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CULTURA

L'omaggio dell'Enciclopedia Italiana a Vincenzo Cappelletti

«Uno dei più grandi ricostruttori della cultura italiana aperta all'Europa e al mondo» è stato ricordato nel corso di un convegno svoltosi nella sede dell'Enciclopedia Italiana, di cui è stato un pilastro per un trentennio.

Cultura 30_12_2022
Vincenzo Cappelletti all'Enciclopedia Italiana

Roma dovrebbe sapere - e pure menarne vanto -  di aver dato i natali ad “uno dei grandi ricostruttori della cultura italiana aperta all’Europa e al mondo”,  Vincenzo Cappelletti. Una personalità di assoluta preminenza e come tale da essere accostato a riconosciuti “grandi” della letteratura, del cinema e della musica del Dopoguerra. Lo si è appreso nella sede dell’ Enciclopedia Italiana dalla celebrazione del suo Direttore Generale e “colonna” per un trentennio: in essa fu introdotto dal  presidente di allora, il grande storico, rettore dell’ateneo “la Sapienza”  e senatore Aldo Ferrabino, romano di adozione e d’estate entrambi “di casa” a Fregene.

Le loro ville, in via Sestri Ponente e in via Portovenere, soprattutto quest’ultima, furono”alcova” di quella straordinaria intesa che - dalla fine degli anni  ‘50  fino alla morte di Ferrabino, nel 1972 – legò le due personalità nella comune considerazione e avversione al Fascismo “dopo gli anni della funesta autarchia, anche intellettuale”. Sono parole del messaggio scritto, alla vigilia della morte, da Gerardo Bianco, intellettuale e leader DC, poi segretario nazionale del Partito Popolare, amico di Vincenzo Cappelletti. Ultimo scritto, così completato: “La cosiddetta grande stampa e la TV non se ne sono accorti, ma chi vorrà approfondire la ricerca dell’unità scientifica e filosofica troverà nei suoi scritti, nella sua metodologia, nella sua inesausta ricerca del Vero una fonte viva alla quale copiosamente attingere”.

E Filosofia e Scienza sono state al centro della grande celebrazione, ma prima di passare alla cronaca vanno accennati alcuni dati del curriculum vitae di Vincenzo Cappelletti in particolare  per quei fregenati che lo ricordano come il personaggio alto, elegante, dal portamento signorile, alla Messa festiva dell’estate nello spazio sacro della Pineta che distribuiva la Comunione: era infatti  anche ministro straordinario dell’Eucarestia. Nato a Roma il 2 agosto 1930 vi è deceduto il 21 maggio 2020, quasi novantenne. Laureato in medicina e in filosofia;  tre decenni all’Istituto dell’Enciclopedia Italiana come direttore generale e per diversi periodi pure suo vice-presidente e direttore scientifico; docente universitario di Storia della Scienza (ordinario dal 1980 a “La Sapienza” ); presidente dal 1970 al 2011 della Domus Galilaeana  di Pisa (custodisce una biblioteca, specialmente di Storia della Scienza, di oltre 40 mila volumi e importanti archivi e cimeli,non solo di Galilei), nonchè delle Edizioni Studium e della sua omonima rivista, dell’Istituto di Studi Germanici e di altre istituzioni, fra le quali la Fondazione Collodi.

Moltissimi i suoi scritti,  anche di psicologia, biologia, antropologia. E pure di teologia; e infatti da grande studioso e scrittore di San Giovanni, Sant’Agostino e di San Paolo è stato il prestigioso presentatore nell’estate 2010, del mio libro sull’Anno Paolino. E a me, suo amico, è toccato l’onore di scrivere il suo elogio funebre, pubblicato dalla Nuova Bussola Quotidiana”. 

Gerardo Bianco, come accennato, nell’impossibilità di essere presente ad un convegno celebrativo proprio da lui ideato per l’amico -  e realizzato a livello accademico col titolo “Una vita per la cultura” -  ha affidato (quello che sarebbe stato) il suo ultimo scritto, perché lo leggesse, a suo fratello Lucio, docente universitario di ingegneria dell’impresa e presidente dal 1997 al 2003 del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Così è stata la personalità che ha aperto la celebrazione – parlando della collaborazione scientifica instaurata con Cappelletti per desiderio del “padrone di casa” Massimo Bray, attuale direttore generale dell’Istituto Enciclopedia Italiana, che è pure docente di Storia dell’editoria all’Università Benincasa di Napoli; ed è stato deputato al Parlamento e ministro dei Beni Culturali nel governo Letta.

Ad introdurli è stato il moderatore prof.Giovanni Maria Vian, storico e  docente di filologia patristica all’università “La Sapienza” che dal 1976 al 2000 era stato redattore, e collaboratore  di Cappelletti, nell’Istituto per il quale aveva curato la Enciclopedia dei Papi; e che per oltre un decennio (2007-18) è stato l’autorevole direttore de L’Osservatore Romano. Pure gli altri intervenuti  hanno ben saputo illustrare le caratteristiche distintive di una figura eminente della cultura  - umanistica, filosofica, scientifica, religiosa - arricchendola naturalmente di memorie personali e ricordi .

E potevano esserci altre testimonianze: la sala Igea di palazzo Mattei di Paganica, che accoglieva la celebrazione, era infatti colma di amici, estimatori, studiosi. C’erano anche i familiari di Cappelletti, in particolare sua figlia Claudia che gli è stata sempre vicinissima e ne ha raccolto l’eredità anche in campo editoriale e artistico: le si devono molte pubblicazioni, anche dell’ultimo libro del papà Natura e pensiero (2018) e la  continuità della prestigiosa rivista Il veltro da lui fondata con Ferrabino nel 1957.

Bay, emozionato, ha chiamato Cappelletti “il professore” nell’evocare le  responsabilità, intuizioni,decisioni e realizzazioni da lui espresse al  vertice dell’Istituto dell’Enciclopedia, evidenziando come abbia sempre mantenuto vivo il senso della ricerca, il rispetto del plurallsmo e la centralità della cultura, “valori per tutti gli italiani aperta all’Europa”; e che, per affermarli, seppe affrontare rischi e superare con successo difficoltà. Temi che han fatto da scenario agli altri interventi: dal prof. Francesco Balsano, illustre clinico, docente di medicina interna all’Università “La Sapienza” e presidente per anni della Fondazione Cesalpino, al prof. Francesco Bonini, rettore dell’università cattolica LUMSA di Roma, ove insegna Storia delle Istituzioni politiche;  da Marco Castelluzzo, per un quarantennio all’ Enciclopedia Italiana e fin da giovane amico di famiglia, poi divenuto un grande imprenditore editoriale, al prof. Guido Cimino, per anni assistente di Cappelletti nella cattedra di Storia della Scienza poi suo successore come docente della medesima disciplina nella facoltà di Psicologia dell’Università La Sapienza; fino a Flavia Piccoli Nardelli, figlia del leader DC Flaminio Piccoli, laureata in filosofia, docente e, come deputata del PD, nelle due ultime legislature membro e poi presidente della Commissione Cultura della Camera. 

La chiusura è stata “appannaggio” di Gianni Letta. L’ex direttore de Il Tempo ha fatto dell’amico e ammiratore Vincenzo Cappelletti un ritratto a tutto tondo, commovente ed esaltante: Lo ha definito “simbolo dell’unità del sapere, in competizione tra umanesimo e scienza”, “patrimonio di etica, consapevolezza,rigore morale, competenza, impegno,sacrificio, signorilità, europeismo, spiritualità”.