Uccisa a 14 anni: «Ecco i frutti della generazione Adolescence»
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Martina Carbonaro, uccisa a 14 anni dall'ex 19enne. Ci risiamo col maschilismo tossico e il patriarcato, lo sfacelo educativo resta tabù. Crepet alla Bussola: «Giovani senza umanità, come in Adolescence, che tutti però esaltano. I genitori educano nel quieto vivere. Nessuno vede il problema di una relazione tra una bambina e un 19enne».
- Noi adolescenti prima del '68 e degli Incel, di Rino Cammilleri

Uccisa con una pietrata dall’ex fidanzato a soli 14 anni. Il nuovo caso di cronaca che ci arriva da Afragola suscita interrogativi e sgomenta. Giovanissima lei, Martina Carbonaro e appena 19enne lui, Alessio Tucci, che non si rassegnava alla fine della loro storia. La giovane è morta colpita da una pietra in un casolare abbandonato lunedì sera vicino allo stadio comunale, ma il cadavere è stato trovato soltanto martedì sera, al termine di una ricerca che ha coinvolto non solo le forze dell’ordine, ma anche i genitori della piccola. E con loro, assieme al padre, anche il giovane ex fidanzato, che poi però ha ammesso le sue responsabilità. Ora è stato arrestato e sarà a disposizione della Procura di Napoli Nord.
La notizia ha suscitato l’immediata reazione degli “esperti” che hanno inquadrato il caso come il solito femminicidio ad opera del maschio tossico. C’è chi ha persino dato i consigli su come comportarsi di fronte a queste storie avvelenate. Tutto giusto, ma c’è qualcosa che manca, ancora una volta è uno sguardo educativo che sappia inquadrare un fenomeno terribile che va ben oltre il facile incasellamento del crimine e delle relazioni tossiche tra adulti. Perché questa è una storia di bambini e adulti.
Perché se siamo di fronte ad una relazione tossica, forse questa era tossica già in partenza, a cominciare dal grande divario di età tra i due. Divario che, stando al racconto della madre ai cronisti, era ben più ampio due anni fa, quando la storia tra Martina e Alessio è cominciata, dunque a 12 anni lei e 17 lui.
Nessuno lo ammetterà, ma a 14 anni si è ancora bambini, mentre a 19 si è già uomini. E non è un problema legato al consenso, che pure è importante e non è un caso che in Parlamento c’è chi si sta muovendo per abbassarne ancora di più la soglia come è stato fatto in Spagna. Il fatto è che a questa età il divario tra una 14enne e un 19enne è abissale, foriero sicuramente di problematiche. Può essere questo il vulnus di partenza per inquadrare questa ennesima tragedia?
Non usa mezze misure lo psicoterapeuta Paolo Crepet, che alla Bussola è categorico: «Oggi ci saranno milioni di genitori che si indigneranno per questa tragedia, ma contemporaneamente benediranno l’idea che il loro figlio appena adolescente torni alle 4 di mattina come se niente fosse. Ho come l’impressione di trovarmi in un mondo capovolto».
Perché?
Perché stiamo a piangere una giovane vita, ma nel frattempo esaltiamo film come Adolescence…
Eppure, è stato celebrato dalla critica…
È questo il problema, sono stato solo io a criticarlo. Hanno esaltato il piano sequenza, d’accordo, tutto bello, ma alla fine di che cosa stiamo parlando?
Di un omicidio…
Di un 13enne che uccide una 13enne. Gli intellettuali radical chic lo hanno celebrato, ma ci rendiamo conto che è già un’enormità presentare storie inventate come questa? Quale valore educativo portano avanti? E soprattutto quali interessi economici veicolano? Non è un caso che il giovane abbia confessato solo dopo aver visto un video che lo ritraeva con lei. Proprio come nella serie tv.
Qui però c’è un adulto che sta con una appena adolescente, non è forse qui il problema a cui opporsi con tutte le forze?
Ma questo lo dice lei e lo dico io, lo diciamo in quattro gatti, ma a tutti sembra andare bene così. Anzi, diranno che l’amore non si tocca, ma che amore è? E che amore può essere quello tra una ancora bambina e un 19enne? Non prendiamoci in giro.
Lei aveva affidato i suoi sfoghi amorosi a Tiktok.
E qui entra in scena il peggio del peggio. Una volta ci si confidava al diario, adesso si mette tutto in piazza, anche sentimenti così acerbi e immaturi. Ma nessuno dice nulla perché Tiktok ci deve guadagnare con questo, non illudiamoci che questo è un mondo capovolto dove tutti cercano di abbeverare i propri cavalli.
C’è però anche il problema della sessualizzazione precoce degli adolescenti.
Ma scusi, se in Inghilterra il Governo ha detto che Adolescence dovrebbe essere visto in tutte le scuole del Regno, la battaglia contro la sessualizzazione precoce è già persa in partenza. Ha sentito la Schein dire qualcosa di contrario? Ma neanche la Meloni.
Quindi il problema del maschio tossico?
Anche qui, è inutile parlare di maschi tossici se non ci accorgiamo che stiamo tirando su degli uomini senza umanità. Permettiamo loro di stare nelle piazze fin da ragazzi fino a notte fonda, senza scopo, senza interessi. Siamo una generazione di terroristi contro l’umanità. Poi ci lamentiamo del narcisismo patologico.
Che però sembra essere la causa principale di questi delitti…
Mah, a me sembra una moda per nascondere il vero problema. Quando a Marcello Mastroianni, che era Marcello Mastroianni, dicevano che era narcisista, lui rispondeva: «Si, ma anche le donne lo sono».
Dunque, se il problema è educativo, c’è un problema nei genitori?
Molti genitori di oggi non sanno nulla dell’educazione, vivono di interessi materiali, vogliono il quieto vivere. Invece di dare battaglia con i figli che vogliono vivere senza regole li aiutano magari dandogli anche 70 euro a sera. Basta che ti levi dalle scatole. Poi arriva il conto di questa educazione.
Una società di padri senza Dio, ecco la serie Adolescence
Sta spopolando la serie tv britannica che scruta i disagi e le violenze del mondo dell’adolescenza e il rapporto con la figura paterna. La diagnosi di Adolescence è perfetta, ma non si dà la terapia. Ai padri della nostra società postmoderna manca il rapporto con il Padre eterno.