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NATALE IN NIGERIA

I terroristi islamici tornano ad uccidere i cristiani

L’11 dicembre i miliziani di Boko Haram, uccidendo almeno dieci persone, si sono fatti esplodere in un campo profughi. Due erano catechisti chiamati ad assisterli. La Chiesa resta al fianco della popolazione che soffre di "nevrosi un tempo del tutto assenti”.

Nigeria. Due catechisti sono tra le vittime di un attentanto compiuto da Boko Haram in Nigeria. L’11 dicembre dei miliziani suicidi sono riusciti ad entrare in un campo profughi allestito nello Stato nordorientale del Borno e si sono fatti esplodere uccidendo almeno dieci persone.

Il portavoce della diocesi, padre Gideon Obasogie, ne ha dato notizia nei giorni successivi sottolineando che i jihadisti di Boko Haram, pur essendo stati costretti ad abbandonare i territori conquistati nel 2014, costituiscono tuttora una minaccia per la popolazione. I due catechisti erano stati inviati nel campo di Minawao dalla diocesi di Maiduguri, capitale del Borno, per assistere i profughi. A causa dell’insicurezza in cui è costretta a vivere, ha spiegato padre Obasogie, “la popolazione soffre di disturbi che vanno dalla paura dell’avvenire a vere e proprie nevrosi, patologie che un tempo erano del tutto assenti”. Nonostante i rischi e le preoccupazioni molti sfollati però stanno tornando a casa.

La Chiesa cattolica, oltre a garantire la presenza dei propri sacerdoti anche dove chiese, canoniche, scuole e ambulatori sono stati distrutti, li assiste concretamente. Di recente la diocesi di Maiduguri ha allestito, tra l’altro, un ambulatorio mobile per provvedere ai bisogni più urgenti.