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Il "sultano di Scozia" continua la caccia ai cristiani

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A pochi giorni dalla vittoria, il primo ministro scozzese Yousaf si rimangia le promesse e scatena il livore anticristiano, naturalmente a vantaggio di lobby abortiste e LGBT, sulla scia della "zarina" Nicola Sturgeon. Protestano vescovi cattolici e altri leader religiosi.

Libertà religiosa 05_04_2023

Sono passati solo pochi giorni dalla vittoria interna nel partito e dall'elezione del nuovo "sultano di Scozia",  Humza Yousaf a Primo Ministro e già lo spirito anticristiano non ha tardato a rivelarsi come una delle caratteristiche del nuovo governo.  

Humza Yousaf è pericoloso per tutti, scriveva The Spectator del 28 marzo e non solo per essersi rimangiato, immediatamente dopo la nomina a Primo Ministro, le promesse di voler guidare partito e governo in modo unitario e valorizzare la paladina dei valori cristiani Kate Forbes, giunta a pochi voti dalla vittoria. Il livore anticristiano e la volontà di sostenere i privilegi degli abortisti e delle conventicole e lobby LGBTI è riemerso, a conferma delle promesse di attuare le "zone cuscinetto fuori dalle clinche abortiste", far approvare un divieto totale alla "terapia di conversione" e "consolidare" i diritti delle persone LGBTQ+ nel paese.

Proprio rispetto a questo pericolo di bando e censura verso i cristiani, già denunciato duramente da tutti i vescovi cattolici lo scorso fine gennaio nei confronti di Nicola Sturgeon, anche tutti i leader delle Chiese cristiane scozzesi, il 3 Aprile scorso, hanno dovuto esortare il governo a riconsiderare i piani del suo ampio divieto delle "pratiche di conversione" che potrebbero minare la libertà religiosa e la libertà dei genitori. Durante l'amministrazione della "zarina" scozzese Nicola Sturgeon, i ministri si erano impegnati a vietare tutte le attività volte a "cambiare, sopprimere o inibire l'orientamento sessuale o l'identità di genere di una persona". Sebbene i leader cristiani in Scozia abbiano da sempre e universalmente condannato qualsiasi pratica abusiva o coercitiva, essi temono che un divieto troppo ampio possa invece criminalizzare l'insegnamento ortodosso della dottrina cristiana ed addirittura bandire il messaggio biblico divino sulla creazione, il matrimonio eterosessuale e la famiglia.

Nei giorni scorsi però non solo stati solo i gruppi cristiani a lamentarsi e mettere in guardia il neo governo di Humza Yousaf che vuole approvare al più presto il provvedimento. Nella lettera si riafferma come la Bibbia chiaramente consideri tutte le persone sono «fatte a immagine e somiglianza di Dio e che, in quanto tali, tutti meritano di essere protetti da pratiche abusive e coercitive» e, tuttavia, il divieto di "terapie di conversione" andrebbe ben oltre la messa al bando di abusi e coercizioni. Al contrario, scrivono i leader cristiani, con tale divieto si criminalizzerebbe di fatto tutti i cristiani e i leader delle chiese per aver espresso che «l’unico posto per l'attività sessuale è all'interno del matrimonio di un uomo e una donna per tutta la vita, e che Dio ha creato ciascuno di noi maschio o femmina, secondo la Sua perfetta volontà».  

Con chiarezza cristallina si ripete ai governanti scozzesi che «strumentalizzando il linguaggio cristiano della "conversione’, la legislazione promossa dal governo scozzese colpirebbe un principio centrale del cristianesimo stesso». Per i leader cristiani scozzesi, così come denunciato a suo tempo dai vescovi cattolici, potrebbe essere il divieto stesso della fede cristiana il vero «obiettivo esplicito di molti promotori della nuova legislazione». Non è abuso né violenza ricordare e riaffermare l’insegnamento biblico e cristiano sulla sessualità, confermato dalla biologia e da sempre più approfonditi studi medico scientifici, mentre «vietare ai cristiani di spiegare l'insegnamento della Bibbia sul buon disegno di Dio per una vera e sana prosperità umana» o la «cura e attenzione pastorale», come scrivevano a fine gennaio i vescovi cattolici, sarebbe profondamente repressivo e costituirebbe una violazione della libertà religiosa.

Per il sultano alla guida del governo scozzese, fiero promotore della dottrina gender e dei costumi transessuali, proprio il criminalizzare cristiani innocenti solo per aver insegnato ciò che vivono e hanno sempre tramandato nella loro tradizione, nella dottrina biblica ed evangelica, potrebbe essere un punto di orgoglio e prestigio. Il rischio è reale e, se il buon giorno si vede dal mattino, dobbiamo ammettere che già con le scelte di governo e l’esclusione della brava e competente Kate Forbes, a cui si era proposto di guidare l’agricoltura (come se i cristiani fossero buoni  solo per occuparsi di maiali e vacche), i segnali di una seria discriminazione e criminalizzazione del cristianesimo e dei cristiani era nell’aria in Scozia.

Tra gli altri firmatari della lettera dei giorni scorsi, il reverendo Dr. William Philip della ‘Tron Church’ di Glasgow, ha definito il «allarmanti» le raccomandazioni fornite dal  "Gruppo consultivo di esperti" nell’ottobre scorso e recepite dalla attuale proposta del Governo scozzese. Tra le raccomandazioni/minacce troviamo quella di «revocare i diritti dei genitori o dei tutori» qualora «siano impegnati in pratiche di conversione», ritirare «la licenza professionale come leader religioso o togliere loro il permesso di lavorare in Scozia nella suddetta istituzione, o il ritiro dello status caritativo dell'istituzione ecclesiastica» laddove il sacerdote, vescovo o leader religioso non dismetta ogni insegnamento che «riaffermi anche obblighi religiosi e culturali» che possono reprimere l’essere LGBT+.

Un parere legale del Christian Institute di Londra  già nel dicembre scorso,  aveva avvertito che le proposte «fondamentalmente illiberali» vanno «al di là dei poteri del Parlamento scozzese di legiferare» e minacciato un’azione in Triibunale contro una eventuale approvazione, come già avvenuto con successo in Inghilterra e Galles. C’è da confidare che la Divina Provvidenza ispiri gesta eroiche di novelli Rob Roy, Robert the Bruce e William Wallace contro i nuovi invasori arcobaleno e colonizzatori islamici della terra e popolo scozzese.