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Epidemie

Si allontana la speranza di un vaccino efficace contro la tubercolosi

La tubercolosi è la nona causa di morte nel mondo e la prima se si considerano le malattie infettive. Trovare un vaccino è vitale tanto più che sono molti i casi di resistenza ai farmaci

 

Svipop 31_10_2019

 

La tubercolosi è la nona causa mondiale di morte e la prima causa di morte da malattie infettive, seguita dall’Aids. Uccide 1,5 milioni di persone all’anno, 251.000 dei quali affette da Aids. In Africa si registra il 25% dei casi, ma il paese più colpito è l’India, con il 27%. Seguono Cina, 9%, Indonesia, 8%, Filippine e Pakistan, 6%, Nigeria e Bangladesh, 4% e Sudafrica, 3%. In India ogni anno si scoprono circa 2,8 milioni di nuovi ammalati, oltre 100.000 dei quali con una forma di Tbc resistente ai farmaci. Nel 2018 i nuovi casi individuati sono stati dieci milioni, il 9% dei quali riscontrati tra ammalati di Aids: 5,7 milioni di donne, 3,2 milioni di uomini e 1,1 milioni di bambini. Il dato positivo è che il tasso di mortalità da Tbc è sceso del 42% tra il 2000 e il 2018, periodo in cui sono state salvate 58 milioni di vite. Tuttavia la malattia è molto contagiosa, nei paesi in via di sviluppo i progressi sono troppo lenti. Un vaccino potrebbe rivoluzionare la cura della malattia. Se ne stanno testando 14, tre in fase I, otto in fase II e tre in fase III. Uno dei vaccini attualmente in fase di sperimentazione, il BCG Jab, non si sta dimostrando abbastanza efficace. Tuttavia è importante il fatto che si è dimostrato efficace in persone adulte già contagiate dal Mycobatecterium tuberculosis che causa la malattia. Finora è stato sperimentato su 3.500 persone. Secondo i ricercatori è necessario procedere a ulteriori test. Il vaccino è stato presentato il 29 ottobre nella città indiana di Hyderabad. L’equipe di ricercatori che lo ha messo a punto ritiene che nella migliore delle ipotesi potrebbe essere messo in uso nei paesi più minacciati dalla Tbc intorno al 2028. La malattia è latente in circa un quarto della popolazione mondiale che presenta il rischio tra il 5 e il 10% che il batterio diventi attivo.  L’Oms si prefigge di ridurre il numero dei nuovi casi del 90% e quello dei morti del 95% tra il 2015 e il 2035.