Floribert Bwana Chui bin Kositi sarà beato
Il giovane, funzionario di dogana in Congo, fu torturato e ucciso per aver rifiutato ripetutamente di farsi corrompere
Il 15 giugno sarà beato Floribert Bwana Chui bin Kositi, un giovane congolese. Floribert era un funzionario della dogana, impiegato a Goma, alla frontiera tra la Repubblica democratica del Congo e il Rwanda. Era commissario alle avarie. Suo compito era accertarsi della qualità dei prodotti importati, esportati e locali, verificare la loro conformità alle norme nazionali e internazionali. Gli era stato a più riprese offerto del denaro perché facesse entrare nel paese dei carichi di cibo avariato e lui aveva sempre rifiutato consapevole del danno alla salute che quei prodotti arrecavano. Per questo il 7 luglio 2007 fu rapito e ucciso. Il 9 luglio il suo cadavere fu rinvenuto in un terreno incolto. Risultò che era stato torturato prima di essere ucciso. Aveva solo 26 anni. Lo scorso novembre Papa Francesco ha riconosciuto il suo martirio in odium fidei, “in quanto legato – si legge nella sua biografia pubblicata sul sito web del Dicastero delle Cause dei Santi – alla corruzione e al culto del denaro ad ogni costo, che inquina il futuro e le speranze dell’Africa. La sua resistenza al male è un segno di speranza e di resurrezione per la martoriata regione del Kivu, attraversata da anni da una dolorosa guerra civile, aggravatasi negli ultimi mesi, ma anche per tutti i giovani del continente che rappresentano la grande maggioranza della sua popolazione”. Floribert era attivo nella Scuola della Pace di Sant’Egidio di Goma. La sua beatificazione si terrà nella Basilica di San paolo Fuori Le Mura e sarà presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi. Alle cerimonia saranno presenti monsignor Willy Ngumbi, vescovo di Goma, il cardinale Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa, la capitale del Congo, e altri rappresentanti della Chiesa cattolica congolese. Papa Francesco ne aveva ricordato il sacrificio portandolo a esempio quando nel 2023 si era recato in visita nella Repubblica democratica del Congo. Rivolgendosi ai giovani, allo Stadio dei Martiri di Kinshasa, “un giovane come voi – aveva detto – venne ucciso a Goma per aver bloccato il passaggio di generi alimentari deteriorati che avrebbero danneggiato la salute della gente. Poteva lasciare andare, non lo avrebbero scoperto e di avrebbe pure guadagnato. Ma, in quanto cristiano, pregò, pensò agli altri e scelse di essere onesto, dicendo no alla sporcizia della corruzione”.