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IL SISTEMA BIBBIANO SI ALLARGA

Modena, quella consulenza alla psicologa già agli arresti

Si snoda tra Mirandola e Parma, passando per Bibbiano, il nuovo filone di un’inchiesta in mano alla procura di Modena. Forza Italia scopre che una minore è stata affidata a una casa famiglia di Parma e seguita dal centro la Cura di Bibbiano, ma il rinnovo - con ricarico - di una consulenza alla psicologa dell'Hansel e Gretel è stato fatto quando la donna era già agli arresti. I sindaci Pd dell'Unione della Bassa modenese che firmarono la delibera nel 2017 tremano. Perché l'indagine della magistratura dovrà fare luce anche sugli affidamenti passati. 

Attualità 25_08_2019

Stavolta l’imbarazzo dei sindaci della Bassa modenese (6 in mano al Pd e 3 di centrodestra) è grande: “Stiamo effettuando le necessarie verifiche in merito alle procedure eseguite”. E’ un modo per ostentare sicurezza quando la sicurezza non c’è più dato che ad effettuare le “necessarie verifiche” su un affidamento alla psichiatra Nadia Bolognini quando questa era già agli arresti domiciliari per l’inchiesta Angeli e Demoni sarà la procura di Modena.

Tre sono infatti i nuovi indagati del filone staccatosi da quello principale dell’inchiesta su cui la procura di Reggio Emilia cerca di far luce dopo gli arresti di giugno e l’emersione del più grande scandalo politico accaduto in Emilia: c’è la Bolognini, che nell’inchiesta di Reggio era finita ai domiciliari e poi ci sono Federica Pongiluppi e Romina Sani Brenelli, rispettivamente responsabile del servizio minori dell’Unione dei Comuni dell’Area nord modenese (UCMAN) e responsabile della Casa famiglia Madamadorè di Parma. Sono tutte indagate.

E’ qui, tra Mirandola e Parma, passando per Bibbiano, che si snoda il nuovo filone di un’inchiesta in mano alla procura di Modena che potrebbe rivelare molto di più di quello che i consiglieri di Forza Italia hanno scoperto dando così il via all’indagine.

Parte infatti tutto da loro il nuovo scandalo. Da quella minorenne sottratta ai genitori nel 2013 e affidata alla casa famiglia di Parma, ma seguita dalla Cura. E’ lei una delle sette bambine finita nell’ordinanza del Gip Luca Ramponi. Il consigliere di Forza Italia di Mirandola Antonio Platis ha il merito di aver scoperchiato il vaso di Pandora e ha conteggiato per questa operazione cifre spaventose: “Madamadorè ha avuto 269mila euro dal 2013 ad oggi per prendersi cura di questa bambina – spiega alla Nuova BQ -. Fatti due conti vuol dire che è fruttata 269 mila euro senza le spese per la Bolognini che sono un altro conto”.

Sono in un altro conto, ma sono l’oggetto del contendere e il motivo di imbarazzo per i sindaci dell’unione, tutti ovviamente targati Pd, che non è solo il partito di Bibbiano, come la narrazione politica sta veicolando, ma è anche un concentrato di potere così ramificato e distribuito su più province che se cade una roccaforte, poi a effetto domino seguono le altre.

Infatti, come Platis ha detto, per capire questo nuovo scandalo bisogna fare come suggeriva – per altre vicende – il magistrato Giovanni Falcone: follow the money, segui il denaro. E gli azzurri emiliani il denaro lo hanno seguito scoprendo che i Comuni della Bassa modenese hanno affidato consulenze psicologiche per quella minore alla Bolognini del centro Hansel e Gretel tramite la Cura di Bibbiano, ma lo hanno fatto quando la moglie del guru Foti era già agli arresti domiciliari, precisamente il 3 luglio.

Ecco il punto. Nel corso della normale attività ispettiva consiliare a seguito dell’inchiesta nella vicina Bibbiano, Platis e il compagno di partito Marino Neri scoprono che nel 2017 quella bambina venne affidata dall'unione dei Comuni (allora tutti in mano Pd) alle cure psicologiche dell’Hansel e Gretel, tramite la Cura. “Evidentemente non si poteva mandare all’Asl di Modena che pure si vanta di essere una delle più efficienti d’Italia – spiega alla Nuova BQ -. E così viene fatta la convenzione”, attraverso una delubera.

