Honduras, si rischia il tentato golpe dei "narco comunisti"
Honduras, tre settimane dopo il voto nelle elezioni generali non si sa ancora chi sia il vincitore. L'estrema sinistra perde alle urne clamorosamente, ma tenta la via del boicottaggio e della rivolta.
Elezioni in Honduras, ennesimo tentativo di colpo di Stato della sinistra "narco-comunista" dopo una sconfitta cocente. Nel caos che permane a tre settimane dal voto per le elezioni presidenziali e parlamentari in Honduras, sono ben poche le certezze: il candidato conservatore, cristiano e moderato Nasry Asfura, sostenuto da Trump, è in vantaggio di 24mila voti (al momento in cui sciviamo); la candidata Rixi Moncada, il partito “Libre” e il blocco "narco-comunista" al potere, alleati dei regimi comunisti dell’area e devoti del dittatore Fidel Castro, nonché ammiratori di Nicolás Maduro, sono sconfitti; il governo socialista e liberale uscente ed il suo Presidente Xiomara Castro, leader politica di “Libre” e moglie del precedente presidente e implicato in narcotraffici, Manuel Zelaya, promuovono il caos e invocano la sommossa popolare per mantenersi al potere; il silenzio del mondo mass mediatico liberal socialista dominante sul tentativo di colpo di Stato in atto conferma la partigianeria totale del mondo politico e dell’informazione mondiale.
Lo scorso 30 novembre più di 3 milioni di honduregni hanno votato per eleggere il successore della presidente Xiomara Castro per il mandato presidenziale 2026-2030, si sono eletti anche 298 sindaci, 128 deputati al Parlamento e 20 al Parlamento centroamericano (organismo interstatale). Dopo una serie di alti e bassi nelle operazioni di scrutinio, sin dai giorni successivi al voto il candidato del partito “Nazionale”, Nasry Asfura ha preso e mantenuto un vantaggio solido tra i 20 e i 40mila voti nei confronti (più del 40%) dell’attuale vicepresidente del paese e leader del partito “Liberale” Salvador Nasralla (al 39%), mentre la candidata del partito “Libre”, Rixi Moncada, sostenuta dall’attuale presidente del paese, Xiomara Castro, ha subito una sconfitta netta, attestandosi stabilmente al 19%.
Questa sconfitta netta del partito e del blocco narco-comunista al potere nel paese ha provocato in questi 20 giorni un continuo boicottaggio, sino all’invito alla protesta e sommossa popolare dell’attuale presidente in carica Castro contro, a suo dire, «frodi nel conteggio delle schede e manipolazione elettorale», da parte dei conservatori e non meglio precisate potenze straniere. L’”autogolpe” in atto è causato dalla indubitabile sconfitta, dal rifiuto in ogni caso di riconoscere il risultato elettorale ed il futuro governo del paese, sino a quando… non sarà confermata la propria vittoria popolare.
L’esercito, per ora, si è schierato con qualunque risultato elettorale verrà certificato dalla Commissione Nazionale elettorale che sta, con moltissimi ritardi provocati dal boicottaggio dei rappresentanti dei partiti “Libre” e “Liberale”, procedendo (in diretta video nazionale) allo spoglio “speciale” delle schede contestate di 2700 seggi. Lo spoglio era previsto per il 13 dicembre scorso, ma è iniziato giovedì 18 dicembre, dopo che il Partito Liberale e il Partito Nazionale hanno raggiunto un accordo per avviare la revisione dei verbali elettorali. Inevitabilmente stanno crescendo anche le polemiche interne alla Commissione elettorale che, durante questi giorni di scrutinio speciali, è sottoposta a denunce di brogli e manipolazioni sia da parte del partito conservatore in vantaggio (“Nacional”), sia dal parte del partito “Liberal” che si attesta da poche decine di migliaia di voti dal primo. La presidente del Consiglio Nazionale Elettorale, Ana Paola Hall, domenica 21 dicembre ha lanciato un allarme sullo svolgimento delle operazioni di verifica per le elezioni generali del 30 novembre scorso, denunciando «gravi ritardi». Ha insistito sul fatto che c'è anche un clima di ostilità che minaccia la sicurezza nazionale e la trasparenza del processo perché, ha ribadito, «ci sono settori politici interessati a far deragliare il processo elettorale».
L’unica voce autorevole di un governo estero che si è levata (venerdì 19 dicembre) a difesa del processo elettorale e contro le possibili manipolazioni e i probabili “colpi di Stato” creati ad arte per mantenere al potere i socialcomunisti, è stata quella dell segretario del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Marco Rubio ha annunciato l'introduzione di restrizioni di vario tipo sui visti per i funzionari honduregni responsabili di interferenze nel conteggio dei voti delle elezioni presidenziali del 30 novembre scorso, i cui risultati ufficiali non sono ancora stati pubblicati. Solo dopo Washington, la Missione di osservazione elettorale dell'Unione europea (MOE UE) ha pubblicato un proprio appello al rispetto del voto espresso dai cittadini honduregni nelle elezioni generali del 30 novembre scorso, sottolineando l'importanza di portare a termine senza ritardi il processo elettorale in corso e senza interruzioni o deliberate invalidazioni dei fogli di conteggio che potrebbero alterare i risultati presidenziali.


