Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Venerdì Santo a cura di Ermes Dovico
TRATTATO INF

Nucleare, Trump attacca la Russia ma pensa alla Cina

Il Trattato Inf, che alla fine degli anni ’80 aveva eliminato, dall’Europa, i missili a testata nucleare balistici e da crociera a raggio intermedio, è stato ufficialmente cestinato dagli Stati Uniti. In teoria perché la Russia è accusata di violarlo, in pratica perché Trump vuole coinvolgere anche la Cina, Stato non firmatario. 

Esteri 03_02_2019
Gorbachev e Reagan firmano il Trattato Inf nel 1987

Il Trattato Inf (Intermediate-range Nuclear Forces Treaty), che alla fine degli anni ’80 aveva eliminato dall’Europa i missili a testata nucleare balistici e da crociera a raggio intermedio è stato ufficialmente cestinato dagli Stati Uniti. Come avevamo illustrato nell’ottobre scorso l’Amministrazione Trump sembrava da tempo determinata a denunciare il Trattato, un passo che Barack Obama non aveva voluto compiere a causa delle resistenze degli alleati europei della Nato. Il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha confermato ufficialmente giovedì il ritiro statunitense dallo storico trattato firmato di Ronald Reagan e Michail Gorbachev.

Donald Trump aveva accusato la Russia di non rispettarne i termini e sostenuto che il trattato rappresentasse un indebito vantaggio per la Cina, che non avendolo firmato non era costretta a osservare alcun tipo di vincolo sulla costruzione di missili e testate nucleari.a raggio internedio (500/5.500 chilometri di raggio d'azione). La decisione degli Stati Uniti costituisce il primo passo ufficiale verso il ritiro definitivo dal trattato, che diverrà effettivo se la Russia nei prossimi sei mesi non rispetterà i suoi obblighi attraverso la distruzione verificabile dei suoi sistemi missilistici a medio raggio 9M729 che secondo gli Usa hanno un raggio che supera i 2.600 chilometri, mentre la Russia sostiene che abbiano un raggio inferiore ai 500 chilometri. Mosca denuncia invece come i lanciatori statunitensi che nelle basi in Romania e Polonia ospitano il cosiddetto “scudo antimissile” possono in realtà lanciare anche missili da crociera.

"Washington - ha sottolineato Pompeo - è pronta a discutere con la Russia il tema del disarmo con negoziati che rinforzino la sicurezza degli Stati Uniti e dei loro alleati", a condizione che i risultati possano essere pienamente verificabili. "Siamo ancora pronti e disponibili a impegnare Mosca sul fronte del controllo delle armi nucleari", ha aggiunto Pompeo ma il viceministro degli esteri Sergei Ryabkov, si è detto preoccupato dalla possibile decisione degli Stati Uniti di schierare nuovi missili da crociera in Europa. "Questa decisione è un duro colpo al sistema di non proliferazione e di controllo degli armamenti tuttora esistenti - ha detto Ryabkov -. Probabilmente gli Stati Uniti stanno cominciando una corsa agli armamenti per sfinirci economicamente, ma non capiscono che abbiamo imparato la lezione dal passato, e la nostra risposta a qualsiasi sfida economica sarà economicamente sostenibile".

Che l’autonomia dei missili russi sia solo un pretesto lo dimostrano, tra le righe, anche le dichiarazioni di Trump circa lo sviluppo di un nuovo trattato da allargare alla Cina. "Innanzitutto occorre aggiungere Paesi", ha spiegato Trump rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se il ritiro dall' INF fosse collegato alle minacce che arrivano dal Pacifico e dalla Cina in particolare. "Spero che saremo in grado di mettere tutti in una grande e bella stanza e di firmare un trattato che sarebbe migliore”. Immediata la reazione russa. Ieri il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato di interrompere i tentativi di avviare un dialogo con gli Usa sul Trattato antimissili INF, ma ha sottolineato allo stesso tempo che le proposte russe "restano sul tavolo" e "le porte per i colloqui sono aperte". "Forniremo una risposta speculare. I partner americani hanno annunciato la sospensione della loro partecipazione al trattato e anche noi la sospenderemo”.

Rivolgendosi al ministro degli Esteri Serghiei Lavrov e al ministro della Difesa Serghiei Shoigu, Putin ha chiesto "a entrambi i ministeri di non avviare nessun dialogo su questo tema in futuro". "Aspettiamo - ha proseguito Putin - che i nostri partner divengano abbastanza maturi da condurre con noi trattative eque e significative, su questo argomento cruciale, sia per noi, sia per i nostri partner, sia per il mondo intero. Non dovremmo e non saremo trascinati in una costosa corsa al riarmo", ha affermato il leader del Cremlino pur ammettendo che verranno sviluppate nuove armi a gittata intermedia.

Preoccupate le reazioni in Europa. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in un'intervista ha detto che "non dobbiamo rispecchiare quello che fa la Russia, e non abbiamo intenzione di stazionare armi atomiche di terra in Europa. Però abbiamo molte altre opzioni, che ora passeremo in rassegna. Ma dobbiamo far capire che possiamo avere una credibile deterrenza e capacità di difesa anche in un mondo privo del Trattato Inf", ha aggiunto Stoltenberg. "Senza il trattato ci sarà meno sicurezza", ha twittato il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, mentre il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif ha ironizzato sul fatto che "ogni accordo con il governo degli Stati Uniti non vale l'inchiostro con cui è scritto, persino i trattati ratificati dal Congresso".

Una nota del ministero degli Esteri di Pechino rimarca che la "Cina è contraria al ritiro degli Usa e sollecita Stati Uniti e Russia a risolvere in modo adeguato le differenze attraverso un dialogo costruttivo” avvertendo che il ritiro dell'amministrazione di Donald Trump potrebbe innescare "conseguenze negative".