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INTERVISTA AL VESCOVO DI RATISBONA

«Fedeli distanti dalle rivendicazioni del sinodo tedesco»

«I fedeli praticanti sono distanti dalle rivendicazioni avanzate nel corso del Cammino Sinodale tedesco». Intervista al vescovo di Ratisbona Voderholzer.

Ecclesia 27_09_2022

Verità vincolante e ulteriore sviluppo della dottrina della Chiesa. Questo il titolo scelto per l'edizione annuale dello Schülerkreis, il circolo degli ex studenti del professore Joseph Ratzinger. L'incontro si è tenuto sabato a Roma, all'Augustinianum ed è stato aperto e concluso dal prefetto del Dicastero per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, il cardinale Kurt Koch che ha sottolineato come qualsiasi ulteriore sviluppo dell'insegnamento della fede debba essere «basato sulla rivelazione vincolante e reinterpretato nella contemporaneità in modo tale che possa essere ricevuto e compreso dalle persone».

Il papa emerito ha seguito le fasi dell'incontro pubblico grazie alla trasmissione video dell'emittente EWTN. Tra i relatori anche il vescovo di Ratisbona, Rudolf Voderholzer, uno dei più scettici nei confronti delle accelerazioni che si sono viste nel Cammino Sinodale in Germania. Nel corso del suo intervento incentrato sulla questione dello sviluppo della dottrina nella Chiesa cattolica sulla base del Vaticano II, il presule è stato perentorio su alcune delle richieste avanzate nelle fasi di lavoro sinodale a Francoforte: sull'ordinazione femminile, ad esempio, ha detto che «non è un ulteriore sviluppo dell'insegnamento». La Nuova Bussola Quotidiana ha intervistato monsignor Voderholzer a margine dell'incontro degli ex studenti ratzingeriani. 

Eccellenza, è ancora possibile spiegare l’importanza della complementarietà tra uomo e donna in tempi di rivendicazioni di identità non binarie? 
Da un lato si devono rispettare i diversi ambiti della scienza e si deve sapere che certamente certe discriminazioni, ad esempio contro gli omosessuali, non devono esistere. Ma la Chiesa cattolica ha il compito vincolante di tutelare il sacramento del matrimonio fra l’uomo e la donna perché questo è fondamentale per il futuro del mondo. La complementarietà uomo-donna è una verità antropologica e si concretizza nel matrimonio – aperto ai figli – in armonia con l'insegnamento di Gesù e quindi della Chiesa.

Si dice che la Chiesa perda la sua autorità morale davanti al mondo se insiste con il suo insegnamento sulla sessualità. Può una simile preoccupazione portare la Chiesa a rivedere la sua dottrina morale in campo sessuale?
Io mi sono occupato molto della Teologia del Corpo che ci ha donato San Giovanni Paolo II e posso dire che in quella catechesi si ritrova il modo per vivere questo rapporto tra uomo e donna. Vale la pena leggere e riscoprire il contributo antropologico-teologico di Papa Wojtyla perché può influenzare in modo molto positivo la vita delle persone. Gli insegnamenti della Chiesa sulla sessualità non sono espressione di una rigida moralità proibizionista ma forniscono ausili di orientamento adatti per l'uomo e la donna contemporanei e li mettono a riparo da un'ipersessualizzazione indubbiamente esistente nella nostra società. Le catechesi di San Giovanni Paolo II racchiudono un grande tesoro per tutti gli sposi grazie al quale possono comprendere la loro relazione, il loro amore, il loro matrimonio e la loro famiglia.

Oggi sempre più spesso c’è chi mette in discussione che il celibato sacerdotale abbia un fondamento biblico. E’ davvero così?
Il celibato per il Regno dei Cieli è il modo di vita di Gesù stesso. Anche il Concilio Vaticano II ha confermato la legge sul celibato sacerdotale. La cosa importante è che i sacerdoti non vedano nel celibato un qualcosa di funzionale, ad esempio, ad avere più tempo libero a disposizione ma piuttosto lo vivano come un adattamento alla vita di Gesù. Dunque, un qualcosa di spirituale e un segno escatologico. 

Lei è d'accordo con il suo confratello vescovo di Passau, Stefan Oster, secondo il quale l’orientamento prevalente nel Cammino Sinodale non riflette davvero la maggioranza dei cattolici in Germania?
È difficile dimostrare questo dato in modo empirico ma mi sento di dire  che i fedeli praticanti, quelli che vivono la vita ecclesiale e vanno a Messa, sono distanti dalle rivendicazioni avanzate nel corso del Cammino Sinodale tedesco.