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Caritas

I cristiani soccorrono i connazionali colpiti da alluvioni in Bangladesh

La Caritas e altre associazioni cattoliche si stanno prodigando per prestare aiuto a milioni di persone sfollate a causa delle inondazioni

Il Bangladesh ha una popolazione per il 90% musulmana. I cristiani sono circa 950.000 su un totale di quasi 170 milioni di abitanti. Per loro la vita non sempre è facile e  sembra che lo stia diventando sempre meno. L’attendibile classifica Open Doors dei 50 stati in cui i cristiani sono più duramente perseguitati nel 2024 colloca il Bangladesh al 26° posto, tra l’Uzbekistan e il Niger, risalito quindi di quattro posizioni rispetto all’anno precedente. Nonostante la persecuzione classificata come elevata, le comunità cristiane si distinguono spesso per la generosità con cui si prodigano per chi ha bisogno, senza fare distinzione di fede. È quel che sta succedendo in questi giorni nelle regioni che sono state colpite da devastanti inondazioni, un’area in cui  vivono più di 5,4 milioni di persone. Secondo il ministero per la gestione dei disastri e dei soccorsi, l’acqua ha sommerso le case di circa un milione di famiglie e si registrano già 52 vittime. Per le famiglie sfollate a causa delle inondazioni il governo ha creato più di 3.000 rifugi provvisori. Ma molte persone dovranno trascorrervi periodi anche lunghi perché dove le acque si ritirano le strade sono impraticabili e inoltre molte abitazioni sono andate distrutte. C’è chi ha perso tutto, casa, beni e mezzi di sostentamento. Tra i distretti più colpiti c’è Cox’s Bazar dove sorge il più grande campo profughi del mondo, allestito per ospitare gli oltre 900.000 birmani Rohingya fuggiti dal Myanmar a partire dal 2015 e per i quali la Caritas Internazionale aveva lanciato un appello già a giugno denunciandone le condizioni di vita estremamente difficili e che lo diventano di più ancora nella stagione delle piogge. Proprio la Caritas, insieme ad altre organizzazioni cristiane, è adesso in prima linea tra i soccorritori degli sfollati. Grazie a loro decine di migliaia di persone stanno ricevendo aiuti indispensabili, di base, come riso e altri generi alimentari, medicinali e capi di vestiario. La Chiesa cattolica inoltre, tramite la Caritas, ha da tempo avviato un progetto per la costruzione di ripari dai fulmini che soprattutto in alcuni distretti causano spesso incidenti mortali. In un solo sottodistretto, quello di Baniachang, sono morte colpite dai fulmini almeno 59 persone negli ultimi cinque anni e in tutto il paese i morti a causa dei fulmini sono in media 300 all’anno. Per proteggere la popolazione il governo nel 2015 aveva progettato di piantare quattro milioni di palme, ma il piano è fallito anche perché gli alberi vengono sistematicamente tagliati e non vengono sostituiti. Al governo era stato anche suggerito di donare alle persone più a rischio delle scarpe di gomma… Il progetto della Caritas consiste invece nella costruzione di tante piccole tettoie sotto le quali pescatori e contadini, le persone più spesso in pericolo – si possono rifugiare durante i temporali. È un rimedio semplice, poco costoso, efficace e duraturo.