Ricciardi, il consigliere che crede di non sbagliare mai
Gualtiero, detto Walter, Ricciardi, consigliere scelto dal ministro della Salute Roberto Speranza per affrontare l’emergenza coronavirus diceve di sé: “Se guardo a ritroso, oggettivamente non mi pare di aver fatto errori". Eppure, quantomeno, ha cambiato idea più volte su quasi tutto, dalle mascherine ai vaccini passando per i tamponi.
Gualtiero, detto Walter, Ricciardi, consigliere scelto dal ministro della Salute Roberto Speranza per affrontare l’emergenza coronavirus, e già commissario e poi presidente dell'Istituto Superiore di Sanità dal 2015 al 2018, rappresentante dell'Italia nell'Executive Board dell'Oms fino al 2020 e alla guida della World Federation of Public Health Associations, è stata presenza costante della narrazione del Covid19 in Italia. “Se guardo a ritroso, oggettivamente non mi pare di aver fatto errori”, diceva il 21 gennaio a 24 Mattino su Radio 24, per celebrare in qualche modo i due anni di indicazioni agli italiani.
Mascherine sì o no?
“Con la variante Delta la mascherina andrebbe usata sempre sopra i 2 anni. Questa è l’evidenza scientifica che emerge, poi deve valutare la politica”, dice Ricciardi il 10 agosto 2021. Ma il 25 febbraio 2020, spiegava esattamente il contrario agli italiani che non sapevano come comportarsi con quelle mascherine che iniziavano a diventare di moda. “Le mascherine di garza, quelle che stanno andando a ruba, alla persona sana non servono a niente. Servono come misura di precauzione. Quelle sofisticate, che hanno dei filtri, servono a proteggere gli operatori sanitari”. Per, poi, il 2 dicembre scorso, ancora tornare sull’obbligo di mascherina all’aperto: “È una scelta saggia: specialmente con le varianti, il contagio avviene anche all’aperto quando non si riesce a rispettare la distanza di sicurezza”. Ma il 22 giugno, “togliere le mascherine all'aperto si può fare”.
La guerra del Covid
“Dobbiamo ridimensionare questo grande allarme, che è giusto, da non sottovalutare, ma la malattia va posta nei giusti termini: su 100 persone malate, 80 guariscono spontaneamente, 15 hanno problemi seri ma gestibili in ambiente sanitario, il 5% è gravissimo, di cui il 3% muore. Peraltro sapete che tutte le persone decedute avevano già delle condizioni gravi di salute”. Se il 25 febbraio 2020, la parola d’ordine era ridimensionare l’allarme, il 12 marzo 2020 Ricciardi spiegava, “è bene che ci cominciamo ad abituare ad una guerra lunga”. Il Covid “non è una malattia grave, è una malattia gravissima” che “in questo momento è la prima causa di morte in Europa, la terza in Italia, la prima in Europa”, avrebbe detto ancora, il 19 gennaio 2022.
“Alla fine si è dovuto ricorrere al lockdown, misura di cieca disperazione”, considerazione firmata dal consulente del governo Walter Ricciardi in un articolo scientifico del 2 aprile 2020 citato in una nota del rapporto pubblicato dall’Oms il 13 maggio, poi sparito nelle successive 24 ore dal sito dell'rganizzazione mondiale della sanità. Ma il 31 marzo 2020 difendeva a di Martedì il lockdown e spiegava come con il virus non si potesse scherzare, “con le misure che abbiamo preso abbiamo sostanzialmente salvato migliaia di vite, la chiusura e il distanziamento sociale hanno evitato che quella curva epidemica continuasse a crescere generando decine di migliaia di casi di infezione e migliaia di morti. Ma non siamo neanche a metà dell’opera. Dobbiamo continuare con questo modello italiano”.
