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ROGAZIONI

Siccità e preghiere, il grande equivoco

La Piccardia muore di sete, ma pregare per l'acqua è cosa cattolica di sempre. Solo chi vorrebbe ridurre la fede a fatto privato si allarma.

Attualità 10_06_2011
madonna rogazioni
Su molte televisioni e quotidiani, il 2 Giugno, quest’anno contemporaneamente Festa religiosa dell’Ascensione e laica della Repubblica, ha avuto ampio risalto una notizia apparsa come straordinaria: “Siccità in Francia, preghiere per la pioggia”. I contenuti spesso erano simili al comunicato Ansa che riportiamo integralmente:
 
“La Francia è alle prese con la peggior siccità da 50 anni e in Piccardia, nel nord, decine di persone si sono riunite in un campo per una "Messa delle Rogazioni", nella quale hanno pregato per la pioggia. Il ministro dell'Agricoltura ha avvertito che se la situazione continuerà così - la primavera 2011 è stata la più calda dal 1900 - le conseguenze potrebbero essere "ancora più terribili" che nel 1976, quando lo Stato impose una tassa sulla siccità per finanziare aiuti ai contadini”.

Sicuramente siamo di fronte ad una forte siccità ma non un caso unico nella storia, la vera eccezionalità è che nessun giornalista e/o commentatore ha fatto notare che  le rogazioni sono - nel cattolicesimo - preghiere, atti di penitenza e processioni propiziatorie sulla buona riuscita delle seminagioni che si ripetono ogni anno da secoli, come da secoli si ripetono le calamità naturali. Si distinguono in "maggiori", nella giornata del 25 aprile, e "minori", nei tre giorni che precedono la festa dell'Ascensione nel rito romano (otto giorni nel rito ambrosiano).

Secondo la definizione di papa Benedetto XIV (1740-58) le rogazioni erano preghiere adatte a difendere la vita degli uomini dall'ira di un Dio che c'impaurisce in ogni luogo. Il loro scopo era quello di "allontanare i flagelli della giustizia di Dio e di attirare le benedizioni della sua misericordia sui frutti della terra".

L'usanza ha origini molto antiche e risale a un evento accaduto nella Gallia Lugdunense nel V secolo. Nell'anno 474 si abbatterono sul Delfinato varie calamità naturali e un terremoto. Mamerto, vescovo di Vienne (poi proclamato santo) chiese ai suoi fedeli di avviare un triduo di preghiera e di digiuno e stabilì di celebrare solenni e pubbliche processioni verso alcune chiese della diocesi. I tre giorni di penitenza si conclusero il giorno dell'Ascensione. Questa "proposta" di preghiera che il vescovo fece alla popolazione venne chiamata «rogazione», dal latino rogatio, termine usato nell'antica Roma per indicare una proposta di legge nata dal popolo.

Le invocazioni del celebrante durante la processioni sono: "A fulgure et tempestate" (Dalle folgori e dalla tempesta) e tutti gli altri inginocchiati a terra rispondono "Libera nos Domine" (Liberaci Signore), altre implorazioni(rogazioni); "A peste, fame et bello" (Dalle malattie, dalla fame e dalla guerra) e la gente sempre a rispondere "Libera nos Domine". E ancora: "Ut pacem nobis dones" (Affinché ci doni la pace), "Te rogamus audi nos” (Ti preghiamo, ascoltaci). Nella cultura contadina tutti sapevano che Madre Natura può divenire Matrigna e si affidavano alla Provvidenza affinché li proteggesse.

Quindi lo scorso 2 giugno il pregare le rogazioni non era un evento straordinario che dimostrava che la siccità francese era eccezionale in seguito al famigerato riscaldamento globale, come qualcuno spesso ha fatto intendere. Era “solo” il ripetersi di una tradizione antica ed ormai sconosciuta ai più. Per questo sui mass media si è ripetuto un caso di finta dimostrazione che usa la coincidenza di eventi come prova “scientifica” della loro dipendenza,  comportamento di cui abbiamo già scritto in “Anche gli adulti credono a Babbo Natale”.

Le rogazioni sono preghiere ordinarie che si ripetono da secoli perché eventi estremi naturali dalla notte dei tempi incutono angoscia nell’uomo, agli antichi che vivevano a contatto della natura questo era ben chiaro. Allora l’uomo si affidava alla volontà del Padre buono affinché li proteggesse  dalle “violenze” dell’ambiente circostante, che permettesse a tutti di avere il “pane quotidiano”. Oggi invece la natura diventa violenta solo in risposta alle emissioni umane del gas naturale dal nome anidride carbonica,  le preghiere sono rappresentate come atti fatti solo quando occorre chiedere a Dio che sia fatta la "nostra" volontà intervenendo “magicamente” sui fenomeni naturali.

Proprio questo modo di rappresentare semplicisticamente sempre la religione come “fatto privato” tra rito e “magia”, fa scomparire la profondità e bellezza di un cammino, tra e con i fratelli, nella sequela di Cristo.