«Il Sacro Cuore può guarire ogni ferita»
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Ha solo 23 anni, ma ha una forza contagiosa e un dono speciale ricevuto prima ancora della sua nascita: la Madonnina che negli anni Novanta pianse a Civitavecchia, proprio in casa dei suoi genitori. L'autore di Fuoco e misericordia racconta alla Bussola il "segreto" dell'amicizia con Gesù.
- I santi che parlavano "cuore a cuore" con Gesù, di Antonio Tarallo

Un ragazzo di soli 23 anni che parla del Sacro Cuore di Gesù e dei suoi benefici come farebbe un sacerdote di lunghissima esperienza e studi. È Manuel Gregori, autore di Fuoco e misericordia (Ares, Milano 2025), che a prima vista non sembra aver nulla di diverso dai suoi coetanei. Si veste, parla e scherza (con accento romano) come qualsiasi ragazzo della sua età, anche se a distinguerlo dalla media dei giovani di oggi è una forza contagiosa, una simpatia solare, la gioia di vivere, di costruire, di fare, di immaginare una vita grandemente spesa per il bene. Qual è allora il segreto di Manuel che, con occhi luminosi, parla di sofferenza e di redenzione come avesse già vissuto una vita lunghissima? “La Madonnina, lei ci ha educati, ma non solo”. La “Madonnina” è quella di Civitavecchia, che nel 1995 pianse lacrime di sangue in casa dei Gregori, alcuni anni prima della nascita di Manuel. A vederle per prima fu sua sorella Jessica, allora bambina, e l'intera famiglia è stata destinataria anche di mariofanie e messaggi.
Cosa vuol dire che la Madonna ti ha cresciuto, Manuel, e cosa c’entra con il libro che hai scritto?
Volevo dire a tutti che la contemplazione del Sacro Cuore di Gesù può guarire ogni ferita e portare la pace all’uomo di oggi. Lo so perché sono nato in una famiglia che ha avuto il dono di ricevere, ancor prima che io nascessi la statua di una Madonna che lacrimava sangue, ma che per questo ha anche sofferto molto. Ho sperimentato la forza delle armi che la Madonna ci ha consegnato dicendoci già oltre 20 anni fa come bisognava sventare la guerra nucleare alle porte e le nostre guerre personali: la preghiera del Rosario, l’Adorazione Eucaristica, l’offerta, l’amore di suo Figlio, la consacrazione al suo Cuore.
Cosa accadde in sintesi?
Oltre alle lacrimazioni della statua, la mia famiglia ha ricevuto più di novanta messaggi da Maria e dei segreti, ogni membro della mia famiglia ha visto la Madonna, ha avuto ed ha esperienze mistiche. Abbiamo patito tanto ma, con a fianco Lei, abbiamo capito che la sofferenza offerta al Cuore di Gesù porta gioia. La statua della Madonna qui ha pianto sangue per la Chiesa, che Lei diceva vicina all’apostasia, e per un mondo in guerra.
Come vivi alla luce di questi fatti?
Amo la vita! Ho fatto il cantante lirico, ho studiato per otto anni presso il distaccamento del conservatorio Santa Cecilia, ho cantato in Spagna per la famiglia reale e ho vinto dei concorsi. Sono stato presidente del Consiglio comunale dei giovani di Civitavecchia, organo consultivo del Comune, sono anche andato sui giornali perché ho combattuto contro l’“ideologia gender”che stava entrando nelle nostre scuole. Ora sto per laurearmi in giurisprudenza e faccio parte di un’associazione che si occupa di gestione della cosa pubblica. Lavoro poi per il porto della città, sono il responsabile degli accompagnatori turistici delle navi da crociera. Infine, scrivo.
Cosa hai scritto oltre a questo libro?
Ho autopubblicato un libro sulla Madonna e Oltre le Stelle, che è un cammino spirituale dedicato agli adolescenti con un linguaggio semplice, in cui mostro perché è bello pregare e incontrare Gesù. Il mio professore di teologia morale alla Lumsa, che è anche parroco, mi ha comprato 300 copie per i suoi ragazzi e mi ha detto che sono stati aiutati. Questo mi rende contentissimo.
Non a caso nel tuo ultimo libro dici che il Sacratissimo Cuore ci manda come “apostoli del Suo Amore nel mondo ferito dalla solitudine, dalla divisione, dalla violenza, per portare la luce”.
