Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Espedito a cura di Ermes Dovico
DELITTO IN VANDEA

Francia, omicidio di un prete nel Paese cristianofobo

Padre Olivier Maire è stato assassinato a Saint-Laurent-sur-Sèvre, in Vandea, nell'ovest della Francia. Il corpo senza vita è stato ritrovato ieri mattina, dopo che l’assassino si è consegnato alla polizia. Era lo stesso uomo, immigrato del Ruanda, che aveva bruciato la cattedrale di Nantes. Ed era a piede libero. In Francia la cristianofobia galoppa.

Libertà religiosa 10_08_2021
Saint-Laurent-sur-Sèvre

Un sacerdote è stato assassinato a Saint-Laurent-sur-Sèvre, in Vandea, nell'ovest della Francia. Il corpo senza vita è stato ritrovato ieri mattina, dopo che l’assassino si è consegnato alla polizia. 

Emmanuel Abayisenga, clandestino del Ruanda, dal 2012 in Francia, si è presentato alla gendarmeria di Mortagne-sur-Sèvre, per confessare l'omicidio di padre Olivier Maire. Si tratta dello stesso uomo che l’estate scorsa ha appiccato l'incendio alla cattedrale di Nantes. Era stato rilasciato sotto controllo giudiziario all'inizio di giugno, e in attesa del processo fissato al 2022 si era fatto ospitare dai missionari monfortani di Saint-Laurent-sur-Sèvre. Per farsi accogliere aveva raccontato ai sacerdoti di essersi convertito al cattolicesimo. 

E adesso le autorità seguono ovviamente la pista del caso psichiatrico, niente radicalizzazione. È un nuovo dramma nel cuore dell’estate francese. Ennesimo episodio che racconta come il lavoro più pericoloso in Francia sia oggi il fare il prete, o dirsi cattolici. Perché questa volta non sarà anche il “solito” attentato islamico, ma resta un omicidio in odio alla cristianità.

La Francia è il paese d’Europa in cui annualmente si consuma il maggior numero di episodi e violenze contro i simboli e le persone del cristianesimo. Solo nell’ultima settimana e solo in Francia, in sequenza a Lingueuil en Touraine è stata svaligiata una chiesa; la cappella di Pietat, tra Lourdes e Argelès-Gazost è stata oggetto di profanazioni varie; la porta della chiesa di Sainte Thérèse a Rennes è stata distrutta nella notte dopo che qualche settimana prima avevano danneggiato il rosone della chiesa e a Notre-Dame a Nizza un immigrato ha tentato di rubare un baule antico dalla chiesa. Sorpreso ha minacciato di morte i fedeli e il sacerdote. Una minaccia che riecheggia ancora nella stessa basilica dove, lo scorso ottobre, un tunisino decapitava in nome di Allah tre cattolici. 

Vandalismi, incendi dolosi, e senza mai un colpevole, profanazioni e attacchi di vario genere, sono sempre più diffusi. I media francesi finalmente stanno cominciando ad aprire dibattiti sulle cause dell’odio anticristiano. Si cerca di capire cosa rappresenta quest’ondata di cristianofobia, ma per adesso tutto precipita nel vuoto e nel dimenticatoio. Un po’ come i cinque anni dall’attentato islamico in cui perse la vita padre Hamel. 

Gli attentati contro il cristianesimo sono aumentati addirittura del 285% tra il 2008 e il 2019. In un solo mese, prima della cattedrale di San Pietro e Paolo a Nantes, un incendio ha devastato la cattedrale di Saint-Pierre a Rennes, un altro ha distrutto il tetto e la sagrestia della chiesa di Saint-Paul a Corbeil-Essonnes, vicino a Parigi, un altro ancora ha avvolto tra le fiamme l'abbazia di Ligugé, a Vienne. Triste cronaca di un mese ordinario in Francia. 

Quando abbiamo intervistato il vescovo di Fréjus-Toulon, Dominique Rey, ci ha detto che gli attacchi contro le chiese in Europa avvengono nel contesto di una società europea caratterizzata dalla laicità, dal nichilismo, dall'edonismo, dal relativismo culturale e morale, dal consumismo e dalla diffusa perdita del senso del sacro. Nel 2016, Les cloches sonneront-elles encore demain? (Le campane suoneranno ancora domani?), di Philippe de Villiers, raccontava della "figlia prediletta" della Chiesa cattolica, la Francia, che si sta trasformando nella "figlia prediletta dell'islam". "Con arroganza, ci spingono a riscrivere la storia di Francia alla luce del 'contributo della civiltà islamica'", ha scritto de Villiers.

Una delle ragioni per le quali l’odio anticristiano viene sottovalutato dal governo francese viene anche dalla paura di alimentare la cosiddetta islamofobia, cioè la preoccupazione che alcune persone incolpino istintivamente i musulmani, ragion per cui si pensa che nascondere le notizie o non contestualizzarle sia il palliativo migliore. Fra il 2008 e il 2020 i crimini d’odio sono quadruplicati. Così la Francia del 2021 non sembra molto lontana da quella immaginata su Le Figaro da Marcel Proust ne La morte delle cattedrali. Lo scrittore credeva che, un giorno, le cattedrali francesi sarebbero state trasformate in case da gioco. La storia gli sta dando ragione: oggi molte chiese sono state trasformate in discoteche, pub, ristoranti, palestre, centri islamici. Altre sono state demolite per fare spazio a parcheggi, centri commerciali ed edifici residenziali. 

Secondo i rapporti annuali sui crimini anticristiani, in Francia e Germania, gli attentati sono causati prevalentemente da ondate migratorie a prevalenza musulmana. In Spagna è vero fino ad un certo punto: in molti casi la matrice è anarchica o femminista. L’obiettivo è però comune: cancellare tutti i simboli religiosi dalla sfera pubblica. L’ultra-laicità francese sta minando le fondamenta di tutta la società. Sono state gettate le basi per la scomparsa non soltanto della religione dalla vita pubblica, ma della fede dal popolo francese. Perché quando un sacerdote è assassinato e una cattedrale diventa un museo, la civiltà non ha una casa. Chiese chiuse, culle vuote e morte di una civiltà. Che non è esattamente una tra le tante.