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Triptorelina

Ispettori sanità al Careggi

Al Careggi di Firenze usano la triptorelina per bloccare la pubertà nei bambini. Il Ministero invia i suoi ispettori.

Gender Watch 25_01_2024

Nel 2019 l’AIFA aveva permesso l’uso delle triptorelina come bloccante della pubertà nei casi in cui quest’ultima sia in contrasto con la percezione dell’appartenenza al sesso biologico nel minore, ci sia un parere di un’equipe multidisciplinare e specialistica, e l'assistenza psicologica, psicoterapeutica e psichiatrica non abbia portato a nessun risultato.

I problemi sono più di uno riguardo a questo farmaco. In primis questi disturbi legati all’identità sessuale nei minori si risolvono nella maggior parte dei casi da soli. In secondo luogo spesso i colloqui psicologici sono orientati a confermare il desiderio di “cambiare” sesso nei minori. E poi ci sono i danni della triptorelina. La Società Psicoanalitica Italiana indirizzò giusto un anno fa al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni una lettera in cui si avvertiva che «la diagnosi di “disforia di genere” in età prepuberale è basata sulle affermazioni dei soggetti interessati e non può essere oggetto di un’attenta valutazione finché lo sviluppo dell’identità sessuale è ancora in corso. Solo una parte minoritaria dei ragazzi che dichiarano di non identificarsi con il loro sesso conferma questa posizione nell’adolescenza, dopo la pubertà. Sospendere o prevenire lo sviluppo psicosessuale di un soggetto, in attesa della maturazione di una sua definizione identitaria stabile, è in contraddizione con il fatto che questo sviluppo è un fattore centrale del processo della definizione. […] Lo sviluppo sessuale del proprio corpo anche quando contraddice un opposto orientamento interno consente un appagamento erotico che un corpo “bloccato” o manipolato non offre. La sperimentazione in atto elude un’attenta valutazione scientifica».

E così lo scorso 20 dicembre Maurizio Gasparri, capogruppo di FI al Senato, ha presentato una interrogazione parlamentare per chiedere informazioni su ciò che sta avvenendo all’ospedale Careggi di Firenze, dove da tempo stanno usando la triptorelina sui bambini. Gasparri aveva affermato che la triptorelina «verrebbe somministrata a bambini di 11 anni senza alcuna assistenza psicoterapeutica e psichiatrica. [Il suo uso] sarebbe basato sul presupposto, inaccettabile, che con la pubertà bloccata i bambini hanno tempo di esplorare la loro identità di genere e decidere se proseguire il percorso di transizione».

A seguito di questa interrogazione ecco che gli ispettori del Ministero della Salute si sono recati al Careggi per verificare se l’iter per bloccare la pubertà nei bambini rispetti i vincoli normativi.

Difficile credere che qualcosa possa cambiare al Careggi, ma rimane positivo il fatto che se ne parli. In tal modo il pubblico può venire a conoscenza della sorte a cui va incontro un bambino unicamente per il clima ideologico in cui lui e i suoi genitori sono immersi.