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Dupont docet

Le grazie di chi onora il Volto Santo

Tra i grandi propagatori della devozione al Volto Santo di Gesù, di cui oggi ricorre la festa, c’è il venerabile Léon Dupont. Che tenne accesa, notte e giorno, una lampada per onorare in casa un’immagine del Volto divino. Che divenne meta di pellegrinaggi dalla Francia e da tutto il mondo. E fonte di guarigioni corporali e spirituali. Come promesso dal Signore ai devoti.

Ecclesia 01_03_2022

«Ah, se questa bella devozione potesse regnare su tutti i cuori, vedremmo presto svanire l’odiosa bestemmia che risuona ai nostri giorni per negare la divinità di Gesù Cristo. La devozione al Volto Santo è certamente un segno di predestinazione: perché quale anima, dopo aver amato e onorato l’immagine che rappresenta questo Volto sacro, non potrebbe essere sicura di contemplarla un giorno nei trionfi della sua gloria?». Le parole di Léon Dupont (1797-1876), ci ricordano a quale premio eterno sono destinati coloro che consolano Nostro Signore contemplando il Suo Volto adorabile, oltraggiato e sfigurato per amore degli uomini. A distanza di quasi un secolo e mezzo dalla morte di Dupont, dichiarato venerabile sotto Pio XII, la Chiesa e il mondo intero hanno necessità di trovare ristoro nella verità di quelle parole e attingere alle grazie infinite che Gesù ha promesso a quanti propagheranno questa devozione.

Proprio oggi, nel martedì che precede il Mercoledì delle Ceneri, cade l’ancora troppo poco diffusa festa del Volto Santo, che il Signore stesso chiese di istituire attraverso le rivelazioni negli anni Trenta del XX secolo alla beata Maria Pierina de Micheli. Le manifestazioni celesti alla religiosa italiana si possono considerare il culmine di un piano eterno, i cui semi si ritrovano già nell’Antico Testamento, un piano nel quale siamo chiamati a imitare i discepoli e, prima ancora, Maria e Giuseppe che più di tutti ci insegnano cosa significhi adorare il Volto di Gesù.

Qui ci interessa conoscere meglio l’impulso straordinario che il culto del Volto Santo ricevette nella Francia del XIX secolo. La Bussola si è già soffermata sul ruolo avuto dalla giovane suor Maria di San Pietro, tornata alla Casa del Padre a 31 anni dopo aver avuto varie visioni di Gesù (e della Madonna) incentrate sulla necessità di riparare le offese al Suo Volto e al Suo Nome. Ebbene, il già citato Léon Dupont, un laico, fu il continuatore della missione di suor Maria. Una bella biografia, scritta da un grande amico di Dupont, l’abate Pierre-Desiré Janvier (e presentata in un’edizione fresca di stampa da Ancilla, con il titolo «Assetato del tuo volto, o Signore»), consente di addentrarsi nella vita di questo venerabile e soprattutto mostra quale mistero di grazia insondabile si cela dietro l’amore al Volto Santo.

Nato in Martinica da genitori benestanti originari della Bretagna, Léon - che già aveva studiato legge in terra transalpina - si era stabilito definitivamente in Francia, a Tours, nel 1834. Di carattere schietto e allegro, la sua vita era già stata segnata a quel tempo da una serie di dolorosi lutti. A sei anni aveva perso il padre, a ventinove il fratello e poi, dopo pochi anni di matrimonio, la moglie Caroline, morta quando loro figlia Henriette aveva appena otto mesi. Per lui fu un colpo tremendo, accompagnato da una grave malattia e presto seguito dalla decisione di dimettersi da magistrato. Le sue ricchezze, del resto, gli consentivano di vivere in modo agiato. E lui ne farà un uso santo.

Quando la figlia aveva ormai due anni e mezzo la portò con sé in Francia - era appunto il 1834 - per adempiere una promessa fatta alla moglie in punto di morte, cioè di farla educare dalla superiora delle Orsoline di Tours di cui Caroline conservava un ricordo filiale.

