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Il caso

Polonia, con Tusk a rischio la difesa nei processi politici

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Convocato in procura l’avvocato Krzysztof Wąsowski per un caso riguardante l'Agenzia governativa per le riserve strategiche. I colleghi di Wąsowski, che è anche il legale di padre Michal Olszewski, parlano di tentativo di impedire la difesa nei casi politici. Il che non succedeva neanche nella Polonia sovietica. E l'Ue tace.

Esteri 15_07_2025
L’avvocato Krzysztof Wąsowski (foto da W. Redzioch)

L'avvocato Krzysztof Wąsowski, che rappresenta gli accusati in alcuni casi politici avviati dalla procura del ministro Adam Bodnar, è stato convocato in procura come sospettato in una vicenda in cui è l'avvocato difensore di tre imputati. In particolare, si tratta di un caso riguardante l'Agenzia governativa per le riserve strategiche (RARS). Venerdì 4 luglio, due agenti dell’Ufficio centrale anticorruzione (CBA) si sono presentati nel suo ufficio con una convocazione a comparire davanti al procuratore Karol Zok, a Katowice.

L'operato del procuratore è stato duramente criticato dagli avvocati, che hanno definito questa convocazione una violazione degli standard di uno Stato rispettoso della legge e un tentativo di impedire la difesa in un caso politico. Questo non succedeva nemmeno nella Polonia sotto il regime comunista. «L'avvocato difensore degli imputati in un processo politico deve ascoltare le accuse, il che significa escluderlo dalla difesa. Questi non sono gli standard di uno Stato di diritto democratico!»,  ha scritto un noto avvocato, Bartosz Lewandowski, sui social media.

Vale la pena ricordare che l’avvocato Wąsowski è anche difensore di padre Michał Olszewski, il cui caso è noto ai lettori della Nuova Bussola. Padre Olszewski è un dehoniano polacco, a capo della Fondazione Profeto, tenuto in prigione per sette mesi e trattato come un grande criminale per la questione relativa all'utilizzo dei fondi ricevuti, sotto il precedente governo, per la sua Fondazione dal Fondo Giustizia gestito dal Ministero della Giustizia. L’arresto «esplorativo» del sacerdote evidentemente serviva per estorcere da lui qualche dichiarazione compromettente contro l’ex ministro e l’ex viceministro della Giustizia, per poter organizzare un processo spettacolo contro questi due importanti politici dell’odierna opposizione. Purtroppo, la vendetta di Donald Tusk contro i precedenti governanti polacchi e contro la Chiesa passa anche per la via giudiziaria; e la repressione giudiziaria sta diventando sempre più preoccupante.

L’avvocato Krzysztof Wąsowski si era assunto il compito della difesa di padre Olszewski. Il difensore aveva valutato in modo molto critico le azioni degli investigatori nel caso del Fondo Giustizia e in un altro caso riguardante la RARS. Secondo Wąsowski le azioni delle procure hanno chiare motivazioni politiche. Secondo le informazioni del Ministero dell'Interno e dell'Amministrazione, sono state presentate 36 accuse contro 13 persone per irregolarità nelle attività della RARS. Tuttavia, circa un mese fa, un tribunale di Katowice ha stabilito che le prove per incriminare l'ex presidente della RARS, Michał Kuczmierowski, sono inaffidabili. Invece tre settimane fa, gli agenti dell’Ufficio centrale anticorruzione hanno arrestato Dominik B., affetto da una grave malattia agli occhi che senza cure rischia la cecità totale. Nonostante ciò, la procura ha chiesto l'arresto temporaneo.

«La situazione è molto pericolosa dal punto di vista dello Stato di diritto e, in generale, dell'ordine costituzionale e dello Stato di diritto democratico», afferma l'avvocato Wąsowski. Secondo lui, tali azioni hanno un carattere intimidatorio e avranno un impatto sulle attività di difesa, motivo per cui chiede l'intervento dell'Ordine degli Avvocati in questa vicenda.

Della faccenda ha parlato in un post la giudice Kamila Borszowska-Moszowska: «L'avvocato Krzysztof Wąsowski, noto per aver affrontato casi difficili, politicamente e mediaticamente scomodi, oggi potrebbe aver bisogno di una difesa. Se le accuse contro di lui sono state mosse proprio perché ha rappresentato una persona o un caso indesiderato dalle autorità, allora non abbiamo solo a che fare con un potenziale abuso, ma anche con una dura prova per lo Stato di diritto e l'indipendenza dell'ordine forense». Ha aggiunto anche che «non è la prima volta che gli avvocati in Polonia pagano un prezzo professionale, sociale o personale per il loro coraggio. Ma ogni colpo del genere, anche se mascherato da legalismo, invia un messaggio chiaro alla comunità: “Non ti esporre, perché potresti essere il prossimo”. Il coraggio ha un costo. Ma il silenzio e l'inazione possono costare di più: la cancellazione dello Stato di diritto».

Un altro giudice, Adam Jaworski, ha affermato che il tentativo di presentare accuse contro l'avvocato «nello stesso procedimento in cui l'avvocato Wąsowski è l'avvocato difensore, giustifica il timore che si tratti di un'azione strumentale volta a impedire l'esercizio delle funzioni difensive».

La convocazione in procura di un avvocato difensore ben conosciuto come Wąsowski ha senza dubbio lo scopo di intimidire l’intera categoria. «Gli avvocati inizieranno semplicemente ad avere paura. Se il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati non reagisce, e se il suo presidente Rosati non reagisce a questa sfrontatezza, perderemo molto perché i clienti avranno un problema. Gli avvocati avranno paura di accettare dal cliente documenti o depositi, di ascoltare il cliente in generale. Come si può normalmente difendere qualcuno in una situazione del genere?», si chiede lo stesso Wąsowski.

L’Associazione degli Avvocati di Polonia, guidata dal suo presidente, il giudice Łukasz Piebiak, in una lettera aperta inviata al presidente del Consiglio Supremo dell'Ordine degli Avvocati, Przemysław Rosati, afferma che il caso della convocazione dell'avvocato Wąsowski in procura come indagato «è di natura politica». «Il modo in cui le forze dell'ordine hanno agito suggerisce che lo scopo di questa azione fosse quello di costringere l'avvocato K. Wąsowski a rivelare informazioni ottenute dai suoi clienti mentre forniva loro la difesa, e forse anche di esercitare pressioni su di lui per limitarne la capacità di difendere i suoi clienti», scrive il giudice Piebiak nella lettera.

È stato sottolineato che la convocazione dell'avvocato rappresenta un «tentativo senza precedenti di violare il segreto professionale e il diritto alla difesa». Tali azioni sono state paragonate a pratiche note in Corea del Nord, Russia e Bielorussia. Nella lettera si chiede una reazione urgente da parte del Consiglio Superiore dell'Ordine degli Avvocati.

Ma non dovrebbe reagire anche l’Unione europea che voleva il ripristino dello Stato di diritto in Polonia e adesso tollera i processi politici, l’occupazione delle procure, la violazione delle leggi e della Costituzione soltanto perché al potere nel Paese è «l’europeista» Tusk?



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