Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
LA FIGURA

La beata Emmerick, una mistica unita alla Passione di Gesù

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Figlia di poveri contadini, ebbe le prime visioni a nove anni: la Madonna con Gesù Bambino; l’angelo custode e diversi santi. Entrò poi tra le agostiniane e ricevette le stimmate, vivendo sempre in unione alle sofferenze di Cristo.

Ecclesia 09_02_2024
Anna Katharina Emmerick (ritaglio dipinto di Gabriel von Max, 1885)

«La Beata Anna Katharina Emmerick, ha gridato la dolorosa passione di nostro Signore Gesù Cristo e l’ha vissuta sul suo corpo. È opera della grazia divina il fatto che la figlia di poveri contadini, che con tenacia ricercò la vicinanza di Dio, sia divenuta la nota “Mistica del Land di Münster”. La sua povertà materiale si contrappone a una ricca vita interiore. Così come la pazienza nel sopportare la debolezza fisica ci impressiona anche la forza caratteriale della nuova beata e la sua stabilità nella fede. Ella traeva questa forza dalla santissima Eucaristia». Con queste parole, san Giovanni Paolo II, il 3 ottobre 2004, proclamava beata la religiosa e mistica agostiniana della quale oggi ricorre la memoria liturgica.

La biografia della beata Anna Caterina Emmerick (1774-1824) è segnata fin da subito da una data particolare: l’8 settembre, festa della Natività della Beata Vergine Maria. È, infatti, l’8 settembre del 1774 quando in un piccolo paese della Vestfalia, in Germania, vede la luce Anna Caterina, quinta di nove figli. I suoi genitori, Anna Hiller e Bernard Emmerick, sono semplici contadini che nutrono nel cuore un profondo senso religioso. Anna si dimostra subito una bambina speciale: sin da piccola si sente chiamata dal Signore. All’età di nove anni, le prime visioni: la Madonna con Gesù Bambino; l’angelo custode e diversi santi. Inoltre, aveva alcuni doni mistici come la facoltà di leggere nel pensiero delle persone o come il dono della profezia. Si racconta che ebbe modo di vedere alcune immagini della Rivoluzione francese, prevedendo addirittura la caduta di Napoleone 12 anni prima che avvenisse. Le sue esperienze mistiche erano spesso accompagnate da fenomeni di levitazione e di bilocazione.

La sua vocazione alla vita consacrata, però, incontrò l’opposizione del padre e non solo: Anna Caterina fu rifiutata da varie comunità religiose. Solo nel 1802, a 28 anni, grazie all’interessamento dell’amica Clara Soentgen, una giovane borghese, poté entrare nel monastero delle Canonichesse Regolari di Sant’Agostino di Agnetenberg, presso Dülmen. La vita claustrale comunque le provocò non pochi dispiaceri: per via del ceto sociale dal quale proveniva era considerata sempre l’ultima dalle sue consorelle, che la denigravano con parole cattive. Ma ciò veniva da lei comunque accettato con serenità: tutto questo disprezzo le permetteva di esercitare la virtù dell’umiltà.

Il 1812 è un anno importante per la sua vita perché avviene un episodio che segnerà per sempre il suo cammino spirituale: il 28 agosto 1812, festa di Sant’Agostino, la giovane religiosa fu segnata nel petto da una croce sanguinante, segno della sua vicinanza a Dio, segno della sua devozione alla Passione del Signore. Altro segno importante per il cammino spirituale della beata (avvenuto sempre nel 1812, a dicembre) furono le stimmate.

Un’anima tutta rivolta verso il Cielo quella della beata Emmerick. Un’anima che è riuscita a leggere il grande e misterioso progetto di Dio su di lei e che a questo progetto ha aderito completamente, senza mai lamentarsi delle sue precarie condizioni fisiche che vivrà sino alla fine dei suoi giorni terreni. Quando si leggono i resoconti delle visioni si ha l’impressione di essere di fronte a un’anima prescelta da Dio per parlare a tutta l’umanità. Le pagine che narrano le sue visioni sono opera del famoso poeta e scrittore Clemens Maria Brentano: fu a lui che la religiosa, nel 1818, raccontò le proprie visioni. La beata, all’epoca, aveva 44 anni e già richiamava molti fedeli e moltissimi curiosi: la voce dei suoi doni mistici si era già diffusa da tempo. Fu così che Brentano, uno dei più importanti rappresentanti del romanticismo tedesco, volle conoscerla. È doveroso precisare che le visioni della beata sono state narrate per mezzo della penna di Brentano: su questo punto la critica si è molto spesso divisa su quali fossero effettivamente i contenuti delle visioni avute dalla beata e quali – partendo comunque dalle rivelazioni della religiosa – le trasposizioni e le modifiche da parte del poeta tedesco. Ad ogni modo resta il fatto che le visioni della Emmerick sono la testimonianza di un’anima vicina a Dio. Ed è su questo dato che è fondamentale meditare: la sua vita si è mossa in piena unione con le sofferenze di Cristo e ciò – già di per sé – è un elemento che pone la figura della beata come un faro spirituale, soprattutto per i nostri giorni. Queste visioni, con grande forza, parlano a un’umanità che troppo spesso si dimostra lontana dalla fede o addirittura avversa a questa.

Tutte le immagini contenute nelle opere nate dalle rivelazioni della beata tedesca e scritte da Brentano La dolorosa Passione di Nostro Signore Gesù Cristo; La vita della Beata Vergine Maria; La vita di Nostro Signore; Le visioni sulle anime del Purgatorio, la Chiesa trionfante, purgante e sofferente, la Comunità dei Santi, gli Angeli Custodi e Le visioni sui Misteri dell'Antica Alleanza – sono di una bellezza spirituale inaudita. Ma un’immagine, forse, riesce a riassumere tutta la vita della beata e nella sua semplicità riesce ad essere metafora della sua forza spirituale, quella stessa forza a cui san Giovanni Paolo II faceva riferimento nella sua omelia di beatificazione. È custodita ne La dolorosa Passione di Nostro Signore Gesù Cristo: «Il Salvatore spezzò un pane azzimo e lo distribuì, tenendone per sé una parte, quindi benedisse per la seconda volta il vino e disse: “Prendete e bevete il frutto della vite, poiché io non ne berrò più finché non sarà venuto il regno di Dio”. Durante il pasto Gesù parlò con lieta tenerezza (...)». Colpisce molto quella «lieta tenerezza» attribuita a Cristo nelle visioni. È la stessa «lieta tenerezza» con la quale la beata ha affrontato le varie prove della vita terrena prima di essere accanto al Signore, lì, in Paradiso.