Veto Usa sul gasdotto dal Medio Oriente all'Italia
Il presidente Usa Biden ha affossato il progetto EastMed, che avrebbe dovuto portare il gas da Israele all'Europa passando per la Grecia. In questo modo Biden ci costringe a ricorrere al gnl Usa e accontenta la Turchia, che non vuole essere tagliata fuori dalla rotta del gas.
Impotenza e rabbia covano sotto la cenere in Terra Santa
A Gerusalemme e non solo si teme una nuova ondata di attentati. La paura domina nella società israeliana, mentre fra i palestinesi un senso di rabbia e impotenza, impotenza e rabbia, cova sotto la cenere. Entrambi i popoli rischiano di essere trascinati in un nuovo ciclo di violenza.
Dittatura sanitaria: Shanghai nella morsa del lockdown
Se vogliamo vedere che cosa sia un lockdown applicato in modo coerente, fino alle sue estreme conseguenze, dobbiamo guardare cosa sta succedendo in Cina. Il modello anti-pandemico che noi abbiamo adottato per primi, in Occidente, ora viene di nuovo replicato nella megalopoli di Shanghai.
Francia: Le Pen può vincere. Ecco perché
Come era stato ampiamente previsto, il secondo turno delle elezioni presidenziali francesi sarà fra Emmanuel Macron e Marine Le Pen. Hanno meno di cinque punti di distanza. Per il professor Marco Gervasoni, docente di Storia Contemporanea all'Università del Molise, la Le Pen può vincere.
Diritti umani, l'espulsione della Russia svela l'ipocrisia dell'ONU
Il 7 aprile l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato con 93 voti a favore, 24 contrari e 58 astensioni la sospensione della Russia dal Consiglio dei diritti umani. Il problema di fondo resta quello della composizione del Consiglio stesso, che è elettiva per aree geografiche e include le peggiori dittature del mondo.
La battaglia per il Donbass, una carneficina che si può evitare
La concentrazione delle forze russe nel Donbass prelude alla battaglia decisiva contro i reparti migliori dell'esercito ucraino: in tutto 200mila soldati schierati da una parte e dall'altra del fronte. C'è il rischio di una carneficina, a meno che la strategia di Mosca sia quella di completare l'accerchiamento delle truppe nemiche, costringendo Kiev alla trattativa.
- DIRITTI UMANI, IL CASO RUSSIA E L'IPOCRISIA DELL'ONU, di Anna Bono
Immobili contesi e preghiere "contestate", si riaccende la Terrasanta
Un attentato tra la folla a Tel Aviv è l'episodio più clamoroso di una nuova ondata di violenze che sta infiammando la Terrasanta. Epicentro, come solito, Gerusalemme Est. L'appello dei Patriarchi e dei capi delle Chiese locali a Gerusalemme.
Occhi puntati sulla Francia, inizia la sfida Macron-Le Pen
Emmanuel Macron, sarà di nuovo eletto presidente? Forse sì, sempre che riesca a passare il primo turno. Paga lo scotto di un quinquennio molto difficile e nell'ultima settimana anche lo scandalo delle società di consulenza strapagate e forse evasori. Sfidato da vicino dalla Le Pen e Mélenchon.
“Diversa” e senza storia, è la scuola voluta da Sanchez
Procede a tappe forzate la riforma scolastica del Governo spagnolo. Si prevede l’abolizione formale della filosofia e lo svuotamento della storia, che verrà raccontata secondo tre “gruppi tematici” contenenti tutti i dogmi del politicamente corretto. La solita strategia del Potere.
Il Pakistan invischiato nella nuova guerra fredda
Il parlamento del Pakistan potrebbe defenestrare ben presto il primo ministro Imran Khan. L’ex campione di cricket, eletto a pieni voti nelle elezioni del 2018, nel pieno dell’ondata “populista”, ora è privo dell’appoggio dell’esercito che lo aveva aiutato a vincere. Accusa gli Usa di cospirazione e viene sostenuto ancora da Mosca e Pechino.
Ruanda, un genocidio che produce ancora guai
Il 7 aprile 1994 iniziava lo sterminio dei Tutsi, etnia minoritaria, ad opera degli Hutu. A fomentare l’odio etnico e dare il segnale di inizio dei massacri fu Radio Mille Colline. In cento giorni furono uccise quasi un milione di persone. Oggi il Ruanda gode di relativa stabilità, ma il genocidio produce ancora rifugiati, tensioni, scontri etnici e altri problemi.
La guerra di Bruxelles contro Ungheria e Polonia. E contro ogni buon senso
L'Ungheria rinnova la fiducia ad Orban rieleggendolo. E Bruxelles ha pronta la rappresaglia: niente fondi del Recovery, congelati in nome del rispetto dello stato di diritto. Risposta prevista e prevedibile, che però dimostra quanto l'Ue sia diventata un super-Stato che punisce o premia, a seconda della fedeltà dei membri ai "suoi" valori. Ed anche il Recovery per la Polonia è ancora in sospeso, in attesa di approvazione, perché Bruxelles pretende che il governo smantelli la sua riforma della giustizia. Nonostante la Polonia accolga milioni di profughi di guerra dall'Ucraina, Bruxelles continua a combattere la sua guerra interna.
