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Islam

Reazioni del mondo islamico all’omicidio di Samuel Paty

Dalla Turchia al Bangladesh, dall’Iran al Pakistan, l’Islam, con l’eccezione dell’Arabia Saudita, reagisce all’omicidio di Samuel Paty accusando la Francia di perseguitare i musulmani

 

 

 

Il mondo islamico reagisce per lo più con protervia all’omicidio di Samuel Paty, il docente di storia decapito in Francia il 16 ottobre da un musulmano come punizione per aver mostrato delle vignette satiriche su Maometto durante una lezione sulla libertà di espressione. Il ministro degli esteri iraniano ha convocato l’incaricato d’affari francese. Il 26 ottobre in Bangladesh migliaia di persone hanno partecipato a una manifestazione di protesta mostrando manifesti con la fotografia del presidente francese e la scritta: “Macron è il nemico della pace”. Il parlamento pakistano nello stesso giorno ha votato una risoluzione che chiede di richiamare l’ambasciatore pakistano a Parigi. Tra le reazioni più arroganti c’è quella del presidente turco Recep Tayyip Erdogan che il 24 ottobre ha insultato il presidente francese Emmanuel Macron mettendone in dubbio la salute mentale e ha lanciato un appello a boicottare i prodotti francesi, appello che è stato accolto da Qatar e Kuwait. Erdogan è arrivato a dire che “contro i musulmani d’Europa è in corso una campagna di linciaggio simile a quella condotta contro gli ebrei europei prima della Seconda guerra mondiale”. Parigi ha richiamato il proprio ambasciatore ad Ankara. Mohammed Moussaoui, presidente del Consiglio francese del culto musulmano, ha replicato che Erdogan non ha diritto a parlare a nome dei francesi musulmani e dichiarato che in Francia i cittadini musulmani non sono affatto perseguitati. Il 27 ottobre l’ambasciata francese in Turchia ha raccomandato estrema prudenza ai francesi residenti e in viaggio nel paese. Il ministro degli esteri francese Jean-Yves Le Drian ha emanato un analogo avviso per i francesi in Indonesia, Bangladesh, Iraq e Mauritania. Al contrario l’Arabia Saudita ha assunto una posizione moderata: pur condannando le vignette su Maometto di “Charlie Hebdo” ha preso le distanze da azioni di boicottaggio e altre iniziative. Il 27 ottobre un portavoce del ministero degli esteri saudita ha dichiarato che il suo paese condanna tutti gli atti di terrorismo e ha aggiunto: “la libertà di espressione e di cultura deve essere una pietra miliare, di rispetto, tolleranza e pace, che respinge pratiche e azioni che generano odio, violenza ed estremismo e sono contrarie alla convivenza”. Nello stesso giorno il quotidiano “Arab News” ha riportato le parole di Mohammed al-Issa, segretario generale della Lega musulmana mondiale, con cui ammonisce che una reazione eccessiva, negativa e inaccettabile, andrebbe solo a beneficio degli “haters”. Tuttavia appelli a boicottare il made in France sono comparsi sui social network sauditi.