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Haiti prega per la liberazione dei religiosi rapiti l’11 aprile

Sono ancora nelle mani dei sequestratori cinque sacerdoti, due suore e due famigliari di uno dei sacerdoti. Per loro è stato chiesto un ingente riscatto

 

 

Il 21 aprile in tutta Haiti  la Chiesa cattolica  ha sospeso le attività di tutti i propri enti e organismi, incluse le scuole e le università, dando inizio a tre giorni di protesta per chiedere la liberazione di cinque sacerdoti, due suore e due parenti di padre Jean Arnel Joseph, uno dei sacerdoti, rapiti domenica 11 aprile e ancora nelle mani dei loro sequestratori (un terzo parente di padre Jospeh, una donna, è stato liberato perché ammalato). Le vittime del rapimento si stavano recando presso la parrocchia di Galette-Chambon, nella città di Croix-des-Bouquets che si trova vicino alla capitale Port-au-Prince, per partecipare all’insediamento di padre Joseph come parroco. Per il loro rilascio è stata chiesta una ingente somma di denaro. Si sospetta che gli autori del rapimento facciano parte di una banda armata nota come “400 Mawozo”. I sequestri di persona sono molto frequenti ad Haiti. “Questo nuovo caso – ha spiegato all’agenzia di stampa Fides padre Renold Antoine, della Congregazione del Santissimo Redentore – è un riflesso del crollo dell’apparato di sicurezza dello stato e del paese. Nessuno sembra essere più al sicuro. I gruppi fuorilegge continuano a seminare paura e tristezza nel cuore della popolazione”. Per la liberazione dei religiosi e dei loro parenti si sono celebrate messe di preghiera per tre giorni e il 23 aprile, a mezzogiorno, le campane di tutte le chiese del paese hanno suonato. Un comunicato della Conferenza dei vescovi cattolici diffuso alla vigilia della protesta nel deplorare l’accaduto assicura che nessun progetto missionario sarà interrotto nonostante la violenza e l’illegalità crescenti: “noi non siamo gente che scappa – ha commentato padre Paul Dossous, superiore generale della Società dei sacerdoti di Saint-Jacques – no, anche se abbiamo paura come tutti gli esseri umani”. Uno dei sacerdoti rapiti opera come missionario ad Haiti dal 1985. Due anni fa è stato vittima di una aggressione durante la quale è stato ferito a colpi di arma da fuoco.