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nuova strategia di mosca

Ucraina: russi in difesa, ma pronti al contrattacco

Nonostante le gravi perdite, Kiev mobilita tutti gli uomini disponibili. I russi fortificano il fronte di Luhansk e invitano gli abitanti di Kherson (in gran parte filorussi) a evacuare per evitare rappresaglie ucraine: un modo per evitare stragi di civili, e forse per preparare una nuova mossa da est.

Esteri 25_10_2022

La nuova strategia attuata da Mosca sui fronti ucraini non si limita a colpire a distanza le infrastrutture elettriche del Paese ma comincia ad assumere una precisa fisionomia anche sui campi di battaglia. Il comandante delle truppe russe in Ucraina, generale Sergey Surovikin, ha recentemente definito «tesa» la situazione militare a causa degli attacchi ucraini sui fronti orientale e meridionale. «Le forze armate ucraine intendono sfondare le nostre difese e a tal fine stanno portando tutte le forze di riserva disponibili in prima linea. Di solito si tratta di unità di difesa territoriale che non sono state completamente addestrate e hanno il morale basso».

Secondo Surovikin, Kiev sta mandando all’assalto tutte le forze disponibili nonostante perdite stimate tra i 600 e i 1.000 caduti al giorno e impiegherebbe distaccamenti di “nazionalisti” nelle retrovie col compito di sparare a tutti coloro che cercano di abbandonare il campo di battaglia: difficile verificare una simile notizia poiché in nessuno dei due lati del fronte vengono ammessi in prima linea osservatori neutrali o giornalisti. Circa la strategia russa Surovikin ha precisato di non perseguire ampie avanzate per risparmiare vite di militari e civili limitandosi a “macinare” il nemico che attacca.

A confermare indirettamente l’elevato tasso di perdite sofferto dalle forze di Kiev contribuiscono anche fonti militari ucraine.  Il colonnello Yuriy Maksimov, comandante del Centro per il reclutamento e il supporto sociale di Kiev (ex ufficio di arruolamento militare) in un'intervista al canale televisivo ucraino TSN, ha ammesso che il suo esercito è a corto di uomini e gli organici vanno integrati con nuove truppe mediante la mobilitazione di tutti gli uomini di età inferiore ai 60 anni. «Dobbiamo aumentare il nostro potenziale. Vediamo tutti che il nostro esercito sta conducendo con sicurezza operazioni offensive in determinate aree. Ovviamente, dobbiamo avere un numero significativo di personale delle forze di difesa. Credo che la mobilitazione continuerà. Questa è una necessità».

Negli ultimi giorni i russi hanno diffuso immagini della costruzione di una linea difensiva fortificata a protezione del fronte di Luhansk. Una struttura chiamata “Linea Wagner” dal nome della compagnia militare privata russa, Gruppo Wagner, protagonista di molte battaglie il cui proprietario, Yevgheny Prigozhin, ne ha annunciato il 19 ottobre la costruzione. Attualmente la linea difensiva costituita da trincee, fossati e ostacoli anticarro, è lunga appena 1,6 chilometri di fronte a Hirske come mostrano le foto scattate dai satelliti di Maxar Technologies. Secondo il canale russo Zvezda Tv si tratta di una seconda linea di difesa mentre altre fonti precisano che i lavori proseguiranno fino a raggiungere il confine russo-ucraino e la città di Svitlodarsk per un’estensione di 217 chilometri.

La fortificazione potrebbe suggerire che Mosca sta «compiendo uno sforzo significativo per preparare difese in profondità dietro l'attuale linea del fronte, probabilmente per scoraggiare qualsiasi rapida controffensiva ucraina», ha scritto il 22 ottobre il bollettino quotidiano stilato dall'intelligence britannica, la cui diffusione pubblica ampiamente ripresa dai media ne lascia intendere la velleità di influenzare l’opinione pubblica occidentale. Le forze russe «stanno attualmente adottando misure per aumentare la consistenza delle unità militari e costituire forze di riserva aggiuntive preparando linee e posizioni di difesa lungo tutta la linea di contatto» che si estende in Ucraina per circa mille chilometri, ha detto il generale Surovikin.

Circa la situazione nella regione di Kherson, il comandante russo ha confermato le difficoltà e l’evacuazione oltre il Dnepr di circa 60 mila civili, mentre gli ucraini con i razzi a lungo raggio lanciati dagli HIMARS statunitensi hanno danneggiato il ponte Antonovka, la diga della centrale idroelettrica di Novaya Kakhovka dove il traffico è attualmente interrotto e cercano di bersagliare il ponte di chiatte e i traghetti impiegati per trasferire truppe, armi e civili. Di questi ultimi, almeno 25 mila avevano lasciato la riva destra del Dnepr il 24 ottobre quando le autorità filorusse hanno esortato i residenti della città di Kherson ad andarsene. «A causa della situazione tesa sul fronte, del crescente pericolo di bombardamenti e della minaccia di attacchi terroristici, tutti i civili devono lasciare immediatamente la città e attraversare il fiume Dniepr».

