Santi bambini, il dolore innocente che converte i cuori
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Ventotto storie di bambini non ancora canonizzati ma dalla chiara santità di vita raccolte in una mostra che da mesi gira per l’Italia. Piccoli che hanno vissuto la sofferenza in unione a Gesù, indicandoci la via del Paradiso. La Bussola intervista la curatrice, suor Maria Concetta Visone.
Da Lisa Rossi a Laura Degan, dai fratelli Cosimo, Giastin e Rosaria Gravina a Davide Fiorillo, da Sara Mariucci all’irlandese Ellen Organ. Questi alcuni dei nomi dei 28 bambini al centro della mostra Piccoli Splendori della Gloria di Dio, che da giugno 2025 sta facendo il giro dell’Italia e che in questi giorni (fino al 7 gennaio 2026) è visitabile presso il santuario di Gesù Bambino di Praga, ad Arenzano (Genova).
Nomi di bambini che non compaiono nei libri di storia, sconosciuti ai più e che pure hanno giocato – e continuano a giocare – un ruolo importante nella storia che conta di più: quella della salvezza. Molti di loro sono già noti ai lettori della Bussola (che su Laura Degan ha anche pubblicato un libro). Non sono ancora stati proclamati né santi né beati, ma le loro vite mostrano i segni della santità e sono all’origine di innumerevoli conversioni. Da qui la decisione di una mostra per farli conoscere, come spiega in questa intervista alla Bussola suor Maria Concetta Visone, superiora delle Missionarie Francescane di Maria Immacolata nel convento di Rezzato (Brescia).
Secondo la logica del mondo, questi bambini sono stati sfortunati e la loro morte una disgrazia. Che cosa ci dice invece la logica del Cielo?
Far vedere la logica del Cielo è un po’ il senso della mostra, che ha due scopi. Il primo è insegnare ai bambini che la santità è possibile, che non è un affare solo per adulti. Difatti questa mostra sta attirando tantissimi bambini, perché vedono come altri loro coetanei sono arrivati velocemente, nella loro semplicità e purezza, al cuore di Dio. Nel girare tanti luoghi d’Italia mi sono accorta come molti bambini restino tanto affascinati davanti ai pannelli con le brevi biografie di questi loro “predecessori” e si fermano anche a parlare con loro, come se si stabilisse un’immediata comunione spirituale.
In secondo luogo, è una mostra rivolta anche agli adulti, per rinfrancare la loro fede cattolica. Davanti a questi pannelli ho visto molti adulti piangere. Qualcuno ha detto: «Adesso ho compreso veramente cosa sia la vita», oppure: «Finalmente riesco a dare un senso alle sofferenze che ho vissuto fino ad ora». La santità di questi bambini è qualcosa di molto semplice, diretto, che riesce a penetrare anche nel cuore degli adulti. Come dice san Paolo, «Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole, per confondere i forti». In questa mostra ho deciso di non inserire bambini già beatificati o canonizzati, bensì di presentare figure che non sono ancora molto conosciute ma che meritano di esserlo, sia per dare entusiasmo nella fede sia perché questi bambini possono intercedere per noi dal Paradiso.
Questi bambini hanno unito la loro sofferenza a quella di Gesù. Quale valore ha questa offerta?
La loro santità è passata per strade molto dolorose, un po’ come la Via Crucis. Alcuni di loro hanno vissuto un po’ tutta la loro vita in questa sofferenza unita al Crocifisso, altri pochi anni. Eppure è proprio da quel dolore che si è sprigionato questo profumo della grazia, come incenso che ha avvolto la loro vita e quella dei genitori e di chi era accanto a loro. Hanno avuto anche dei corpi fragili, stavano spesso male, ma attraverso questa sofferenza, che questi bambini univano incessantemente al sacrificio di Gesù, sono riusciti a far uscire spade di luce in mezzo al buio. Il dolore, se vissuto bene, è sorgente di grazie immense. Questi bambini, con il loro dolore offerto a Dio, sono riusciti a fare più di tante prediche o conferenze. Un altro aspetto importante è anche l’offerta delle loro mamme. Nel percorrere la vita di questi bambini spesso mi soffermavo sulla frase del Vangelo: «A te è riservato di essere la madre del Salvatore, l’anima tua sarà trafitta da una spada». Non dobbiamo dimenticare che al dolore di Gesù era unito il dolore di una madre, Maria. Sotto ogni croce di questi bambini c’era anche la madre, sofferente per le sofferenze dei figli. In ogni sì di questi bambini alla croce, il loro dolore è diventato amore, e c’era anche il sì delle loro madri, con l’eco del fiat dell’Immacolata.
