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La lettera

Vannacci e quel riferimento (errato) a Galilei

Durante un comizio, in cui ha detto anche cose buone, Roberto Vannacci fa un errore storico su Galileo Galilei, che in realtà non rischiò affatto il rogo. È bene conoscere la storia, Orwell in 1984 docet.

Ho ascoltato tramite video il comizio che Roberto Vannacci ha tenuto a Milano in una gremita piazza.
Sì, è una persona che dimostra una certa grinta e, nonostante sappia che nei comizi solo pochissimi sanno sfuggire a una certa retorica, ha detto anche cose buone.
Ma a te, che la storia la conosci, vorrei dire che il “nostro”, come molti altri, ha dimostrato di non conoscerla quando, dicendo di voler difendere la libertà di espressione (contro l'asfissiante pensiero unico dominante), ha detto di «non voler rischiare di finire al rogo come Galileo Galilei». Grande caduta di stile, perché Galilei non ha affatto rischiato il rogo, ma gli fu chiesto di recitare i salmi penitenziali ed era rimasto un uomo libero.
Forse che oggi, che giudichiamo quel tempo senza conoscerlo davvero, se preghiamo in silenzio davanti a una clinica abortista, o diciamo qualcosa molto controcorrente, ci inviteranno a recitare i salmi penitenziali, sempre che li conosciamo? No, gravi ammende avrai, e persino il carcere, o la gogna mediatica, che può diventare la morte civile! Forse che durante la pandemia – ovviamente “per amore alla nostra salute corporale” – non siamo stati sottoposti alle più assurde imposizioni sanitarie e confinamenti, con conseguenze catastrofiche per l’economia, la salute, la psiche e la libertà?
Per non parlare delle altre innumerevoli menzogne con cui continuano a “nutrire” maggioranze ormai rese incapaci di ogni senso critico.
Sì, sarà certamente dura la vita per i candidati alle europee forniti di sinceri valori e di buona volontà!
Orwell aveva ragione quando, nel suo romanzo distopico 1984, affermava che «chi controlla il passato, controlla il presente».
Dio benedica i più volonterosi e fedeli, perché agiscono nella consapevolezza che la Vittoria non è di quei controllori, ma di Cristo!
Claudio