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CONVEGNO A ROMA

Zuppi fa da sponda alla svolta contraccettiva della PAV

Al Convegno sulla Humanae Vitae il presidente della Cei lancia parole d'ordine come "fedeltà creativa" e invita i teologi ad "andare oltre". Assist a mons. Paglia nell'opera di sovvertimento dell'enciclica di san Paolo VI.
- LA RAGIONEVOLEZZA E LA BELLEZZA DELLA HUMANAE VITAE, di John Haas

Ecclesia 24_05_2023

Cosa ci faceva il Cardinale Matteo Zuppi ad un congresso che ha voluto mostrare come l'enciclica Humanae Vitae, nella sua condanna della separazione dei due significati dell'atto coniugale, sia la grande roccaforte contro le nuove derive inaugurate dallo sdognanamento della contraccezione? Tra queste, come ha spiegato il Cardinale Ladaria nel suo intervento, proprio l'ideologia di genere, quella cui Zuppi ha dato il via libera nella sua diocesi, permettendo la benedizione di una coppia omosessuale, da parte del responsabile della pastorale familiare della diocesi felsinea, che si era appena "sposata" in comune (vedi qui).

A dire il vero, Sua Eminenza non c'era, ma ha inviato una comunicazione di nemmeno 5 mila battute. Ad ogni modo, cosa ci faceva a questo convegno l'intervento di un cardinale che ha permesso nella propria diocesi quello che l'altro cardinale, fisicamente presente, aveva respinto con il Responsum del marzo 2021? Cosa ci faceva un cardinale che ha lasciato che nella propria diocesi si promuovesse la traduzione pseudo-sacramentale di quella ideologia di genere, che l'altro cardinale ha respinto nello stesso convegno con vigore?

Forse senza rendersene conto, si è dato spazio ad uno dei maggiori fautori della dissoluzione di Humanae Vitae. Non solo per l'importanza del personaggio, ma anche per il suo stile conciliante e dialogante, che continua ad ingannare molti. Perché Zuppi, proprio perché notoriamente non ama pronunciarsi su questioni di dottrina e di morale, riesce ad infilarsi dappertutto, con l'intento di "aprire al dialogo" su questioni che la Chiesa ha già definito da tempo.

E infatti il Presidente della CEI fa riferimento proprio ai teologi che «si confrontano sulle diverse possibilità che si possono individuare e che potrebbero indicare un rinnovamento delle prospettive. Del resto papa Francesco ha ribadito che la tradizione non è “indietrismo” e ha spronato i teologi ad “andare oltre”, con fedeltà creativa». Da che parte tiri la fedeltà creativa lo abbiamo visto analizzando la pubblicazione del Testo base e degli atti del Seminario promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita nel 2021 (vedi qui e qui): il «saggio discernimento», che può portare gli sposi a ricorrere a tutte le tecniche contraccettive non abortive e alla fecondazione artificiale, purché omologa (per il momento).

È per evitare un’opposizione a questa svolta della PAV che il cardinale Zuppi ha esortato ad evitare di «procedere per circoli ristretti e omogenei, che alla fine avrebbero l’intento di ribadire le posizioni dei partecipanti, senza attivare un dialogo sincero e autentico». La «logica degli schieramenti» non può andar bene, perché lo schieramento di opposizione dev’essere smantellato, facendogli presente che non deve arroccarsi sulle sue posizioni, ossia che non deve continuare a proporre la verità, combattendo l’errore.

E infatti, Mons. Paglia, intervistato contemporaneamente allo svolgersi del congresso, si è aggrappato proprio a quest'ultima citazione di Zuppi, facendo capire che l'indebolimento della posizione "indietrista" è necessaria per la rivoluzione. Mons. Paglia indica il senso di quell'«andare oltre» lanciato dal cardinale: «L’amore coniugale, come tale, è fecondo, superando in un colpo solo la annosa questione del rapporto tra i fini del matrimonio». Chiaro, no? Se la fecondità si sposta sull'amore coniugale, non serve più domandarsi se l'atto coniugale debba essere esso stesso aperto alla fecondità.

E Paglia non nasconde che in questo modo ci si sbarazza una volta per tutte della questione dei fini del matrimonio. Già. Peccato però che Humanae Vitae non parlasse dei fini del matrimonio, ma dei «due significati dell’atto coniugale»: di nuovo, dell'atto coniugale, non del matrimonio in generale! E specificava che la «connessione inscindibile» tra questi due significati è stata voluta da Dio e l'uomo non la «può rompere di sua iniziativa». Paglia in questo modo stravolge il testo dell'enciclica, salvo poi mostrarsi come il suo più zelante difensore: «Da parte mia sono d’accordo su ogni passaggio di Humanae vitae. Non troverà nessuno più di me accanitamente e tenacemente schierato a difesa della vita umana».

Che Zuppi fosse lì per fare da sponda a Paglia è piuttosto chiaro per chi conosca i volponi della Comunità Sant'Egidio. Ma abbiamo persino la pistola fumante. Zuppi manda una comunicazione che contiene questo paragrafo: «Ecco perché è necessario interrogarsi su come la questione posta da Humanae vitae possa continuare ad alimentare la comprensione del nesso che intercorre tra sessualità, amore sponsale e generazione, che è emerso con maggiore chiarezza nella luce della prospettiva personalista». Questione cruciale, che per Paglia serve a dare un colpo di spugna all’unione dei due significati dell’atto coniugale ed aprire a contraccezione e FIVET.

Ma, guarda un po’, nell’intervista che il Presidente della PAV rilascia nello stesso giorno dell’intervento di Zuppi, cosa troviamo scritto? «Come saggiamente abbiamo capito oggi, è necessario interrogarsi su come la questione posta da Humanae vitae possa continuare ad alimentare la comprensione del nesso che intercorre tra sessualità, amore sponsale e generazione, che è emerso con maggiore chiarezza nella luce della prospettiva personalista». Un bel centone! È chiaro dunque cosa ci stesse a fare realmente il nome di Zuppi in questo congresso? E così, nella partita tra cardinali, siamo 2 a 1 per i dissolutori di Humanae Vitae.

Lo ha fatto notare il dehoniano P. Lorenzo Prezzi, in un suo articolo per Settimana News. Prezzi rimprovera «quei pochi di retroguardia» accademici della PAV, «ma con un certo seguito nel mondo conservatore cattolico», i quali « tendono a pensare che mons. Paglia, la dirigenza della Pontificia Accademia e i teologi a cui fanno riferimento vogliano svendere la morale tradizionale. Non considerano che è necessario un approccio diverso, un dialogo, una prospettiva creativa per superare le aporie che una visione di chiusura ha provocato».

Quali aporie? «Su Humanae vitae, ad esempio, non si riesce a far capire che chiudersi sul nesso unitivo e procreativo dell’atto coniugale ha portato a svilire, di fatto, il valore dell’amore tra i coniugi. Ed è proprio su tale aspetto che Amoris laetitia cerca di ripristinare una visione più umana e corretta, meno meccanicista e in linea con una Chiesa in dialogo e che tende la mano».

Se Padre Prezzi avesse seguito quello che lui chiama «un convegno organizzato da una “fronda”», si sarebbe reso conto che l’unione dei due significati non solo è l’opposto di una visione meccanicistica, ma ne è l’antidoto; e che le aporie stanno proprio dalla parte di chi invece apre alla contraccezione.
Il minimo che però la decenza richiederebbe è l’ammissione che si stanno sovvertendo Humanae Vitae e l’insegnamento costante della Chiesa.