Dio in una fase di guerre e inquietudine cerca con forza di intercettare i nostri cuori, perché vuole darci il suo Cuore così da donarci la pace. Noi giovani siamo bombardati di tentazioni, viviamo in un mondo che ci convince che tutto quello che ci propone è per la nostra felicità, peccato che sia tutto un insieme di piaceri effimeri che all’inizio appagano ma che poi presentano il conto della delusione e del buio della depressione. È la differenza fra la luce naturale di Dio, inesauribile, e quella artificiale: quando la lampadina si rompe resti nell’oscurità. Ma l’inganno è tale che siamo arrivati ad accettare di essere noi stessi una merce in mano ad un potere che fa soldi sulla nostra pelle. Vogliamo avere, avere, avere e non siamo mai felici. Mentre Gesù dice l’opposto: abbandona tutto e prendi la tua croce, e mica per morire ma per avere salvezza e gloria. Questo voglio comunicare, perché ho visto che è vero.
Ma dove sta la tua sofferenza in tutto questo e cosa c’entra Gesù?
Vengo da una famiglia che si porta dietro una storia molto importante. Io nasco circa sette anni dopo i primi eventi soprannaturali, nonostante ciò sono stato “bullizzato” gravemente come i miei fratelli. Ho subito atti persecutori violenti anche dal punto di vista fisico. Qualsiasi persona ad un certo punto sarebbe scappata, avrebbe risposto al male con il male o sarebbe rimasta fortemente segnata. Per me non è stato così: oggi lavoro con un ragazzo che negli anni delle superiori mi ha fatto davvero molto soffrire e che poco tempo fa mi ha domandato: “Manuel, perché mi sei amico dopo tutto quello che ti ho fatto?”. Io l’ho davvero perdonato di cuore e chi mi ha aiutato a farlo è stata la Madonnina e la sua umiltà infinita, che è quella di Gesù “mite e umile di cuore”. In una apparizione chiese scusa per il tempo e la tranquillità che toglieva alla mia famiglia: avevano contro la magistratura, parte della Chiesa e subivamo continui attacchi dai giornali. La Madonna ci ha educati a essere come Lei e suo Fiiglio, a dare il giusto peso alle cose di questo mondo e a offrire il dolore mostrandoci la meta, il Paradiso, di cui abbiamo potuto fare in parte esperienza vedendola. Noi figli siamo poi stati educati dai genitori a lasciar cadere il male, ad ignorare gli atti di bullismo: i miei genitori per primi hanno sempre perdonato tutti.
Probabilmente anche l’esperienza mistica vissuta li ha aiutati.
Tutti noi in famiglia siamo stati sostenuti da questo. Mio fratello Davide a tre anni era presente alla prima apparizione a Jessica e papà e ha tirato il cordone della veste della Madonna. Papà ha ricevuto un bacio in fronte da Maria, anche mamma è testimone di tanti eventi soprannaturali. Io ho visto la Madonnina quando a mia madre venne il tumore al seno: avevo sette anni, ero in giardino, e Maria apparve sul tetto della stanza dove si trovava mamma. Quel giorno piangevo perché volevo andare a cogliere i finocchi dallo zio e papà mi portò. Tornando sentii l’odore dell’olio della trasudazione della statua che abbiamo in casa, poi vidi un vortice arcobaleno da cui uscirono gli angeli e la Madonnina con in braccio Gesù: era bellissima. Il tempo era come congelato, sembrava di non essere sulla terra, Lei non ha detto nulla ma mi ha sorriso, quel sorriso è stato come vedere il paradiso e sapere dove andremo e come sentirmi dire “stai tranquillo che andrà tutto bene”. Infatti, non avevo più paura. Presi consapevolezza che la meta finale è davvero la risposta a quello che desidera ogni uomo, per cui i problemi e le sofferenze passano in secondo piano. Ricordo quando alle superiori mi spinsero volontariamente addosso ad un calorifero di ghisa appuntito, mi fece malissimo ma rialzandomi mi venne in mente il sorriso di Maria che ripeteva: “Ci sono io”. Poi, tornato a casa livido, vidi lo stesso sorriso sul volto di mia mamma.
Eppure tu hai scritto un libro per il resto del mondo che non ha avuto queste grazie. Perché?
Oggi non vedo più Maria e, anche se spesso viene nei miei sogni, senza la mia preghiera personale e l’aiuto della Chiesa e dei miei genitori non parlerei così. Mia sorella Jessica vede ancora la Madonna e capisce che Lei sta arrivando perché, anche se ha quasi 40 anni, come la prima volta la chiama “piccolo angioletto mio”. Eppure nessuno di noi è santo. Abbiamo, sì, la grazia di aver fatto esperienza della vita eterna ma non basta se non decidi di seguire Cristo.
Cosa vuol dire?
Imitarlo. Scrivo che il Sacro Cuore è “stanco ma sempre accogliete”. La pazienza è l’amore infinito di Dio che ci aspetta, che quando ci pentiamo davvero ci perdona dimenticando tutto. La nostra società vede gli umili come dei falliti invece non è cosi: l’umile chiede, quindi impara, cammina, sa stare con gli altri perché non li vede come antagonisti, sa costruire. L’orgoglioso invece disprezza gli altri e quindi fa la guerra: se oggi il mondo è pieno di conflitti è proprio per via dell’orgoglio che crea guerre nelle famiglie, sul lavoro, fra amici, vicini e quindi fra Stati. Perciò le ferite del Cuore di Cristo, che è andato in croce senza rispondere al male con il male, ma rimettendo la sua causa a Dio, sono una scuola che ci insegna ad amare senza misura, a donare senza riserve.
