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IL DOCUMENTO

Giuristi per la pedofilia, con l’avallo di Oms & Co

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Un testo dell’International Commission of Jurists, una Ong che “difende i diritti umani”, sdogana di fatto la pedofilia, facendo leva su età del consenso, miglior interesse e non discriminazione. E alcuni organismi dell’Onu, inclusa l’Oms, ne appoggiano i contenuti.  

Vita e bioetica 20_04_2023

L’International Commission of Jurists (Icj) è una Ong, sorta nel 1952, che “difende i diritti umani e lo stato di diritto in tutto il mondo”. Facile immaginare che sia una Ong ben vista dai poteri forti. Sul suo sito si può leggere che “in occasione della Giornata internazionale della donna, l’International Commission of Jurists (Icj) ha lanciato una nuova serie di principi giuridici, elaborati da giuristi, per un approccio basato sui diritti umani in riferimento alle leggi penali che vietano comportamenti associati a sesso, riproduzione, uso di droghe, Hiv, senzatetto e povertà”.

Questo documento è frutto di cinque anni di lavoro ed è stato sviluppato “insieme al Programma congiunto delle Nazioni Unite sull’Hiv/Aids (UNAIDS) e all’Ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani (OHCHR)”. Inoltre il sito ci informa che “insieme all’OHCHR, all’Unaids, all’Organizzazione mondiale della sanità, al Programma di sviluppo delle Nazioni Unite, alla Colombia, al Lussemburgo, alla Svizzera, ad Amnesty International, all’Istituto per i diritti umani dell’Associazione forense internazionale e alla Commissione globale sulla politica in materia di droga” l’Icj ha tenuto l’8 marzo scorso “un dibattito sui principi durante un evento collaterale alla 52^ sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite […] a Ginevra presso l’Onu”. Questo per dire che alcuni organismi delle Nazioni Unite, Oms inclusa, hanno appoggiato e dato visibilità al contenuto di questo documento.

Tralasciamo molti punti critici di questo elaborato (vedi aborto, omosessualità, etc.) e concentriamo la nostra attenzione sul Principio n. 16. Nella sua parte finale così recita: "Per quanto riguarda l’applicazione del diritto penale, qualsiasi età minima prescritta per il consenso al sesso deve essere individuata in modo non discriminatorio. L’irrogazione della pena non può essere collegata al sesso/genere dei partecipanti o all’età del consenso al matrimonio. Inoltre, la condotta sessuale, che coinvolge persone al di sotto dell’età minima prescritta a livello nazionale per il consenso al sesso, può essere consensuale di fatto, se non per legge. In questo contesto, l’applicazione del diritto penale dovrebbe riflettere i diritti e la capacità delle persone di età inferiore ai 18 anni di prendere decisioni in merito all’assunzione di una condotta sessuale consensuale e il loro diritto di essere ascoltate nelle questioni che le riguardano. In base al loro sviluppo e alla loro progressiva autonomia, le persone di età inferiore ai 18 anni dovrebbero partecipare alle decisioni che le riguardano, tenendo conto della loro età, maturità e del loro migliore interesse, con particolare attenzione alla tutela in merito alla non discriminazione".

In breve i signori dell’Icj e la costellazione degli organismi prima citati stanno sdoganando la pedofilia. Per questi giuristi la pedofilia non dovrebbe essere sanzionata, innanzitutto, quando l’indicazione dell’età sotto la quale è vietato avere rapporti sessuali rappresentasse un’ingiusta discriminazione verso il minore. Ancora una volta il riferimento alla non discriminazione è la bacchetta magica che fa diventare legittimo ciò che non è legittimo. Se ad esempio il legislatore vieta i rapporti sessuali, anche consenzienti, con i minori di anni 15 è facile affermare che questa disposizione è discriminatoria. Perché ai quattordicenni dovrebbe essere vietata questa condotta quando ai quindicenni è consentita? A ben vedere ogni norma che fissa dei limiti di età, di peso, di velocità, di quantità, etc. potrebbe essere tacciata di essere discriminatoria. Così, ad esempio, il diciassettenne potrebbe sentirsi discriminato verso il diciottenne perché non può votare. Ecco dunque un primo trucchetto per legittimare la pedofilia.

Secondo trucchetto: chi mi dice che un o una tredicenne non sia più maturo/a del diciottenne e quindi non sia più consapevole di lui nella scelta di avere un rapporto sessuale? I giuristi amici dell’Onu furbescamente ci stanno dicendo che i vincoli giuridici legati all’età mal si adattano alle infinite circostanze del vivere e, dunque, il limite dell’età per avere rapporti sessuali dovrebbe essere flessibile tenendo conto della maturità e della capacità di giudizio del singolo bambino. Quasi un invito a depenalizzare la pedofilia in toto, lasciando poi al giudice di verificare caso per caso se ci sia stata violenza, dato che mancava il consenso, oppure no. Al pari di qualsiasi stupro. Ma il problema sta nel fatto che un bambino non può fornire un consenso valido, perché su questa materia non ne è capace. Si fa finta, per licenziare la pedofilia, che il bambino sia un adulto, ma così non è. Dunque è aberrante che si faccia riferimento all’interesse del minore di essere ascoltato sul fatto di avere o non avere un rapporto sessuale. Tra l’altro, se il bambino avesse simile capacità di discernimento sarebbe allora anche pronto per sposarsi.

Terzo trucchetto: il best interest. Il migliore interesse è un criterio non nuovo applicato al mondo dell’infanzia e della fanciullezza. È infatti stato usato più volte per uccidere bambini come Charlie Gard e Alfie Evans: è stato nel loro migliore interesse morire piuttosto che soffrire (in realtà non soffrivano affatto), dicevano i giudici e i medici. Dunque, se posso uccidere un bambino nel suo migliore interesse, a maggior ragione, secondo questa ottica, potrò, io adulto, avere un rapporto sessuale con lui, sempre nel suo migliore interesse. Come nell’eutanasia infantile si sopprime un minore senza il suo consenso - perché il consenso, anche se espresso, giuridicamente e moralmente non avrebbe nessun valore - così nella pedofilia si potrebbe avere un rapporto sessuale con un minore anche senza suo consenso. Perché, sebbene il piccolo non lo possa comprendere, avere rapporti sessuali con un adulto è, ci dicono, per il suo bene.

E tutto questo ha avuto l’avallo di importanti agenzie dell’Onu e dell’Oms.