio e poi in TV - durante le quali teneva incollati milioni e milioni di spettatori, ricevendo poi migliaia di lettere (fino a un picco di 8.500 a settimana), di cui la maggioranza da non cattolici.

Nella vasta opera del venerabile Sheen rientrano anche delle audiocassette che l’allora vescovo ausiliare di New York realizzò nel 1965, all’età di settant’anni (parlando, al suo solito, a braccio), e trascritte dopo la sua morte. Oggi quelle trascrizioni sono disponibili anche in una traduzione in italiano, proposta dalle Edizioni Ares nei due volumi Perché credere? 50 risposte sul senso della vita (titolo originale: Your Life Is Worth Living: 50 Lessons to Deepen Your Faith, Sophia Institute Press). Un’opera che monsignor Robert Barron, vescovo di Winona-Rochester e lui stesso noto predicatore, definisce nella prefazione «quanto di più vicino a una Summa sheeniana». In queste 50 lezioni, come del resto in tutta la sua opera, emergono lo stile brillante e la cultura (non solo teologica) del grande evangelizzatore statunitense, capace di parlare al cuore delle persone di ogni estrazione sociale e allo stesso tempo di esporre in modo chiaro le ragioni della fede.

Barron sottolinea a proposito «il talento dell’autore nel trovare analogie, paragoni e immagini per esporre i misteri cristiani. […] Non conosco nessuno, nella grande tradizione dell’omiletica cristiana, della catechesi o della teologia, in grado di praticare il metodo analogico con maggiore capacità di Fulton Sheen». Grazie a questo talento e, ovviamente, alla sostanza dei suoi insegnamenti, Sheen riuscì a rafforzare la fede e suscitare conversioni in un pubblico (dentro e fuori gli Stati Uniti) che era già ampiamente secolarizzato e in balìa delle più varie ideologie, prima tra tutte quel comunismo che aveva disseminato i suoi errori per il mondo (come profetizzato dalla Madonna a Fatima) e la cui prospettiva atea e materialista si era insinuata perfino dentro la Chiesa.

Di fronte alle costrizioni di pensiero e alle false libertà “regalate” dalle ideologie, Sheen chiamava a distinguere tra bene e male, scegliendo il primo, con una coscienza rettamente formata. «Ci dev’essere qualcuno dietro la coscienza, il Tu divino, che è il modello della nostra vita. La maggior parte dei problemi mentali di cui soffriamo al giorno d’oggi sono dovuti alla rivolta della mente contro questa legge scritta nei nostri cuori».

L’esistenza del male è legata all’uso o, meglio, all’abuso che l’uomo fa della libertà donatagli da Dio, agendo come chi - per citare qualcuna delle tante immagini cui ricorre Sheen - si serve di una matita non per il suo fine (scrivere) bensì come apriscatole (non riuscendo nello scopo e distruggendo la matita), oppure versa del profumo nel serbatoio della sua auto. «Possiamo metterci l’aroma numero 5 e non c’è dubbio che per le nostre narici sarà più gradito del gasolio, ma la macchina semplicemente non partirà». In modo simile funziona per i comandamenti: possiamo anche scegliere di trasgredirli, ma in tal caso andiamo contro la nostra felicità, già in terra. Dio, invece, ci chiama a instaurare un rapporto autentico con Lui, dandogli la nostra fiducia, con la gioia che sperimentano i santi. «Più vi lasciate guidare dall’amore di Dio, più diventerete voi stessi e tutto ciò avviene senza che perdiate la vostra libertà».

Sheen, in questi saggi, affronta anche il tema della diversità di fondo tra il cristianesimo e le altre religioni. Se è vero che in ogni religione «c’è del bene», solo nella fede cristiana c’è la pienezza della verità, che è appunto Gesù stesso. «Nel cristianesimo Cristo occupa un posto differente da quello che Buddha occupa nel buddhismo, Confucio nel confucianesimo, Maometto nell’islàm» e questo per varie ragioni, come il fatto che è l’unico - tra i suddetti fondatori - che è stato preannunciato attraverso una serie di profezie (dal luogo della sua nascita al modo in cui sarebbe morto), l’unico che ha compiuto miracoli, l’unico che chiede di credere in Lui e di relazionarsi a Lui, Dio fatto uomo. Perciò, argomenta Sheen, «quando [...] giungiamo a Cristo, il cristianesimo esige un legame intimo e personale: dobbiamo essere una cosa sola con Lui. Non possiamo affatto definirci cristiani se non riflettiamo la persona, la mente, la volontà, il cuore e l’umanità di Cristo».

In quest’opera nel pieno della sua maturità, Sheen si sofferma dunque in modo semplice e al contempo colto sui principali misteri della fede cristiana, la Santissima Trinità, l’Incarnazione, Maria e il suo parto verginale (una verità - come mostra il predicatore - manifestata anche nell’uso diverso che il Nuovo Testamento fa dei termini greci, per indicare da un lato nascite ordinarie e, dall’altro, quella di Gesù), la ribellione degli angeli decaduti, il peccato originale e i suoi effetti, il rapporto tra natura e grazia, i Sacramenti. E, ancora, il venerabile ci parla del Purgatorio e dei Novissimi, oggi così dimenticati: Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso. Il tutto facendo un lucido ritratto della società contemporanea: «Il mondo non ha mai avuto tanta ricchezza e tanta infelicità. Mai prima aveva avuto tanta istruzione e così poca conoscenza della verità». Oggi la situazione appare anche più drammatica rispetto a 50-60 anni fa. E tanto più serve riscoprire le ragioni della fede che Sheen ben richiamava.