Oggi la maggioranza degli adulti non sa vivere così nemmeno per i propri figli.
Non siamo migliori di nessuno. Nella mia famiglia abbiamo tutti caratteri forti, vorremmo avere sempre ragione ma il Sacro Cuore ci ha insegnato a deporre le armi, inoltre il dolore che abbiamo vissuto lo abbiamo condiviso e offerto insieme e questo ci ha uniti molto. Sappiamo poi vivere la sofferenza con gioia anche grazie a mamma: sempre quando le fu diagnosticato il tumore al seno all’ultimo stadio nel viaggio di ritorno dal Gemelli chiese a papà di fermarsi per prendere delle paste e lo spumante, poi, arrivata a casa, chiamò noi figli e l’allora fidanzato (oggi marito, ndr) di mia sorella e disse: “Mamma ha un tumore ma si vede che Dio ha bisogno di questa sofferenza, non dobbiamo piangere, perché Dio mi ha dato una carezza d’amore”. Stavo per perderla ma anche questo fatto mi tolse la paura. Ma mia madre è così anche perché è devota al Sacro Cuore da quando è piccola: se suo padre, molto burbero, si arrabbiava con ira, lei andava a nascondersi sotto la statua del Sacro Cuore in Chiesa e lì trovava pace, così ha capito che se nella sofferenza ti nascondi nel Cuore di Gesù, trovi rifugio.
Scrivi che le piaghe di Cristo possono guarirci, come concretamente?
Bisogna prima prendere consapevolezza dei propri peccati, per questo la Chiesa non dovrebbe mai smettere di parlare del peccato e dell’inferno (se non sgridi mai il bambino piccolo, per mostrargli cosa è bene e cosa è male, crescendo farà cose sbagliate senza saperlo e fino a distruggersi), poi ci si deve pentire e rifugiarsi nel Cuore di Gesù. Concretamente si fa attraverso la contemplazione dell’Eucarestia, delle immagini o delle statue del Sacro Cuore. Se vai lì davanti con la consapevolezza del bisogno di perdono, allora Lui ti guarisce.
E’ vero che la statua della Madonna che ha lacrimato sangue arrivò al posto di una statua del Sacro Cuore?
Padre Pablo, amico di famiglia, viaggiava per molti santuari europei, mamma gli chiese di cercare una statua del Sacro Cuore da mettere in casa. Il padre viaggiò a Fatima e non la trovò, poi andò in altri siti mariani ma nulla. Finalmente a Medjugorje pensò di trovarla, ma non fu così. Decise allora di prendere una statua della Madonna e a mamma disse: “Guarda, non ho trovato il Figlio ma ho portato sua Madre”. Però oggi i pellegrini ci portano statue del Sacro Cuore e immagini. Posso dire che sono cresciuto a latte materno e Sacro Cuore.
L’altro esercizio che proponi per guarire dalle ferite del cuore è di trasformare l’ira in preghiera. Come fai?
Padre Pio aveva un temperamento burbero e iroso, però lui diceva che se soffri devi offrire, cioè ha plasmato il suo carattere: prendeva la rabbia derivante dalle ingiustizie che subiva e la metteva dentro il Cuore di Cristo che la trasformava in gioia e carezza. Non si tratta di reprimere la rabbia o di bloccarla e negarla, che poi ti torna contro, ma di donarla a Cristo.
Dedichi il libro a tua madre ma chi sono i tuoi maestri?
La mia famiglia mi è maestra. Non a caso la Madonna è venuta in una famiglia e per la famiglia oggi così attaccata. Poi fin da piccolo ho respirato la Chiesa universale: abbiamo un padre spirituale da 30 anni, che peraltro non credeva alle apparizioni. Quando poi arrivò qui, e invece di una famiglia perfetta vide papà stanco per il lavoro, Jessica e Davide che litigavano e mamma con i capelli "in piedi" perché impegnata a gestire i figli e la stampa, si convinse della veridicità dei fatti. Il padre ci aiuta da allora a vivere la fede e ad affrontare la vita quotidiana e familiare con le sue fatiche e le sue gioie. È in questo alveo che è nata la mia vocazione sacerdotale. La prima volta che sentii questa chiamata era il 2005, ero piccolissimo e il vescovo della città, Girolamo Grillo, stava celebrando la Messa qui a casa. L’amore che ho ricevuto e accolto lo voglio ridonare a chi non lo conosce.
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