Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele
In seguito alla riforma del calendario liturgico del 1969, la Chiesa ricorda insieme i tre arcangeli nel giorno che in precedenza era dedicato al solo san Michele (il 24 marzo cadeva la festa di san Gabriele e il 24 ottobre quella di san Raffaele).
san Venceslao
È una storia nella storia quella di san Venceslao (907-935), figlio del duca di Boemia, vissuto in una terra in cui il cristianesimo stava iniziando a diffondersi grazie all’evangelizzazione dei popoli slavi avviata pochi decenni prima dai santi Cirillo e Metodio.
san Vincenzo de’ Paoli
Nell’Europa lacerata dalla diffusione del protestantesimo, san Vincenzo de’ Paoli (c. 1576-1660) fu tra gli esempi più fulgidi della carità operante attraverso la Chiesa, così sollecito ad aiutare gli ultimi e così geniale che la sua eredità è ancora viva grazie agli istituti da lui fondati.
Santi Cosma e Damiano
Furono soprannominati anargiri, cioè “senza denaro” (dal termine greco anargyroi), perché curavano i malati senza chiedere compenso. Ma da veri credenti sapevano che la prima carità è far conoscere il Medico celeste: Cristo
Sante Aurelia e Neomisia
Sono poche le informazioni che ci sono pervenute sulla vita di Aurelia e Neomisia. Secondo la tradizione, nacquero da una famiglia nobile in Asia Minore, mostrarono fin da piccole grande bontà e rimasero orfane in gioventù.
San Pacifico
Il suo passo preferito del Vangelo era tratto dal Discorso della Montagna: «Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio». Così, quando all’età di 17 anni Carlo Antonio Divini (1653-1721) entrò tra i francescani del convento di Forano, fu per lui naturale scegliere Pacifico come suo nome religioso.
san Pio da Pietrelcina
«La sorte delle anime elette è il patire», diceva san Pio da Pietrelcina (1887-1968), al secolo Francesco Forgione, nato e cresciuto in una famiglia devota che ogni sera recitava insieme il Rosario.
san Maurizio
La più antica fonte scritta sul martirio di san Maurizio (†287) e dei suoi compagni della Legione Tebea, da lui guidata, è la Passio Agaunensium martyrum, redatta nel V secolo da sant’Eucherio di Lione sulla base di informazioni tramandate prima da Teodoro di Sion, patrono del Canton Vallese, e poi da Isacco, vescovo di Ginevra.
San Matteo
Prima pubblicano, poi apostolo ed evangelista, infine santo. Matteo, che Luca e Marco chiamano anche Levi, descrive così la radicale svolta della sua vita: «Andando via di là, Gesù vide un uomo seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì» (Mt 9, 9).
Santi martiri coreani
«Non trovando alcun mezzo per far cambiare idea ai cristiani, bisogna assolutamente farli morire per distruggere il germe della loro follia». Così recitava l’editto del re Sunjo nel 1802, che ratificava le persecuzioni già in atto dalla fine del XVIII secolo.
San Gennaro
«San Genna’, jesce e facci grazia!». L’invocazione che i fedeli ripetono da secoli a Napoli, la città dove furono traslate le spoglie di san Gennaro (c. 272-305) dopo il suo glorioso martirio, è legata al noto fenomeno della liquefazione del sangue contenuto in due antichissime ampolle...
san Giuseppe da Copertino
Che il dono della scienza infusa esista lo si può accertare leggendo di san Giuseppe da Copertino (1603-1663), che pure si definiva fratel Asino. Non era falsa modestia, perché “asino” era cresciuto per davvero. Da bambino abbandonò presto la scuola per una malattia che lo costrinse a letto per cinque anni, da cui guarì dopo essere stato unto con l’olio in un vicino santuario.