Vaccini, dosi e immunità
“C’è una buona probabilità che i vaccini continuino a proteggerci”, affermava Walter Ricciardi, parlando della variante Omicron a Che tempo che fa, il 28 novembre. Ma il 24 dicembre, a Sky TG24, il presidente della Federazione mondiale di Sanità Pubblica raccontava che “il ciclo di base con due dosi protegge fortemente dalla malattia grave ma non dall’infezione per cui è necessario essere rafforzati nella protezione dalla dose di richiamo che protegge, ma non del tutto”.
“Bisogna smettere di parlare di terza o quarta dose: c'è un ciclo vaccinale di base, fatto di due dosi, e poi ci sono dosi di richiamo. Per il momento facciamo la terza e verifichiamo”, diceva l’ex presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, il 30 novembre 2021. E il 27 dicembre, “ora bisogna accelerare sulla terza dose poi sì, ci sarà bisogno di una quarta, ma io la chiamerei richiamo. Si partirà maggio o giugno”. Il 22 agosto Ricciardi veniva intervistato da Repubblica e gli veniva chiesto, “Uno dei cavalli di battaglia dei no vax è che anche i vaccinati possono infettarsi. Che ne pensa?”, risposta: “Cretinate”.
E se il 7 novembre, per Ricciardi era vero che “finora il Green pass ha funzionato, ma sono convinto che, per la stagione invernale che ci costringe più al chiuso e a contatto con gli altri, bisognerebbe rivederne la concessione limitando la libertà solo ai vaccinati e ai guariti dal Covid”, l’8 dicembre era già vero il contrario, “anche i vaccinati, in misura molto minore e senza conseguenze gravi, possono comunque trasmettere l’infezione”, dunque “è opportuno che all’interno degli ambienti affollati vengano rispettati i parametri della distanza e delle mascherine”. “Il certificato verde consente agli immunizzati di continuare a fare la loro vita e funge anche da stimolo: questa strada è stata presa dall’Italia prima degli altri Stati e questo spiega la diversa situazione del nostro Paese”, la pensava così il consigliere di Speranza il 2 dicembre 2021.
“I vaccinati con due dosi portano nella nuova situazione un rischio maggiore di trasmettere al pari dei totalmente non vaccinati la malattia. […] Inoltre essi potranno anche trasmettere il coronavirus più facilmente tra di loro, anche in ambienti che in precendenza potevano sembrare sicuri per le persone vaccinate, persino controllando rigorosamente lo stato di vaccinazione tramite il super Green pass, potrebbero diventare un terreno fertile per la trasmissione del virus”, sosteneva, invece, il 19 dicembre. Ma il 19 luglio scorso, sosteneva ancora: “Se ci fosse stato il Green pass, tutti i passeggeri sarebbero stati certi di viaggiare solo con soggetti immuni, protetti o negativi”.
Tamponi
“Chi ha dato l’indicazione di fare i tamponi anche alle persone senza sintomi, gli asintomatici, ha sbagliato”, era il 27 febbraio 2020. Ma il 21 gennaio 2022, “se facessimo i test a tutti e isolassimo gli infetti, in otto giorni saremmo fuori dalla pandemia. Bisogna fare come la Cina, tamponare 60 milioni di italiani e isolare gli infetti”.
Terapie intensive
“Tutti quelli che vanno in terapia intensiva e muoiono sono non vaccinati”, asseriva così, Ricciardi l'1 ottobre 2021. Dichiarazione che il consigliere di Speranza non ha mai smentito. Ma per dovere di cronaca va detto cosa raccontano gli ultimi due rapporti dell’ISS. Il report pubblicato il 5 gennaio, per il periodo che va dal 12 novembre al 12 dicembre, indica i morti non vaccinati come 1170, i vaccinati (suddivisi in: con due dosi, con tre e vaccinati da più e meno di 120 giorni) 1572. Mentre il report ISS pubblicato il 28 gennaio, e che contempla un periodo che va dal 3 dicembre al 2 gennaio, indica i morti non vaccinati come 2120, e 2498 i deceduti vaccinati. Mentre i ricoverati in terapia intensiva dal 10 dicembre al 9 gennaio, ultima rilevazione disponibile, non vaccinati sono 13.946, i vaccinati sono 19.325.