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Lessicalmente corretto

Oxford omaggia i "non binari"

Proposta di qualche professore di Oxford: nelle cerimonie ufficiali via i termini maschili e femminili per non irritare i "non binari".

Gender Watch 22_03_2025

Il vocabolario LGBT miete altre vittime. Questa volta tocca ad Oxford. C’è una proposta di qualche professore che vorrebbe che nelle cerimonie ufficiali, in primis quelle di laurea, fossero eliminati i termini maschili e femminili, per includere i "non binari", ossia coloro i quali non si sentono né carne – sostantivo femminile – né pesce – sostantivo maschile. Ad esempio nella cerimonia di laurea si usa dal XII secolo il latino e per designare i dottori si usa “magistri”, “maestri”. Ma è un plurale maschile inaccettabile per gli utopisti del gender ed ecco che si propone “vos”, ossia “voi”. Via anche la parola “doctores” per gli stessi motivi.

Tre brevi riflessioni. La prima: le persone non binarie non esistono per il semplice motivo che qualsiasi persona che ha calcato questa terra e che la calcherà in futuro è stato o maschio o femmina. Credersi niente, non significa esserlo veramente. Io posso pensarmi unicorno, ma rimarrò un uomo.

Seconda riflessione: i nostri simpatici amici non binari sono in percentuale lo zero virgola qualcosa rispetto alla popolazione inglese. Perché la maggioranza dovrebbe annullarsi per far piacere alla sparuta minoranza? Sì, annullarsi, perché verrebbe chiesto ad una pletora di maschi e femmine di cancellare la propria identità sessuale.

Naturalmente – e così arriviamo alla terza riflessione –  l’inclusione non c’entra nulla. C’entra invece l’esclusione: escludere dalla cultura e dalla società la natura e la realtà che nel caso delle persone è anche sessuata e binaria. Solamente binaria.