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LETTERA IN REDAZIONE

Le Sentinelle in piedi a Brescia

La testimonianza di un lettore che ha partecipato a Brescia a una veglia per esprimere il dissenso verso la proposta di legge contro l'omofobia.

Egregio Direttore,

lunedi scorso ho partecipato volentieri con la mia famiglia alla veglia delle Sentinelle in piedi a Brescia in Piazza Rovetta.

Credo sia stato importante ritrovarsi con un  altro centinaio di persone per avere avuto la possibilità di esprimere civilmente il nostro dissenso verso la proposta di legge contro l’omofobia che è un’assurda e anacronistica limitazione della libertà di espressione (contravvenendo chiaramente l’art. 21 della Costituzione) oltre ad essere un evidente “cavallo di Troia” per far poi ‘passare’ la legge per il matrimonio tra persone dello stesso sesso (magari con la possibilità dell’adozione dei bimbi).

Inoltre pur avendo il massimo rispetto di ogni persona e delle proprie scelte individuali credo che non possa essere un’altra legge a dare una maggiore protezione (le leggi ci sono già e vanno applicate bene). E’ invece attraverso un’adeguata educazione ai grandi valori civili e religiosi della nostra tradizione che si può veramente prevenire ogni forma di violenza e discriminazione a tutela, come è evidente per tutti, anche di chi non è omosessuale.

Per questo abbiamo partecipato. Per la società d’oggi e per quella che avranno i nostri figli, perché sia basata su di una famiglia naturale come naturalmente è stata costituita da migliaia e migliaia di anni con figli generati naturalmente da un uomo e una donna e non in una provetta di un  laboratorio magari utilizzando il grembo di una madre che genererà un figlio che non potrà mai conoscerla. Per questo abbiamo partecipato.

Termino con una frase del Card. Caffarra  che mi sembra sintetizzi bene il pericolo che stà correndo la nostra società: “Siamo giunti a un tale oscuramento della ragione, da pensare che siano le leggi a stabilire la verità delle cose”.

                                                                                                                                  Giorgio Marusi