In alcune di queste storie è coinvolta l’intera famiglia, a volte questi bambini sono all’origine della conversione dei genitori.
Esatto, nella maggioranza dei casi sono proprio i bambini che hanno portato tutta la loro famiglia a Gesù, perché ci ritroviamo con tanti casi in cui i genitori non erano molto praticanti. Riguardo al dolore degli innocenti, mi colpisce tanto il passo del Vangelo di S. Giovanni (cap. 9) sul cieco nato, dove i discepoli chiedono a Gesù di chi sia la colpa della sua cecità. E Gesù risponde che non è colpa sua né dei suoi genitori, «ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio». Queste malattie non vengono per una punizione divina: piuttosto, il dolore degli innocenti è permesso perché attraverso di esso si manifestino le opere di Dio. Il dolore degli innocenti ha una forza, un’irresistibile potenza di placazione e impetrazione sul cuore di Dio.
Tanti di questi bambini, se non tutti, sono stati anche dei piccoli mistici, che hanno vissuto le realtà del Cielo già in terra. Cosa ci insegna il loro esempio?
Ci insegna che la mistica, l’unione con Gesù è molto più semplice di quello che pensiamo. Sicuramente la teologia è fondamentale, ma possiamo dire che questi bambini sono stati dei piccoli teologi, pur senza studiare libri o ascoltare conferenze. Questi bambini ci insegnano che la vera mistica consiste soprattutto nella semplicità di un cuore che vuole avvicinarsi a Gesù con una grande fede, una grande speranza e un amore immenso: questi bambini hanno incarnato le tre virtù teologali, che sono il fondamento della vita cristiana. E tramite la loro purezza sono riusciti a vivere – possiamo dire – tutte le fasi della vita ascetica e mistica, cioè le fasi della purificazione, dell’illuminazione e poi dell’unione con Dio: ci sono riusciti senza opere straordinarie, ma con questa semplicità di sguardo che in tutto li univa a Gesù.
Può fare qualche esempio?
Sì, un esempio è la piccola Lisa Rossi: all’origine di questa mostra c’è l’incontro con i suoi genitori e quindi con la vita di Lisa, morta ad appena 9 anni, è la prima di questi 28 bambini che ho conosciuto. Della sua figura straordinaria mi colpisce moltissimo il vigore, l’energia, la fede con cui ha vissuto il suo calvario. Questo mi ha messo nel cuore il desiderio di farla conoscere, anche perché io seguo tanti giovani e vedo che tanti ragazzi sono proprio stanchi di vivere, quasi da non avere la forza di progettare un futuro. Lisa, nonostante fosse malata da quando aveva tre anni, non ha mai smesso né di lottare né di fare ginnastica né di dare forza e conforto a tutti, compresi i genitori, da cui forse quel coraggio avrebbe più dovuto riceverlo. Mi ha sempre colpito una frase detta alla mamma: «Gesù con me è buonissimo, non sbaglia un colpo». È una frase che racchiude un’altissima mistica, perché è un atto di fede, speranza e carità. Lei era convinta che Gesù non avesse sbagliato un colpo neanche con la sua malattia, di cui sempre Lisa disse: «Non è per la morte, ma per la gloria di Dio».