“Il 3 Luglio, ben 7 giorni dopo lo scoppio del caso Bibbiano, l’Unione Area Nord affidava a Nadia Bolognini un incarico mascherato per il tramite della casa famiglia a 170 euro l’ora. Ben 35 euro in più alla moglie del dott. Claudio Foti rispetto alla tariffa del centro La Cura di Bibbiano. La determina dei Servizi Sociali è stata varata, mentre la psicologa era agli arresti domiciliali. Uno scandalo, una follia!”, hanno tuonato i due.

Così hanno fatto subito partite un esposto alla Corte dei conti e una segnalazione alla Procura. E si badi. Non è stato semplice scoprirlo perché “questa “novità” non siamo riusciti ad evincerla dagli atti in quanto, nella determina 506 del 3.7.19, l’Ucman si è ben guardata dal mettere nero su bianco di affidare sottobanco un incarico ad una psicologa privata, ma da un accesso agli atti finalizzato a capire come quella minore fosse finita a Bibbiano”.

Nel documento scovato da Forza Italia infatti è riportata l’affermazione su carta intestata della onlus: “La Comunità familiare si rende disponibile ad intervenire come intermediaria rispetto al pagamento della psicoterapia privata per la minore in oggetto ai fini di garantire la continuità terapeutica. Costo psicoterapia dott.ssa Nadia Bolognini 510 euro totali, composti da 500€ + 2% di previdenza psicologi. Due interventi mensili di 90 minuti a Reggio Emilia presso studio privato”.

Da qui l’accusa – oltre alla convinzione dell’aggiramento del codice degli appalti – che l'incremento servisse a coprire l'incarico alla dott.ssa Bolognini, che però nel frattempo era agli arresti domiciliari da 7 giorni.

Nei giorni scorsi la svolta con l’apertura di un fascicolo della Procura di Modena che ha indagato le tre professioniste.

L’Unione dei comuni dal canto suo ha precisato che quando scoppiò l'inchiesta dei carabinieri venne revocato dall'Unione dei Comuni Modenesi Area Nord. La determina riguardava un'integrazione di un progetto su un minore. “Proprio a seguito delle notizie relative all'inchiesta giudiziaria – ha spiegato una nota - con decisione congiunta del Servizio Minori e del Servizio di Neuropsichiatria dell'Ausl di Modena, Distretto di Mirandola, il 2 luglio 2019 è stata annullata l'integrazione del progetto e, conseguentemente, della retta”. Ma allora perché la data del 3 luglio riportata sulla determina? Risposta: “E’ posta in automatico dal sistema di gestione degli atti e si riferisce al momento della conclusione dell'intero procedimento con le operazioni contabili effettuate dal Servizio di Ragioneria. A tale atto però non è stata data alcuna esecuzione in quanto sospeso nei suoi effetti due soli giorni lavorativi dopo la notizia dell'inchiesta”.

Sarà, quel che è certo, secondo Platis è che “l’Unione Area Nord è l’unico Ente che ha siglato una convenzione direttamente con Bibbiano, alcuni indagati sono comuni al filone di Reggio e a quello di Modena ed inoltre la Procura di Modena sta rivalutando i casi di vent’anni fa: dei Covezzi, di Don Giorgio Govoni e dei 18 bambini coinvolti”. Inoltre “i conteggi dei giorni sono completamente errati perché l’atto ha efficacia dal 3 luglio quindi tutte le date intermedie sono fasi interne che non hanno rilevanza ma confermano che l’Unione faceva fare una attività senza contratto ad una psicologa”.

Insomma, l’imbarazzo è grande e svela una comunanza di “vedute” con Bibbiano che non può che indurre a guardare dentro con maggior scrupolo. Per questo si chiede di analizzare tutti gli atti degli ultimi vent’anni.

Nell’esposto in mano alla Procura, inoltre, è stato segnalato come nelle determine annuali di proroga dei contratti con le case famiglia, le responsabili del servizio minori impegnassero, nello stesso atto, la quota annuale del CISMAI e indicassero la seguente dicitura: “Precisato che l’attività del servizio Minori tiene conto del fatto che lo stesso è socio del Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia (CISMAI)”. Da qui il dubbio: “Questa affermazione ed il contesto in cui viene fatta lascia forse intendere che le case famiglia facevano parte di una rete?”.

Domande alle quali ora dovrà cercare di dare una risposta non solo l’Unione dei Comuni, ma anche la Procura che sta indagando. Il filone si unisce a quello ampliato della Procura di Reggio che ha ricevuto nuove segnalazioni di casi dopo gli arresti del 27 giugno. Segnalazioni di genitori o persone informate dei fatti non solo sul sistema affidi della Val d’Enza e sui quali però vige il massimo riserbo.