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Asia

Attacco a un gruppo di preghiera in Indonesia

Dei musulmani armati di bastoni hanno fatto irruzione in una abitazione dove erano riunite delle famiglie cristiane con i loro bambini

 

Nel pomeriggio di domenica 27 luglio in Indonesia un luogo di culto della Indonesian Faithfull Christian Church Anugerah  (GKSI), una chiesa di matrice evangelica, è stato attaccato da un gruppo di musulmani che sono entrati a forza e hanno interrotto l’incontro di preghiera che vi si stava svolgendo e al quale partecipavano diverse famiglie con i figli. Erano presenti circa 30 bambini. È successo a Padang, nella provincia di Sumatra Occidentale. Urlavano “Andate via, andate via”. Erano tanti, armati di bastoni. Poi al grido di “Distruggete tutto” hanno rotto le finestre, distrutto mobili e dispositivi elettronici e hanno interrotto l’erogazione della corrente elettrica. L’abitazione è stata seriamene danneggiata. Due bambini di otto e 11 anni sono stati feriti. La polizia sopraggiunta ha arrestato nove persone. La casa di preghiera si occupa di offrire una educazione religiosa ai bambini cristiani che frequentano le scuole pubbliche nelle quali non ricevono una educazione religiosa. Il sindaco di Padang, Fadly Amran, ha minimizzato dicendo che l’accaduto è stato un “malinteso” da parte dei residenti locali, che la casa di preghiera in fondo non è una chiesa, ma soltanto una casa usata per impartire l’educazione religiosa cristiana. Il reverendo Fu Kwet Khiong, fondatore della Fraternità di Preghiera, Parola, Verità e Vita (SDFKK) si è invece detto molto preoccupato per questi atti di intolleranza che si ripetono in varie parti del Paese e ha inviato una lettera aperta al presidente Prabowo Subianto per chiedere un impegno maggiore – politiche reali e non mera rtorica – da parte del governo nell’assicurare alle minoranze libertà di religione. Un membro della Dewan Perwakilan Rakyat, la Camera bassa, Maman Imanul Haw, ha invece fermamente condannato l’accaduto e ha chiesto che ai responsabili siano inflitte pene severe. Raggiunta dall’agenzia di stampa AsiaNews, Restu Hapsari, dell’Associazione degli Studiosi Cattolici Indonesiani (PP ISKA) ha detto che l’incidente è stato chiaramente un atto di intolleranza e non semplicemente un malinteso. “L’entità dei danni – ha commentato – dimostra chiaramente un’intenzione. Si tratta di una violazione del diritto costituzionale alla libertà di culto”.