Hong Kong, la protesta torna in piazza
La protesta di Hong Kong si è improvvisamente rivitalizzata, dopo che il governo ha interrotto il dialogo con le associazioni di studenti. La reazione della polizia, per ora discreta, potrebbe essere più violenta rispetto a quella di due settimane fa. Il cardinal Zen, vescovo emerito di Hong Kong, invita gli studenti alla prudenza.
La Coalizione abbandona i curdi. Il Califfato trionfa
Nonostante gli appelli e le manifestazioni attuate in tutto il mondo dalla diaspora curda nessuno sembra voler intervenire per impedire la caduta ormai imminente di Kobane, la cittadina della Siria settentrionale. Una sconfitta per l'Occidente e per la Coalizione guidata dagli Usa, un trionfo per il Califfato.
I giudici Usa danno il via ai matrimoni gay
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha espresso parere favorevole sui “matrimoni” gay. Più precisamente ha respinto i ricorsi di cinque Stati - Indiana, Oklahoma, Utah, Virginia e Wisconsin – che avevano a lei appellato alcune sentenze di giudici di grado inferiore.
Nemyria: Il futuro dell'Ucraina è in Europa
«Non posso che essere d’accordo con Giovanni Paolo II perché il destino dell’Ucraina non è quello di un Paese di frontiera, né quello di una nazione-ponte fra Europa e Asia, bensì quello di essere riconosciuta come nazione europea, parte integrante di un continente unificato». Parla Hryhoriy Nemyria, deputato ucraino.
Guerra all'Is, se 1 miliardo di dollari al mese son tanti
Sarà anche vero che la guerra contro il Califfato costa in media “solo” 8 milioni di dollari al giorno, ma i risultati militari sono fino ad oggi marginali e certo non risolutivi. Le stime più complete valutano che con le attuali forze in Iraq la guerra contro l’Is possa arrivare a costare almeno un miliardo di dollari al mese.
I raid aerei non bastano Il Califfo avanza
I raid aerei contro l'Isis, appena una decina al giorno, non impediscono alle truppe del Califfo di avanzare in Siria e di prendere d'assalto Kobane, roccaforte dei curdi. Solo un intervento militare dei turchi (che non sono in buoni rapporti coi curdi...) potrebbe salvare la situazione. E anche in Iraq l'Isis avanza nella provincia di Anbar.
Quelli che... "combattono" l'Isis e tifano per il Califfo
C'è uno strano silenzio sulle operazioni in Iraq e Siria contro l'Isis. E non è casuale. Infatti l'opinione pubblica dei cinque Paesi arabi sunniti che fanno parte della Coalizione, è a stragrande maggioranza dalla parte del Califfo. In Arabia Saudita, addirittura, il 92% della popolazione ritiene che l'Isis sia il vero islam.
Il profumo del Che ritirato per oltraggio alla rivoluzione
"Ernesto" e "Hugo": due profumi che l'azienda di Stato cubana si apprestava a lanciare sul mercato in onore di Che Guevara e del defunto presidente venezuelano Chavez. Mail regime di Raul Castro ha bloccato tutto, accusando di "tentata eresia" i vertici dell'azienda. Scherza con i santi ma lascia stare il Che.
La disobbedienza di Hong Kong sfida Pechino
Hong Kong reclama la riforma democratica promessa per il 2017 e tradita dalla nuova legge promulgata da Pechino. La repressione poliziesca contro il primo sciopero studentesco ha innescato una protesta di massa, non-violenta, apertamente appoggiata anche dalla Chiesa, che ad Hong Kong è ancora libera.
I cristiani iracheni si armano per sopravvivere
Dopo essere stati decimati, perseguitati, cacciati dalle loro case, i cristiani iracheni, assieme agli yezidi, hanno deciso di armarsi e formare proprie milizie di auto-difesa. Per ora sono inquadrati nelle unità curde e addestrati dai Peshmerga. Sono appoggiati anche dal partito delle Forze Libanesi di Geagea.
Sesso, droga e new age. I poteri forti sono a nudo
Qualche giorno fa il New York Times ha rivelato che si sono trovati i due fondatori e padroni di Google, Larry Page e Sergey Brin, e i loro omologhi di Facebook, Mark Zuckerberg, e di Amazon, Jeff Bezos. Dove? Nel deserto del Nevada in mezzo a cinquantamila hippie per il Burning Man Festival.
Zafar Bhatti, ennesima vittima della legge nera
Zafar Bhatti, in carcere senza prove con l'accusa di blasfemia, è stato assassinato dalle guardie carcerarie. In Pakistan è una drammatica consuetudine. Sono almeno 61 le vittime di esecuzioni extra-giudiziali. E 17 sono i condannati a morte. Basta un sospetto per perdere la vita. Basta un'accusa di blasfemia.