Ankara, ucciso l'ambasciatore russo
Tutto si può dire tranne che l'attentato di ieri pomeriggio ad Ankara con l'uccisione dell'ambasciatore russo Andrey Karlov sia un dramma consumatosi a sorpresa. I terroristi hanno voluto punire il riavvicinamento fra Turchia e Russia, determinante per l'esito della battaglia di Aleppo. Hanno punito una nazione "traditrice".
Berlino, un camion lanciato sulla folla
Ancora un camion lanciato sulla folla, come a Nizza, lo scorso 14 luglio. Stavolta tocca a Berlino, al mercatino di Natale di Kurfurstendamm. Un tir con rimorchio è andato deliberatamente a schiantarsi contro le bancarelle. Il bilancio, ancora provvisorio, è di 9 morti e 50 feriti. L'Isis non ha (ancora) rivendicato, ma le modalità dell'attacco e i precedenti fanno pensare a una sua azione.
Polonia, il rischio di una rivoluzione pilotata Media ed ex regime uniti contro il governo
I media italiani descrivono le manifestazioni a Varsavia, contro il governo conservatore, come se fossero una rivolta spontanea, in stile Solidarnosc. Dimenticano di dire che l'origine della crisi non è una limitazione della libertà di stampa, ma il taglio delle pensioni degli ex agenti dei servizi segreti comunisti. E la protesta appare tutto meno che spontanea.
Trump e il Gop alla resa finale. Per il destino Usa
Domani il collegio elettorale dei Grandi elettori è chiamato a ratificare il voto espresso dagli americani l'8 novembre che hanno scelto Donald Trump come 45esimo presidente degli Stati Uniti. Ma il Gop è ancora spaccato e non sa quale Trump sia più repubblicano: quello rottamatore anti sistema della campagna elettorale o quello super conservatore del voto?
Ad Aleppo, l'Ue perde la faccia
L'Unione Europea denuncia i crimini di guerra russi e governativi nella battaglia di Aleppo e prende iniziative, come quella di aprire corridoi umanitari, che non ha mai chiesto durante la lunga battaglia. Ma dov'era l'Europa quando a commettere i crimini erano gli jihadisti? Perché i freddi numeri raccontano ben altro: i civili fuggivano per non essere uccisi dai ribelli, non dai governativi.
Gambia, era troppo bello per essere vero
Era troppo bello per essere vero: un capo di Stato africano che, dopo 22 anni ininterrotti di potere, accetta una sconfitta elettorale e si fa da parte. Succedeva in Gambia, con il presidente/dittatore uscente Jammeh. Per una settimana è andato tutto liscio. Poi il presidente ci ha ripensato e ora c'è già aria di golpe.
La Chiesa dei paesi baltici divisa sulla Russia
Toni allarmati e determinazione a resistere in Lituania. Atteggiamento cauto e distensivo in Lettonia. La Chiesa cattolica nei paesi baltici, a fronte della crisi con la Russia, assume posizioni e atteggiamenti opposti. Premesso che la crisi è reale, le differenze sono dovute a fattori contingenti più che culturali. Vediamo quali.
Aleppo, fine della battaglia Non della guerra
Aleppo è stata riconquistata dalle truppe governative. Gli ultimi civili rimasti nei quartieri ribelli orientali sono fuggiti a Idlib. La tregua e la ritirata sono frutto del negoziato fra Russia e Turchia. Ma ora anche la guerra civile siriana si avvia alla conclusione? Non è affatto detto. Qui cerchiamo di esaminare lo scenario in tutti i suoi aspetti.
Trump attacca l'F35. Ora piace ai pacifisti
Chi l’avrebbe mai detto che Donald Trump avrebbe trovato estimatori nella sinistra pacifista italiana? Il suo tweet contro i costi esagerati del programma F-35 ha subito riscosso consensi nella sinistra del Partito Democratico. Che ora cita Trump per tagliare il programma in Italia.
I generali e il petroliere I nuovi uomini del presidente
Un generale agli Interni e un petroliere agli Esteri. Sono le nuove, clamorose, nomine dell'amministrazione Trump. I conservatori, che speravano in Rudolph Giuliani, restano a bocca asciutta. E il nuovo titolare del dipartimento di Stato non piace ai repubblicani perché amico di Putin.
TRUMP NON SCHERZA SU TAIWAN di S. Magni
Palmira, la strana dimostrazione di forza dell'Isis
L'Isis occupa nuovamente Palmira. Il suo successo è importante perché dimostra come gli uomini di al-Baghdadi dispongano ancora di ampi mezzi e capacità offensive, ma al tempo stesso ha un elevato valore simbolico perché cancella l’unica grande sconfitta subita finora dall’Isis a opera dei russi.
Trump non scherza su Taiwan
Una conversazione telefonica di 10 minuti ha interrotto una consuetudine che durava da quasi 40 anni, dal 1979 per la precisione: Donald Trump, la settimana scorsa ha ricevuto questa breve telefonata dalla presidente di Taiwan, Tsai Ling-wen. Non è stata una mossa improvvisata, ma preparata da mesi. E sotto c'è una strategia di ampio respiro.