Ieri il vicegovernatore della regione, Kirill Stremousov, ha consigliato agli abitanti «di lasciare la città e la sponda occidentale del Dniepr», prendendo «documenti, denaro, oggetti di valore e vestiti» e aggiungendo che «non rinunceremo a Kherson». In questo settore i russi schierano circa 20 mila militari sulla riva sinistra controllando anche la città di Kherson ma da quasi due mesi le continue offensive ucraine hanno guadagnato terreno e bersagliano i punti di transito sul fiume (ponti, diga e battelli) impiegati per rifornire le guarnigioni russe. Secondo molti osservatori l’evacuazione dei civili potrebbe preannunciare un imminente ritiro delle truppe russe oltre il fiume che si svilupperebbe con una tattica tesa a rallentare l’avanzata nemica per permettere di far transitare oltre il fiume armi, mezzi, truppe e munizioni.

Un’operazione complessa da effettuare sotto il fuoco nemico ma tesa innanzitutto a sottrarre i civili di Kherson, in gran parte favorevoli a vivere in territori controllati da Mosca, alle feroci rappresaglie che le forze di Kiev hanno attuato in altre aree riconquistate come ad esempio nella regione di Kharkiv. In alternativa i russi potrebbero puntare a sgomberare i civili per trasformare la città, che prima della guerra contava 300 mila abitanti, in una grande ridotta fortificata in cui imporre agli ucraini uno snervante e sanguinoso combattimento urbano.

L’amministrazione della città ha annunciato ieri la costituzione di una “difesa territoriale” invitando tutti gli uomini rimasti in città ad arruolarvisi. «Per tutti gli uomini che desiderano rimanere a Kherson, nonostante la crescente minaccia alla sicurezza dovuta alle azioni dei nazionalisti ucraini, è stata creata l'opportunità di unirsi alle unità di difesa territoriale della città», si legge nella nota. In città i russi avrebbero interrotto il 23 ottobre le connessioni internet, di telefonia mobile e le trasmissioni radiotelevisive secondo quanto riferiscono fonti militari ucraine mentre l’amministrazione russa della regione ha aggiunto che le forze di sicurezza (membri della Rosvguardia, la Guardia Nazionale russa composta da paramilitari) continuano a garantire la sicurezza in città. I residenti possono recarsi in qualsiasi momento sulla riva sinistra del Dnepr: «le barche partono ogni giorno dalla stazione fluviale per le città di Aleshki e Golaya Pristan». L’istituzione di una milizia di difesa territoriale a Kherson, analoga a quella presente nelle città ucraine, conferma ancora una volta come questo conflitto sia anche una guerra civile, con cittadini ucraini che combattono gli uni contro gli altri per la difesa delle proprie città.

Fonti ufficiali ucraine hanno accusato nei giorni scorsi i russi di bombardare la diga della centrale idroelettrica di Novaya Kakhovka e di averla minata con l’obiettivo di allagare una vasta area che comprende circa 80 centri abitati ma un simile gesto non avrebbe ora alcun senso poiché l’inondazione taglierebbe fuori i militari russi sulla sponda destra del Dnepr condannandoli alla disfatta. I russi però accusano gli ucraini di aver colpito la diga. Ieri l’esercito ucraino ha lanciato 19 missili su Novaya Kakhovka, di cui tre hanno colpito la centrale idroelettrica di Kakhovskaya senza provocare danni gravi, ha annunciato il capo dell'amministrazione cittadina Vladimir Leontyev. Per ridurre i rischi i russi hanno ridotto la portata d’acqua dell’invaso che raggiunge i 18 milioni di metri cubi d’acqua. In termini militari le forze di Mosca semmai potrebbero avere interesse a far esplodere la diga solo una volta completato il loro eventuale ritiro oltre il fiume mentre sono gli ucraini ora a potersi avvantaggiare dal crollo dello sbarramento.

Del resto, la strategia comunicativa di Kiev resta basata sull’accusare i russi di bombardare le installazioni che loro stessi controllano o possiedono: dal centro di prigionia nel Donbass alla centrale nucleare di Energodar, dal Ponte di Crimea ai gasdotti nel Mar Baltico e ora alla centrale idroelettrica di Novaya Kalhovka): sorprende semai che in Europa media e politica siano sempre tutti disposti a bersi fino all’ultima goccia e in modo acritico ogni prodotto della propaganda ucraina.

I russi a Kherson hanno quindi molte valide ragioni per evacuare i civili anche se una di queste potrebbe includere la possibilità di avere mano libera nel far avanzare il nemico in città per poi contrattaccare con una manovra aggirante da est da effettuare con le truppe fresche in arrivo in seguito alla mobilitazione di 300 mila riservisti ordinata a fine settembre. Secondo quanto riferito dallo stesso Putin il 14 ottobre erano già 220 mila i riservisti mobilitati dei quali 33 mila avevano raggiunto i reparti e 16 mila erano già schierati nelle aree di operazioni in Ucraina. «I nostri ulteriori piani e azioni riguardanti la stessa città di Kherson dipenderanno dalla situazione militare e tattica. Opereremo consapevolmente, tempestivamente, non escludendo di prendere decisioni difficili», ha concluso Surovikin.