Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Galdino a cura di Ermes Dovico
LE VERITA' TACIUTE

I media non parlano delle proteste contro il Green Pass

Certe volte una notizia non data fa discutere più di quella che viene sparata in prima pagina. Le manifestazioni di sabato contro l’obbligo di Green Pass sono un esempio. Lo sciopero dei camionisti è un altro esempio. Ma sono solo sintomi di una malattia più vasta che coinvolge tutti i media.

Attualità 30_09_2021
Manifestazione contro il green pass a Milano

Certe volte una notizia non data fa discutere più di quella che viene sparata in prima pagina. Le manifestazioni di sabato contro l’obbligo di Green Pass sono un esempio. Lo sciopero dei camionisti è un altro esempio. Ma sono solo sintomi di una malattia più vasta che coinvolge tutti i media.

La manifestazione contro l’obbligo di Green Pass a Roma è diventata celebre, nei media e nei social media, per l’intervento della vice-questore Nunzia Alessandra Schilirò. Ci si interroga sull’opportunità che una donna delle istituzioni inviti alla disobbedienza civile. Ma manca una domanda fondamentale: quanta gente c’era ad ascoltarla, in piazza San Giovanni? Per la questura c’erano 3mila persone, per gli organizzatori 100mila. Anche se ormai è una consuetudine, due stime così diverse fanno veramente riflettere. Fra tremila e centomila c’è una bella differenza. Dove sta la verità? Le foto (vedi sotto) mostrano una piazza piuttosto piena. Considerando le dimensioni di piazza San Giovanni, forse la versione degli organizzatori è esagerata, ma non troppo.

Quasi all’unanimità i quotidiani titolano con “migliaia di manifestanti”. Migliaia vuol dire da mille a diecimila. Se in piazza c’erano decine di migliaia di persone (più di diecimila sicuramente) che senso ha parlare di “migliaia”? Il quotidiano online Fanpage arrotonda ulteriormente al ribasso e titola “centinaia” e poi aggiunge l’elemento della violenza: “Corteo di no green pass a Roma, poche centinaia in strada, una decina i denunciati”. Forse il titolo parla della manifestazione più estrema che si è staccata da quella più grande, di piazza. Ma chiunque legga, senza entrare nell’articolo, pensa che a Roma siano andati quattro scalmanati che si sono pure fatti denunciare. Il tema della violenza, a latere della manifestazione. Indubbiamente è stato un evento che ha attirato l’attenzione della capitale e dei suoi cittadini. Ma sul quotidiano di riferimento di Roma, Il Messaggero, non se ne trovava traccia in prima pagina.

Se la manifestazione di Roma fosse stato un caso unico, si potrebbe anche capire. Ma ormai il sabato è diventato un appuntamento fisso per chi protesta contro l’obbligo di Green Pass, ormai dalla fine di luglio. Eppure la visibilità mediatiche di questi cortei, sit in, fiaccolate, in tutte le città italiane, è sempre più bassa. Due le modalità di diffondere la notizia, come per Roma: se ci sono episodi di violenza (fossero anche solo insulti) il titolo è su quelli. Se non ci sono episodi di violenza, non si dà la notizia, oppure si parla di “fallimento” dell’iniziativa.

Sullo sciopero dei camionisti, iniziato lunedì e tuttora in corso, si sta seguendo, all’incirca, la stessa strategia. Se non peggio. Chiunque abbia imboccato un’autostrada, o una tangenziale, specialmente nell’Italia centrale o nei pressi delle grandi città, avrà notato un notevole rallentamento del traffico. Vicino a Roma sono state segnalate anche code di oltre quindici chilometri. Nei pressi di Milano almeno cinque chilometri. Questa era la realtà nella prima giornata, poi, come prevedibile, il traffico è tornato ad essere più fluido. Ma la presenza dei camion che procedono lentamente, in protesta, o si fermano, è ormai una costante. Quanti siano i camionisti che hanno aderito alla protesta non si sa. Non ci sono solo camionisti, per altro, ma anche altri automobilisti che hanno deciso di loro sponte di solidarizzare. Ma non sapremo mai le cifre, perché sulle televisioni o suoi quotidiani non si legge nulla, come se la protesta non esistesse neppure. Anche perché la sentenza è già stata spiccata: è stato un flop. “Flop” o altri modi di descrivere un fallimento sono i titoli più ricorrenti in tutte le testate. La notizia è quasi sempre affidata alle cronache locali. Resta però il dubbio, visto il caos sulle strade il lunedì scorso, che la realtà mediatica e la realtà siano molto lontane. Fra chi ha vissuto gli ingorghi e chi ha letto o visto in Tv le notizie sul flop della protesta, c’è un mondo di differenza.

Strano atteggiamento per dei media che sono abituati a coprire ed enfatizzare delle manifestazioni molto più piccole. Ad esempio i Fridays for Future, le manifestazioni ecologiste lanciate da Greta, l’ultima delle quali si è svolta il 24 settembre. Sono state delle manifestazioni indubbiamente meno partecipate rispetto a quella contro il Green Pass (almeno quella di Roma), eppure… quanto tatto, quanta enfasi e quanto rispetto per la causa dei manifestanti!

Ma è anche inutile pensare che vi sia una precisa regia politica dietro a un doppiopesismo così smaccato. Forse la penna dei giornalisti che vorrebbero le cariche della polizia contro i manifestanti “no vax” (e tutti diventano no vax, se non concordano con la linea sanitaria del governo) non riesce a partorire nulla di particolarmente obiettivo. Come dice Aldo Cazzullo, sul Corriere della Sera: «Ho visto da cronista decine di cortei, ma solo davanti al corteo no-vax, per la prima e spero l’ultima volta, ho tifato per l’arrivo della polizia a cavallo».