Anche nei tre fratelli Gravina, “i tre vulcani della gioia”, si vede che la loro vita è uno schiaffo in faccia non solo a quelli che ritengono inutili certe vite ma anche a coloro che pensano che la felicità dipenda dalla perfezione del corpo o da talenti naturali. Nei tre fratelli Gravina, che sono stati limitati in tante cose e continuamente esposti al rischio della morte per la loro malattia genetica, vediamo davvero una gioia immensa data dall’unione con Gesù, tanto da riuscire a portare Gesù non solo ai genitori ma a tutte le persone che li conoscevano.
In definitiva, quale messaggio danno questi bambini alle famiglie e a quei loro coetanei che magari lottano anch’essi contro una grave malattia?
Danno un messaggio di speranza, confermato dalle testimonianze che mi arrivano da tante persone che mi dicono che sono riuscite ad avere speranza contro ogni speranza, nella loro vita, nelle loro prove e sofferenze. Un altro aspetto bellissimo è che tutti questi bimbi hanno avuto un rapporto speciale con la Madonna e molti di loro con l’angelo custode. Io ho avuto tante testimonianze di persone che mi hanno detto che grazie a questi bambini hanno capito che la Madonna è una mamma che sa prendersi cura delle nostre anime, delle nostre sofferenze, che ci conforta nei momenti difficili. Questi bambini, attraverso la loro vita, ci hanno proprio insegnato la sapienza celeste.
La bimba eucaristica che amava cantare alla Madonna
Spesso la si sentiva conversare con il suo Angelo custode, che diceva di vedere proprio come la sua amata Madonnina. Quando riceve Gesù Eucaristia, a soli sei anni, se ne innamora a tal punto che insiste ed ottiene di poter fare la Comunione ogni giorno. La attendeva con ansia e si spazientiva se il sacerdote tardava: era il suo unico lamento. Laura Degan, salita al Cielo bambina, ci insegna che se non siamo ancora nella Gioia è solo perché non ci lasciamo amare totalmente da quel Dio che tutto può.
Sara, piccola grande profetessa dell'Amore di Dio
Una morte tragica e improvvisa a soli tre anni e mezzo, che spezza le gambe di un'intera famiglia già atrocemente attraversata dal dolore. Eppure la storia di Sara Mariucci e di Mamma Morena, nel tempo, si rivela una immensa storia d'Amore di Dio per tutti i suoi figli a partire da mamma Anna che dopo la morte della sua bambina arriva a dire: "Il Paradiso è nel mio cuore ed io sono in Paradiso con Sara". Sulle sue spoglie oggi si recano fiumi di fedeli che già la pregano come una santa. Ma la missione della piccola bambina di Gubbio è solo all'inizio...
"Gesù è qui, credete!". Lisa ed il miracolo della fede
Schietta, amante della verità, sempre sorridente, tremenda...una vera bomba di energia. Lisa Rossi è una bambina completamente fuori dagli schemi, che Gesù ha scelto per farci conoscere un po' di più il Suo Volto. Il volto di un Padre "buonissimo" che "non sbaglia un colpo" e che vuole a tutti i costi regalare ai suoi figli la felicità, cioè la Salvezza. Il segreto di Lisa? Credere, credere, credere. E sorridere, sempre.
Rosaria, Giastin e Cosimo, i tre vulcani della gioia
I tre fratelli Gravina, che già abitano il Paradiso, ci insegnano a guardare la vita e a leggere la Storia con gli occhi di Dio. Hanno vissuto il tempo della prova sulla loro pelle, per via di una subdola malattia genetica, certi che "Papà Dio" li tenesse costantemente sul palmo delle mani. E hanno accolto Dio senza alcuna riserva perché avevano capito che la loro povertà era il luogo esatto dove Lui voleva venire a salvarli.
"Il Paradiso esiste!" Storia di un angelo senza le ali
Davide Fiorillo è un bambino molto speciale, che ha dato la vita per portare agli uomini il messaggio di Dio. Pochi mesi prima di salire al Cielo, Davide ha svelato il suo inimmaginabile segreto: "Gli angioletti sono sempre qui con me". Ci ha parlato degli Angeli, di Maria e del cuore di Gesù. Mostrando al mondo come la santità sia accettare pienamente la Misericordia di Dio, che vuole salvare tutti gli uomini.