La grazia divina, intanto, continuava a lavorare nell’animo di Léon, che si andava dilatando nello zelo verso Dio e nella carità verso i poveri, i malati, le opere religiose. Giunse, poi, un altro terribile dolore: la morte della figlia Henriette, a 15 anni. «Dio me l’ha data, Dio me l’ha tolta, sia benedetto il suo Santo Nome!» (cfr. Gb 1,21), disse Léon, richiamando Giobbe. Da quel lutto, ci informa il biografo, «la fede del signor Dupont entrò in una nuova fase di fervore e di perfezione» fino a fargli perdere il carattere di «uomo di mondo» a cui era ancora legato e orientarlo solo a Dio e all’amore per il prossimo. Lunghe veglie, preghiere notturne (come l’Ora Santa), mortificazioni della carne, digiuni divennero abituali. Inoltre, divenne un instancabile propagatore dell’adorazione eucaristica notturna.

In quegli anni, nel convento carmelitano di Tours, suor Maria di San Pietro ebbe le comunicazioni divine accennate sopra, prima tra tutte la richiesta di riparare contro le bestemmie e di istituire una confraternita ad hoc. Dupont, venutolo a sapere, stampò, con l’approvazione dell’arcivescovo di Tours, un libretto intitolato Associazione di preghiera contro la bestemmia e la profanazione della domenica e dei giorni festivi.

Quando poi furono approvate dall’autorità ecclesiastica le litanie del Volto Santo composte da suor Maria, lo stesso Dupont le recitò e le propagò. I messaggi che il Signore aveva affidato alla religiosa, e che lei scriveva in obbedienza ai superiori, colpivano profondamente l’animo di Dupont. Per esempio questo messaggio: «Secondo la cura che prenderete per riparare il mio Volto deturpato dai bestemmiatori, allo stesso modo mi prenderò cura del vostro che è stato deturpato dal peccato. Vi stamperò sopra la mia immagine e la renderò bella come quando è uscita dal fonte battesimale».

Giunse dunque la Quaresima del 1851 (suor Maria di San Pietro era già tornata al Padre tre anni prima). Dupont si vide consegnare da Madre Maria dell’Incarnazione un’incisione del Volto Santo, proveniente da Roma: era una copia, con tanto di attestazione autenticata, del Velo della Veronica custodito nella basilica di San Pietro.

Per onorare l’immagine sacra, Dupont la fece incorniciare e, il Lunedì Santo 1851, la pose a bella vista nel suo salotto. Poi, il Mercoledì Santo, vi accese accanto una lampada e decise di tenerla sempre accesa, anche in pieno giorno, credendo che ciò «avrebbe colpito gli occhi dei visitatori, anche di quelli più indifferenti», suscitando in loro domande e consentendogli di coinvolgerli nella riparazione. La scelta del Mercoledì Santo fu fatta di proposito, per consolare Gesù che proprio in quel giorno era stato venduto da Giuda.

Presto, per effetto dei miracoli corporali e delle grazie spirituali che ricevevano coloro che andavano a pregarvi, il salotto di casa Dupont con il Volto Santo si trasformò in un autentico oratorio aperto a persone provenienti da ogni parte della Francia e poi da ogni parte del mondo. Dupont, che respingeva ogni elogio e dava gloria solo a Dio, divenne a tutti noto come «il sant’uomo di Tours». E a tutti insegnava a fidarsi di Dio e chiederGli qualunque grazia. Basti qui ricordare, nell’antologia di prodigi ricordata dall’abate Janvier, «il deposito di bastoni e stampelle lasciati dagli storpi e dagli zoppi guariti davanti al Volto Santo, e che cresceva di giorno in giorno. Erano raccolti e legati a fasci in un piccolo armadietto che si apriva nell’angolo del soggiorno e che da allora è stato chiamato “la stanza dei miracoli”». Diversi di questi miracoli erano legati all’olio, come una santa unzione, della lampada accesa davanti al Volto Santo. Ma soprattutto sono incalcolabili le conversioni di persone che entravano in casa Dupont - dopo la sua morte convertita in cappella, ancora oggi esistente - anche senza il minimo cenno di devozione e, illuminati dalla fede del venerabile e dalla contrizione che suscitava in loro la vista del Volto Santo, ne uscivano trasformati e in cerca di un sacerdote per confessarsi.

Del resto, già nel 1846, Nostro Signore aveva promesso a suor Maria di San Pietro: «Otterrete attraverso il mio Santo Volto la salvezza di molti peccatori». E diversi secoli prima, a santa Gertrude, Gesù aveva così riassunto i favori per i devoti del Suo Volto: «Essi riceveranno in loro, per l’impressione della mia umanità, uno splendore della mia divinità, e ne saranno illuminati nel profondo della loro anima, così che, per le sembianze del mio Volto, risplenderanno più di molti altri nella vita eterna».
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