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UE

Ora c'è chi vuole far pagare all'Italia la crisi dell'Europa

Si sta cercando di far pagare rallentamento dell'economia della Germania, e non solo, all'Italia con il pretesto della crisi di governo. Togliendo tra l'altro il commissario italiano dal nuovo governo della Ue: ma la Spagna sta peggio di noi, con un governo in crisi da nove mesi e altri paesi devono andare al voto in autunno. Il premier Conte dovrebbe puntare i piedi in Europa.

Politica 11_08_2019
Il presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen con il primo ministro italiano Conte

Il ‘Capitano’ dei populisti-popolari’ europei, Matteo Salvini, il peggior nemico da abbattere per tutti coloro che fortissimamente, politici e lobbisti, vogliono lasciare ingessata l’Europa, ha spiazzato tutti aprendo la crisi di governo in Italia. Colui che già era stato identificato da alleati e avversari come il simbolo, con Orban, di una nuova idea di Europa, ora è divenuto il capro espiatorio anche dell’arretramento economico con cui il continente deve fare i conti. In realtà troppe offese e guerre a Trump, linea esaltata sin dalla elezione del Presidente USA, non hanno favorito in nessun modo una conciliante intesa commerciale, l’hanno acuita. La guerra dei dazi e delle monete, con la diluizione del dollaro come moneta di riferimento, non è stata né prevista, né è in grado di essere governata oggi, con una Commissione in ‘uscita’ ed una ‘in entrata’ (clicca qui)

In tutto ciò, i dati tedeschi ed europei dei giorni scorsi - rallentamento forte delle spinta economica e della produzione - non può essere certo per colpa di Salvini o della crisi di governo italiana. Eppure, i tedeschi tentano di mettere sulle nostre spalle anche le loro croci. Voci si rincorrono in tutta Europa, l’Italia ne fa da megafono, su come la crisi di governo faccia perdere all’Italia il ruolo di ‘Commissario alla Concorrenza’.

Sono ‘balle’. Nessuno è a conoscenza della reale solidità della promessa fatta a Conte nello scorso vertice di fine giugno, ma credere che la crisi attuale italiana sia la causa del ‘cambio di portafoglio’ della Commissione per il nostro paese è lunare. Non solo perché non c’è nessuna decisione dell’Italia sul nome del Commissario, né Conte lo ha comunicato nel suo incontro con la Van der Leyden delle scorse settimane, ma anche perché il peso dell’Italia è da troppi anni pari a ‘zero’. Lo scorso governo Renzi si era aggiudicato il Rappresentante della politica estera con un candidato italiano (Mogherini) il meno esperto possibile (scartando in malo modo D’Alema). Oggi, cosa dovevamo attenderci?

Non c’era la ‘Concorrenza’ e non poteva esserci per molte ragioni, prima delle quali, come abbiamo scritto qui, Francia e Germania mai avrebbero permesso di metterci un italiano che difendesse tutti i paesi europei, inclusa l’Italia, e imbrigliasse il loro strapotere. Lo spread sale? Male, ma anche qui, non contribuiamo a farci più male. La Spagna non ha un governo né una legge di Bilancio, approvata dal Parlamento, almeno da 9 mesi e il neo leader dei socialisti europei Sanchez, sta governando il paese in emergenza e potrebbe portare il paese verso le elezioni anticipate, nel prossimo novembre (clicca qui). 

Alla Spagna però, i ‘capi’ europei, hanno assicurato sin dal mese scorso il posto di Commissario/Alto Rappresentante degli esteri della Commissione e l’Italia ha fatto male ad assecondare allora questa decisione. Il nostro Presidente del Consiglio Conte, sinché è in carica e fino a quando rappresenta il governo Italiano, invece di scendere in polemicucce elettorali di parte, visto il suo ruolo di ‘super partes’, dovrebbe velocemente mettere in campo tutti gli strumenti diplomatici del caso per ricordare ai mercati e alla Presidente Van der Leyden ciò che essi stessi già conoscono e fingono di non sapere, per speculare sul nostro paese.

La Spagna sta peggio di noi, il Belgio non ha un governo ma ha già il Presidente del Consiglio europeo, Austria e Polonia avranno le elezioni tra il prossimo Settembre ed Ottobre e nessuno mette in dubbio il ruolo dei loro commissari futuri (clicca qui); la Presidente della Commissione confermi il posto italiano, di primo piano e di natura economica; l’Italia non ha colpa della crisi tedesca, le speculazioni contro il nostro paese (ne immaginiamo gli artefici e filantropici attori) sono una offesa alla intelligenza e alla realtà, visto che altri paesi europei stanno in campagna elettorale da mesi. Sarebbe un dovere istituzionale farlo, un gran gesto di signorilità politica coerente con il ruolo di Premier italiano (clicca qui).

Rimane un grande neo, l’ennesimo, nel nostro respiro internazionale: in tutti questi mesi di ‘continua querelle’ tra alleati di governo, ci si è dimenticati della Libia, della Tunisia, della Algeria. Fatto grave che non solo ha lasciato via libera alle manovre francesi, ormai sempre più palesi, ma ci ha posto in un grave ruolo di spettatori nei confronti di paesi confinanti e che, nella maggior parte dei casi, avrebbero preferito avere al loro fianco anche l’Italia (clicca qui). 

Per nostra ‘omissione’ più che per la bravura di Macron, li abbiamo condannati, al di là di tutte le emergenze di oggi (immigrazione, crisi istituzionali ed economiche etc.) ad altri decenni di sudditanza francese.