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CONFINE MESSICANO

Ondata di immigrati negli Usa, Biden apre le porte

Altro disastro in arrivo per l’amministrazione Biden. Mentre l’Europa è alle prese con l’ondata di profughi dall’Ucraina, negli Usa è aumentato il flusso di arrivi di immigrati dal Messico, a livelli mai visti. E non c’è neppure una guerra. Eppure Biden vuole abolire per il 23 maggio il Titolo 42 (espulsioni rapide) introdotto da Trump. Rivolta fra i Dems.

Esteri 21_04_2022
Il confine Messico-Usa a Yuma (Arizona)

Altro disastro in arrivo per l’amministrazione Biden. Mentre l’Europa è alle prese con l’ondata di profughi dall’Ucraina, negli Usa è aumentato il flusso di arrivi di immigrati dal Messico, a livelli mai visti. E non c’è neppure una guerra.

Solo nel mese di marzo, sono stati arrestati quasi 210mila immigrati illegali negli Stati meridionali di confine, un record imbattuto da 22 anni. Da ottobre ad oggi, gli arresti sono stati circa 1 milione, secondo i dati dell’autorità per la Protezione del confine e delle dogane. Solo a 11.397 immigrati è stata concessa la protezione umanitaria. Eppure, nel bel mezzo di questa crisi migratoria, l’amministrazione Biden ha annunciato che, come promesso, il 23 maggio prossimo ritirerà il Titolo 42, un provvedimento dell’amministrazione Trump come misura anti-pandemica, in base al quale gli immigrati illegali possono essere espulsi per direttissima.

L’ultima crisi migratoria non nasce dal nulla. Da quando si è insediata la nuova amministrazione democratica, dunque dall’inizio del 2021, il flusso dal Messico è aumentato esponenzialmente. La politica dell’immigrazione è rimasta sostanzialmente uguale rispetto all’amministrazione precedente, ma una campagna elettorale democratica basata anche sui temi dell’accoglienza ha fatto da volano per chiunque volesse raggiungere gli Usa, con metodi illegali. In generale, si è trattato della maggior pressione sui confini meridionali dall’inizio degli anni ’60.

I numeri sono cresciuti negli ultimi sette mesi, probabilmente anche a causa del Covid, che ha provocato una grave crisi economica in tutti i Paesi dell’America centrale. Secondo le autorità statunitensi sono anche aumentati, in proporzione, i cittadini in fuga dalle dittature comuniste latine. I cubani che hanno attraversato il confine illegalmente, in particolare, sono 32.271 nel solo mese di marzo (erano 38.390 in tutto il 2021). Dall’inizio del 2022 sono fuggiti dal regime comunista verso gli Usa, via Messico, in 79.377. Altre decine di migliaia di emigranti fuggono dal Nicaragua e dal Venezuela. E quest’anni si sono aggiunti anche 5mila ucraini, che hanno subito ottenuto la protezione umanitaria negli Usa, appena sono arrivati alla dogana di San Diego, California.

Il “Titolo 42”, introdotto nel marzo 2020, ha portato all’espulsione di circa 2 milioni di immigrati illegali fino ad oggi. Non ha risolto il problema del tutto, perché gli espulsi provano ad attraversare il confine nuovamente, ripetutamente. Ma per ammissione di funzionari della stessa amministrazione Biden, la sua abolizione provocherà con tutta probabilità un aumento del fenomeno e non una sua diminuzione. Il Wall Street Journal che cita quelle fonti interne, rimprovera, in un editoriale di martedì, la mancanza di una politica alternativa. Se, infatti, è comprensibile abolire un provvedimento temporaneo legato all’emergenza sanitaria, l’amministrazione Biden, molto meno comprensibilmente, sta anche lavorando all’abolizione della “Remain in Mexico policy”, introdotta dall’amministrazione Trump nel 2019, in base alla quale i richiedenti asilo avrebbero dovuto attendere in territorio messicano (e non statunitense) fino al momento dell'esame del loro caso. La “Remain in Mexico policy” è stata sospesa da Biden non appena si è insediato alla Casa Bianca, il tribunale federale del Quinto Circuito (Sudest degli Usa) l’ha reintrodotta a seguito di una causa legale intentata da Texas e Missouri, ma Biden è ricorso in appello presso la Corte Suprema per rinnovare la sospensione. Nel frattempo sta lavorando ad una legge per ribaltare quella politica.

Il messaggio è chiaro: una politica delle porte aperte, niente espulsione e neppure nessun “limbo” in Messico per chi cerca di chiedere asilo. Ma la politica sta reagendo male. Con il 57% degli americani che si dichiara contraria alla politica di Biden sull’immigrazione, anche dieci dissidenti del Partito Democratico stanno lavorando con i Repubblicani per far passare una legge che mantenga in vigore il Titolo 42. I dissidenti sono nove senatori, fra cui spiccano Kyrsten Sinema e Joe Manchin (gli stessi che avevano bloccato l’enorme piano di spesa sociale Build Back Better, alla fine dell’anno scorso). A loro si aggiunge anche un deputato del Texas, Henry Cuellar, di origine messicana. Sono gli immigrati legali, infatti, fra i maggiori oppositori di una politica considerata troppo lassista.