Il dramma del giocatore del Livorno è un'occasione persa per riflettere sul senso della vita. Non si può dribblare la morte come tenta di fare la nostra società.
Il dramma di Mario Morosini, giocatore del Livorno morto sabato durante la partita della sua squadra contro il Pescara, è rimbalzato su tutti i notiziari. Ma il rispetto per la morte, in qualunque momento o situazione essa sopraggiunga, è inviolabile e la circostanza per cui essa può colpire chi si trova in quel momento sotto i riflettori non giustifica la spettacolarizzazione a cui ancora una volta ci è toccato assistere.
Molti di coloro che lo votarono nell’aprile del 2005 pensavano a un pontificato di “passaggio”: non è stato così. Primo piccolo bilancio dei primi sette anni di Joseph Ratzinger al soglio di Pietro.
Fino a 15 anni fa, avevo una vita "normale". Poi la classica "mazzata in testa". Mi hanno diagnosticato la Sla e, da allora, la mia vita è cambiata radicalmente. Ma anche un'esistenza come la mia vale la pena di essere goduta fino in fondo.
Da quando La Bussola Quotidiana è partita, l'8 dicembre 2010, abbiamo combattuto molte battaglie insieme. Ma oggi abbiamo davanti la battaglia più dura, quella della sopravvivenza de La Bussola Quotidiana. C'è bisogno immediato di 100mila euro.
Pazzo o sano di mente? Si può essere sani di mente e compiere stragi incomprensibili? Il caso giudiziario di Anders Breivik, l'uomo che in Norvegia lo scorso luglio massacrò 77 persone, sta alimentando un dibattito che mette in crisi la cultura dominante.