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NUMERI E VACCINI

Il dato inglese insegna: più infetti tra i vaccinati over 50

I dati provenienti dall’Inghilterra forniti dalla Public Health England sono preoccupanti: tra gli over 50, risultano 48.264 nuovi infetti, di cui solo 4.891 tra i non vaccinati e 32.828 tra i vaccinati con doppia somministrazione, il 90%. Il vaccino non impedisce affatto l’infezione, soprattutto nella popolazione più anziana, quella che si voleva proteggere. Anche le cronache dagli ospedali di casa nostra mostrano che la vaccinazione non è in grado di impedire il contagio. In motivo in più per dichiarare dannoso il Green pass. 
- LE AMBIGUITA' NEI DATI DELL'ISS di Alessandro Capucci

Attualità 29_08_2021

La coperta diventa sempre più corta. Mentre si cerca di coprire i dati drammatici di Israele (vedi qui), quelli provenienti dall’Inghilterra sono perfino più preoccupanti. Almeno secondo quanto si ricava dai dati ufficiali delle varianti SarsCov2, resi pubblici lo scorso 20 agosto e forniti dalla Public Health England, l’agenzia governativa del Ministero della Salute inglese.

Si tratta di una pubblicazione preziosa, perché fornisce dati su infezioni, ricoveri e decessi da Sars-Cov-2, che distinguono tra la popolazione vaccinata e quella non vaccinata. Dati che dunque possono aiutare a comprendere benefici e problemi della campagna vaccinale in corso.

Oltre il 60% dei nuovi casi registrati fino al 16 agosto, riguarderebbero la variante Delta. Come numeri assoluti, dal 1° febbraio al 15 agosto (si veda la tabella n. 5, p. 22), risultano 386.735 infettati da questa variante (circa lo 0,6% della popolazione). I non vaccinati risultano di poco superiori ai vaccinati: circa 183.000 contro i circa 163.000 (di cui 73.372 in doppia dose), ma con notevoli differenze in base alla fascia d’età.

Al di sotto dei 50 anni, si registrano 337.834 infetti, di cui circa 178.000 non vaccinati (poco più del 50%). Invece, tra gli over 50, risultano 48.264 nuovi infetti, di cui solo 4.891 tra i non vaccinati e 32.828 tra i vaccinati con doppia somministrazione. Tradotto in percentuale, solo poco più del 10% tra le persone dai cinquant’anni in su che sono state contagiate dalla variante Delta – ossia la fascia più a rischio di sviluppare la malattia Covid-19 in forma seria o grave –, non ha ricevuto il siero; mentre invece quasi il 90% è stato vaccinato ed il 68% con due dosi.

Il minimo che si possa dire sui dati presentati fin qui è che il vaccino non impedisce affatto l’infezione. Anche la cronaca made in Italy sta chiaramente facendo capire che la vaccinazione non è assolutamente in grado di impedire il contagio; come è accaduto nella sala parto dell’ospedale Ramazzini di Carpi (vedi qui), dove una neo-mamma è stata contagiata insieme al suo bimbo probabilmente da un’ostetrica e da tre colleghe, risultate positive al tampone. Il Direttore Generale dell’ospedale ha richiamato pertanto ad un corretto uso dei dispositivi di protezione, ricordando «che il virus circola anche tra i vaccinati». Caso analogo nel reparto di Cardiologia dell’ospedale di Polistena (vedi qui), dove un paziente ricoverato e risultato negativo al tampone, si è positivizzato durante la degenza. Medici e infermieri, tutti vaccinati, sono risultati a loro volta positivi.

Il famoso lasciapassare verde appare chiaramente uno strumento inutile per raggiungere l’obiettivo dichiarato di impedire la circolazione del virus (ma non evidentemente per controllare le persone). Se si iniziasse a dire alle persone la verità, e cioè che anche con il vaccino ti puoi infettare e infettare gli altri e dunque devi comportarti come i non vaccinati, l’incantesimo (o meglio, l’ipnosi collettiva) svanirebbe e Cenerentola scoprirebbe di non essere la principessa.

Il rapporto della Public Health England mostra anche che i casi che hanno comportato dei ricoveri risultano 11.416, di cui 6.303 (55%) figurano tra i non vaccinati. Se si guarda tra i vaccinati, si scopre ancora una volta che in gran parte si tratta di vaccinati in doppia dose (3.340). Ma il dato sconcertante riguarda ancora una volta gli over 50. Su 4766 persone ricoverate, solo 1419 non erano vaccinate. In pratica, ogni quattro ricoveri, tre sono vaccinati e uno non vaccinato.

Un’occhiata al numero dei decessi e le perplessità aumentano. Al di sotto dei 50 anni si sono registrati 113 morti entro 28 giorni dal giorno in cui è stata riscontrata l’infezione da variante Delta; di questi, 72 non erano vaccinati. Invece, tra gli over 50, solo 318 decessi dei 1.076 verificatisi riguarda non vaccinati. 745, quasi il 70%, risultano pertanto vaccinati, di cui 652 con ciclo completato. Di tutti i decessi registrati (1.189), solo 390 (circa il 33%) non avevano ricevuto il vaccino, mentre 679 (57%) lo ha ricevuto con doppia dose.

In sintesi, è proprio la categoria più a rischio di contrarre la Covid-19 in forma grave ad avere altissime percentuali di infetti, ricoverati e deceduti. Una conclusione in linea con quella che si è profilata in Israele.

Perché accada questo è compito degli scienziati, quelli veri, spiegarlo. Ma più che conclusioni, sarebbe utile che qualcuno iniziasse a farsi qualche domanda.