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PENSIERO UNICO

La censura di Feltrinelli ci dice che la Zan è qui e ora

L'editore Cantagalli denuncia «l'ostruzionismo commerciale» della Feltrinelli: impossibile trovare il libro dei giuristi del Livatino che smontano la legge Zan. Anche la Bussola lo cerca invano in libreria: «Ci vorranno settimane...». Il curatore Mantovano: «Inquietante, quando ci sarà la legge passeremo dalla censura all'incriminazione?».
-«NO ALL'INDOTTRINAMENTO»: SENTINELLE IN PIAZZA

Libertà religiosa 15_05_2021

«”Ultimo tango in Feltrinelli”, si vede che sono l’ultimo irriducibile, ormai neanche i film censurano più…». Cerca di prenderla con una punta di ironia il giudice Alfredo Mantovano dopo essere stato informato dal suo editore che il libro da lui curato che smonta articolo per articolo il Ddl Zan, ad oggi non viene venduto nelle librerie Feltrinelli. Ma la risata cede il passo subito all’amarezza e poi alla preoccupazione quando si passa ad analizzare la dinamica di quella che ha tutta l’aria di essere una censura editoriale nei confronti di un libro scomodo.

Quale? Quello curato, appunto, da Mantovano (in foto)  assieme ad altri colleghi giuristi (ci sono giudici, magistrati, avvocati) del Centro Studi Livatino e intitolato “Legge omofobia perché non va. La proposta Zan esaminata articolo per articolo” edito da Cantagalli e uscito in libreria neanche due mesi fa (leggi qui la recensione della Bussola).

Eliminare il dissenso al mainstream che oggi vira dritto per la legge bavaglio voluta a tutti i costi dalle “milizie” Lgbt e da uno schieramento politico non solo di Sinistra. È per caso questa la strategia introdotta dalla libreria più diffusa d’Italia? Nei giorni scorsi si è trovata a doversi scusare con la casa editrice che chiedeva il perché della mancata fornitura del libro a chi lo chiedeva.

Ieri la Cantagalli ha rilasciato un comunicato in cui ha stigmatizzato il comportamento della Feltrinelli parlando espressamente di «censura» e di «ostruzionismo commerciale». Accuse pesanti che la casa editrice ha rivolto al colosso librario dopo che numerosi utenti avevano segnalato l’impossibilità di trovare sugli scaffali il volume (on line invece si può ricevere).

La casa editrice ha saputo dai lettori che il testo, che smonta la legge bavaglio articolo per articolo in chiave giuridica, o non è distribuito da Messaggerie Libri spa oppure è fuori catalogo o addirittura che è reperibile solo nelle bancarelle dei libri usati. Motivazioni, queste, impossibili per un libro uscito dalla tipografia il 18 marzo scorso e distribuito capillarmente in tutt’Italia con un notevole successo editoriale, trattandosi di un libro agile su un argomento che sta monopolizzando l’agenda politica e il dibattito culturale italiano: l’omofobia, le limitazioni della libertà di espressione e tutto quel che ne concerne.

Fuori catalogo o irreperibile. Più o meno è la stessa risposta che anche la Bussola ha ricevuto ieri pomeriggio alla Feltrinelli di Monza dove siamo andati a chiedere il libro. Una risposta che apre qualche dubbio sulla sincerità delle scuse della Feltrinelli: «È strano – ci spiega l’addetta al bancone davanti al terminale – non so che cosa possa essere accaduto, di Cantagalli abbiamo sempre dei libri, forse è un problema di tempistica, ci vorrà molto tempo, anche 20 giorni». Chiediamo il motivo? «Dipende dal distributore – aggiunge -: è un distributore molto piccolo e prima di consegnare i libri di solito racimola qualche altro ordine, pertanto potrebbe volerci molto più tempo».

Insistiamo: eppure le Messaggerie spa sono tra i distributori più capillari nel Paese… Risposta: «In effetti sembra esserci un doppio distributore: le Messaggerie e Libro Co… non so davvero che cosa dire, comunque è strano: il libro è appena uscito ma non lo trovo da nessuna parte, in nessuno dei nostri negozi, neanche a Milano…». Salutiamo e annunciamo che proveremo on line, ma effettivamente possiamo confermare che in Feltrinelli il libro non si può avere.

L’editore nel suo comunicato ha ovviamente riconosciuto che «essa (la libreria ndr.) può rifiutare di accogliere un libro nei propri scaffali se non ritiene di poterlo vendere o se ritiene che il libro non abbia contenuti interessanti o adeguati. Tuttavia, la libreria o la catena di librerie non ha diritto di rifiutare un ordine di una persona che è interessata al libro e intenda ivi acquistarlo. Tanto meno la libreria può addurre scuse al cliente che vuole acquistare il libro».

«E dire che a me piace entrare nelle librerie e della Feltrinelli ho anche la tessera – commenta Mantovano al telefono con la Bussola -, ma ciò che è inaccettabile è che un’opera con finalità divulgativa e scientifica, opinabile finché si vuole, ma frutto di studio e che vuole essere un contributo alla conoscenza di questo Ddl venga bloccata nell’acquisto».  

A preoccupare Mantovano è il fatto che «già l’attuale contesto culturale è ostile a chi porta elementi di critica al testo di legge, ma se passa la legge che facciamo? Andiamo dalla censura direttamente all’iscrizione del procedimento penale?», commenta, ben sapendo che il punto più drammaticamente critico del Ddl Zan è proprio l’istituzione del reato di omofobia. Reato codificato in maniera così generica – così come la stessa definizione di identità di genere – che non ha nulla della tassatività della norma penale e che porterà giudici e magistrati «a decidere sulla base dei proprio condizionamenti quando addirittura convincimenti». 

«Io mi domando – conclude Mantovano -: se questo è il clima che si respira già adesso, un libro come il nostro potrà finire sotto accusa?».