Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Elisabetta di Portogallo a cura di Ermes Dovico

Omoeresie

Quel don pro LGBT

Don Armando Cattaneo da anni partecipa al Gay Pride milanese. Parla di amore di Dio, dimentico che Dio non può amare il disordine morale.

Gender Watch 02_07_2025

Lui si chiama Don Armando Cattaneo della chiesa di San Carlo al Lazzaretto a Milano. Da tre anni con il suo girello si siede presso la testa del corte del Gay Pride di Milano per incoraggiare i partecipanti. Quest’anno ha esposto un cartello che così recita: «Felici perché Dio Padre ci ha fatti tutti bellissimi!».

Intervistato dal Corriere della sera dichiara: «Il messaggio era: “Il Padre Eterno è grande e vi vuole bene, non angosciatevi. Non portatevi addosso questo senso di discriminazione”. La Chiesa cammina lentamente, si trascina dietro duemila anni di storia. Ma noto che i laici stanno acquistando più serenità e sicurezza. Non dipendono dall’autorità del prete o di un parroco. Seguono la propria coscienza». Due riflessioni: Dio vuole bene anche le persone omosessuali non perché omosessuali ma nonostante la loro omosessualità. In secondo luogo è bene seguire la propria coscienza solo quando è retta.

Poi l’intervistatore gli fa presente che Orbàn ha parlato di eventi ripugnanti in riferimento ai Pride. Don Armando così ha risposto: «Stiamo tornando a una situazione di chiusura mentale. Anziché il sentimento o la ragione, si usa altro». Ma è proprio con l’uso della ragione che possiamo definire l’omosessualità come condizione contro natura. Proprio come insegna il Catechismo, quel Catechismo che Don Armando dovrebbe insegnare e da cui non dovrebbe prendere le distanze come, invece, ha fatto in tema di omo e transessualità.