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Federazione Russa

Espulso a Mosca il parroco della chiesa dei Santi Pietro e Paolo

Padre Vera è stato costretto a lasciare il paese con solo un preavviso di 24 ore per aver parlato di guerra a proposito di quanto sta accadendo in Ucraina

Padre Fernando Vera, sacerdote dell’Opus Dei, messicano, in servizio in Russia da sette anni, è stato espulso dal pese alla vigilia di Pasqua con un preavviso di 24 ore. Era il parroco della chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Mosca che, insieme alla chiesa francese di San Luigi dei francesi e la cattedrale dell’Immacolata Concezione, rappresenta tutto il patrimonio architettonico e culturale della Chiesa cattolica romana nella capitale russa. A padre Vera non è stato neanche consentito di celebrare le liturgie della Veglia e del giorno di Pasqua alle quali ha provveduto monsignor Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca. Solo da pochi mesi padre Vera aveva sostituito padre Igor Kovalevsij che è stato canonicamente sospeso da monsignor Pezzi per “disobbedienza e per aver indotto i fedeli in tentazione” a causa della sua cattiva gestione della restaurazione degli edifici della parrocchia. I commenti di alcuni fedeli, riportati dall’agenzia AsiaNews, chiariscono come mai sia stato espulso: “padre Fernando ha l’abitudine di chiamare le cose con il loro nome, ma oggi da noi questa non è considerata una virtù civile. Pur con tutta la prudenza necessaria, è difficile oggi non cadere nel reato di ‘diffamazione delle autorità e dell’esercito’ anche solo accennando alla ‘guerra’ in corso in Ucraina: se ai cittadini russi questo può costare pesanti multe o addirittura l’arresto e la detenzione, a un missionario straniero comporta la perdita del diritto di rimanere al proprio posto, senza ottenere neppure le 48 ore di preavviso che si danno ai diplomatici da cacciare”. Va ricordato che per il presidente Vladimir Putin, l’invasione dell’Ucraina è una “operazione militare speciale”. L’espulsione di missionari stranieri – spiega AsiaNews – “non è una novità in Russia, e già nei primi anni del regime putiniano vi erano stati diversi casi, per indicare la volontà dei russi di allontanare le ‘influenze straniere’. Da anni i cattolici russi mantengono un profilo basso, evitando iniziative che possano essere accusate di proselitismo e professando un’assoluta lealtà alle autorità e alle loro indicazioni, ma evidentemente tutto ciò non è sufficiente: il solo essere sacerdote cattolico e cittadino straniero mette a rischio la funzione dei pastori. Sono ancora numerosi i missionari che provengono da vari Paesi del mondo, anche perché i sacerdoti locali non sono ancora sufficienti per coprire le circa 300 parrocchie cattoliche in Russia. Dei quattro vescovi operanti in Russia, tre sono cittadini stranieri e uno è tedesco di cittadinanza russa; già è capitato che venisse allontanato un vescovo nel 2002, quando monsignor Erzy Mazur, vescovo di Irkutsk in Siberia, è stato costretto a tornare nella sua Polonia”.