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Islam

Furti, atti vandalici e chiese demolite in Bangladesh

L’intolleranza religiosa lascia una comunità cristiana senza un tetto sotto cui pregare e ne intimidisce un’altra depredando e compiendo atti vandalici nella sua chiesa

 

 

In Bangladesh, paese a maggioranza islamica, in pochi giorni sono state prese di mira due chiese protestanti. La prima è la Emmanuel Church, costruita nel 2003 nel villaggio di Aditmari, nel distretto di Lalmonirhat. Il 10 febbraio quattro individui non identificati ne hanno distrutto l’insegna e hanno tagliato degli alberi. Poi sono entrati forzando la porta d’ingresso e hanno rubato 30 sedie e due tappeti. Secondo il pastore della chiesa, Lovlu S. Levy, gli abitanti musulmani del villaggio sono integralisti che frequentano un centro religioso nel quale si predica odio contro i cristiani specie da quando dei nuovi fedeli si sono aggiunti alla comunità: “quando sono andato una prima volta dalla polizia – ha raccontato all’agenzia di stampa AsiaNews – non volevano raccogliere la denuncia e mi hanno detto di non informare i giornalisti dell’attacco. Ormai viviamo nella paura, dieci nuovi credenti sono scappati dal villaggio per la loro sicurezza”. La seconda chiesa era degli Avventisti del Settimo giorno e si trovava a Sathirampara, nel distretto di Bandarban. Era in costruzione e avrebbe dovuto sostituire la capanna di bambù usata fino ad allora dai fedeli di due villaggi. La comunità aveva risparmiato per 15 anni per mettere da parte il denaro necessario ad acquistare i mattoni e gli altri materiali necessari. Ma il 25 febbraio, mentre era incustodita perché tutti i membri della comunità erano al lavoro nei campi e nella foresta, il dipartimento forestale ha mandato dieci dipendenti a demolirla con la scusa che il permesso di edificazione richiesto era stato respinto. I fedeli inutilmente hanno obiettato che stavano solo sostituendo l’edificio già esistente e inoltre che sullo stesso terreno di proprietà forestale sorgono quattro moschee, tre templi buddisti, quattro mercati e alcune scuole pubbliche e private: tutti edifici per i quali non è stata fatta nessuna obiezione. Sta di fatto che adesso più di cento persone sono costrette a pregare all’aperto e sarà un grosso problema quando arriverà la stagione delle piogge.