Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
SCHEGGE DI VANGELO

Ingresso nella grande settimana

Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!» (Lc 19,28-40)

Schegge di vangelo 20_03_2016
Vangelo

In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”». Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno». Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!». Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre». (Lc 19,28-40)

Questa gente che accoglie in festa il Signore, siamo noi. Noi, contenti di essere cristiani e di riconoscere Gesù che entra in città, in casa, nella nostra vita. Un momento dopo gli giriamo le spalle. Di solito non con cattiveria, ma per superficialità: subito qualcosa ci distrae, subito c’è un’altra cosa da fare. Nella settimana santa che si apre oggi, Gesù ci invita a guardarlo, pensarlo, seguirlo. Come si guarda, si pensa e si ama un familiare, un amico: il Dio Figlio, nostro fratello che dona se stesso.