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FAMIGLIE NUMEROSE ALL'ATTACCO

«Detrazioni e Isee: questo assegno unico è una menzogna»

«L'assegno unico non coprirà mai le detrazioni che verranno tolte e il meccanismo dell'Isee va cambiato perché svantaggia le famiglie con più figli». Alla vigilia del dibattito sulla riforma fiscale con l'assegno unico pronto a partire da metà luglio, il presidente dell'Associazione Famiglie Numerose striglia partiti e governo: «Metà delle nostre famiglie dovrà ricorrere alla clausola di salvaguardia, significa che questa nuova norma è peggiorativa». Appello sulle politiche fiscali: «Tra le tante proposte manca completamente lo sguardo sulla decontribuzione dei figli. Per lo Stato chi fa figli è sempre più un peso».  

Famiglia 14_06_2021

«Non ci sono i figli. Nessun partito sta pensando a una riforma fiscale costruita sui figli. Come faccio ad essere contento?». Mario Sberna è un fiume in piena. Il presidente dell’Associazione Famiglie Numerose legge il resoconto del Corriere sulle proposte dei partiti in vista della riforma fiscale: tassa di successione, flat tax, aliquote. «Nessuno che tenga conto dei carichi famigliari. Così non va, non va».

Cosa non va?
Non va che manca ciò che è fondamentale per 22 milioni di famiglie.

Cosa?
La valorizzazione dei figli dal punto di vista tributario: sono il dono che le famiglie hanno fatto al Paese in questo periodo di inverno demografico. Possibile che questa cosa semplice non venga capita da nessuno?

Però a gennaio partirà l’Assegno Unico…
Ecco e qui ci saranno i veri problemi.

Perché?
Mi dica lei, perché il Governo ha previsto una clausola di salvaguardia?

Perché se ci sono nuclei che non vengono avvantaggiati possono tornare al vecchio sistema.
Appunto, questo vuol dire che la riforma è peggiorativa.

Per alcuni…
Per molti dicono le proiezioni.

Ma quante saranno le famiglie che potranno perderci?
Dai nostri calcoli il 50% almeno delle famiglie numerose.

Eppure, sembrano tutti contenti. L’ha sentito Letta? Ha parlato di rivoluzione…
Ma quale rivoluzione? Noi non siamo contenti di questa legge delega, ma non lo diciamo soltanto noi. Anche l’Arel, Blangiardo dell’Istat, sono tanti quelli che si sono accorti che per come è fatta la legge delega, metà delle famiglie ci perderà e così dovrà tornare ad un caf a farsi compilare il modulo per attivare la clausola di salvaguardia.

Eppure, da luglio ci sarà un assegno ponte che consentirà a tutti di avere qualche cosa in più come assegno famigliare…
Non contesto questo, ma è chiaro che questo è un contentino. Contesto quello che ci sarà a gennaio quando dovrà entrare a regime l’assegno unico.

Che cosa c’è che non va?
Due cose su tutte: anzitutto le detrazioni che vengono meno a gennaio. Nella legge delega c’è scritto che il governo deve togliere tutte le detrazioni, ma con le cifre che stanno girando sarà impossibile andare a prendere di più. È indispensabile mantenere le detrazioni, oppure che ci mettano molti più soldi.

E il secondo problema?
L’Isee. Ce l’abbiamo solo noi in Italia, si parla di chi ha un Isee sotto i 7000, ma chi ha figli sotto i 7000 di Isee è poverissimo, è già totalmente assistito dallo Stato. È la classe media che verrà impoverita ancora di più.

Che cosa succederà?
Se non si riforma l’Isee in modo che tenga conto della capacità reddituale delle famiglie e di scale di equivalenza davvero eque per numero di figli, l’assegno unico sarà un fallimento. Questo perché i coefficienti Isee per numero di figli si abbassano con l’aumentare dei figli. Una stupidità.

Perché nessun parlamentare oggi sta chiedendo la modifica dell’Isee?
È quello che non riesco a capire, forse perché tutti i partiti hanno votato questa legge delega. In tutt’Europa chi ha più figli pesa meno, da noi, più figli hai meno valgono. La verità è che l’idea dell’assegno unico è buonissima, ma se non ci si mettono più risorse e se si mantiene come criterio questo Isee sarà invece profondamente ingiusto proprio per chi sta pagando il prezzo più alto: le famiglie con più figli.

L’avete detto alla Ministra Bonetti? 
Altroché, ma non la vuole capire nessuno. Tutti continuano a ripetere l’articolo 53 della Costituzione sulla capacità contributiva, ma nessuno che si sia accorto che la nascita di un figlio per lo Stato è una punizione.

Non trova che la classe politica attuale sia assolutamente incapace di affrontare il tema perché impreparata?
Sì, ma viene da lontano. Quando fu fatto il Libro Bianco sul Welfare al tempo del Ministro Maroni era stato finalmente calcolato quanto costa un figlio. È il primo conto che devi fare se vuoi davvero puntare sulle famiglie.

Ebbene…?
Un figlio dalla culla all’università costa circa 250mila euro. Diviso 24 anni arrivi a 800 euro al mese. La soglia di povertà relativa stabilita dall’ISTAT è di 6.500 euro all’anno, se sei sotto gli 800 euro al mese a figlio sei povero.

I conti tornano.
E noi cosa facciamo? Al posto di aiutare i figli più crescono, li penalizziamo più diventano grandi.

Chiederete di stanziare di più, di non togliere le detrazioni e di modificare l’Isee?
È indispensabile. Ormai l’Isee te lo chiedono solo quando si ha che fare con le famiglie. Chissà perché non te o chiedono per il Superbonus del 110. Ma fatemi capire: la norma sulla capacità contributiva quand’è che vale?

Quindi tornerete alla carica?
Ma un parlamentare che ci ascolti c’è?

Per dire cosa?
Di cambiare prima che sia tardi: se ci sarà il 50% delle famiglie che ci perderà non sarà né un assegno unico né universale. È una menzogna che i partiti, tutti i partiti, hanno votato con l’idea che fosse un’altra cosa.