Riad ricatta Mosca per rovesciare Assad
Il crollo improvviso dei prezzi del petrolio non danneggia i maggiori Paesi produttori del Golfo. Danneggia, semmai, sia la Russia che l'Iran, i maggiori sostenitori di Bashar al Assad in Siria. Ed è qui che la strategia saudita appare chiara, alla luce anche dei nuovi attentati islamici in Cecenia: far pressioni su Mosca per indurla ad abbandonare Damasco.
"Fallo protetto", la Coop si infila nel preservativo
Si chiama “Fallo protetto”, è il claim concepito (si fa per dire) dalla Coop per la sua nuova gamma di preservativi low cost. Con il profilattico a marchio Coop, la holding rossa della grande distribuzione si infila in un mercato che vale 82 milioni di euro. Un'operazione mascherata dalle solite panzane dell'eticamente corretto.
Proposte fiscali punitive per il non profit e la previdenza
Nella disperata ricerca di nuove entrate per far quadrare i conti pubblici il Governo non ha trovato di meglio che proporre l’aumento dell’imposizione fiscale sulle rendite finanziarie di soggetti come le fondazioni bancarie e i fondi di previdenza complementare. È l'ennesimo tentativo della politica di mettere le mani sulle fondazioni.
Ikea, la holding che paga le tasse quanto un'opera pia
Lo sapevate? Ikea, il gigante svedese del mobile low cost e gay friendly ha un segreto. Quello di essere una multinazionale che fattura centinaia di miliardi di dollari, ma che paga le tasse come una ong di Calcutta o un’associazione no profit che distribuisce pasti caldi ai clochard di Parigi. Possibile? Sì, ecco come fa.
Il Giappone doveva crescere E invece...
Il premier nipponico Shinzo Abe aveva fatto un uso smodato della leva monetaria e ha lasciato aumentare il debito pubblico. Il tutto per sostenere la crescita, dopo un lungo periodo di stagnazione. Eppure, nonostante le previsioni di molti analisti, il Paese è entrato in recessione. Perché è una nazione che invecchia.
Ue e crisi economica, il centralismo non è la soluzione
L'economista francese Pascal Salin spiega a La Nuova Bussola Quotidiana, quali siano le cause della crisi economica e la sua possibile soluzione. Per Salin è sbagliato unificare le politiche economiche europee, idea dominante fra i politici: si sommerebbero gli errori nazionali invece che risolverli.
Ci vorrebbe una politica industriale
Il caso drammatico delle Acciaierie di Terni, riportano alla ribalta il destino di grandi insediamenti industriali. Finanza predatoria, stagnazione, latitanza della politica: tutti aspetti che aggravano la crisi italiana e il problema della perdita dei posti di lavoro. Politica e sindacato devono cambiare radicalmente strada.
Tanto lavoro a parole (e quello possibile subito)
Tutti a parlare di lavoro, ma poi finisce che le risse ideologiche frustrano anche le migliori intenzioni del governo. Aldilà delle battaglie sulle regole del mercato, basterebbe però solo una maggiore efficienza di Stato ed enti locali per creare subito migliaia di posti.
La "droga" monetaria presenta il conto
La crisi dei mercati finanziari, che si è accentuata nell'ultima settimana, è causata da politiche monetarie estremamente espansive. Iniettando troppa liquidità, le banche centrali hanno favorito la crescita di bolle speculative. E ora iniziamo a pagare il conto. La nostra classe dirigente non l'ha capito.
Quella fragile Stabilità voluta da Renzi
Una Legge di Stabilità piena zeppa di contraddizioni: più spesa pubblica, ma risparmi (soprattutto a spese delle Regioni), taglio dell'Irap, ma aumento del debito, nel rispetto dei paletti europei. L'unica logica è quella elettorale: Renzi mira a ingraziarsi tutte le categorie.
Sanzioni, si avvicina il "generale inverno"
Quanto sarà fredda la nuova guerra con la Russia? Per ora alle sanzioni finanziarie occidentali, Putin risponde con l'embargo sul settore agroalimentare e la minaccia di tagliarci il gas. La partita è appena incominciata. Vince chi terrà duro al prossimo inverno 2014-2015. Come ai tempi di Napoleone.
«L'importante è cambiare la cultura del lavoro»
L'articolo 18 è solo un aspetto del problema. La proposta di Renzi, il Jobs Act, riguarda tutto il sistema. Roberto Corno, esperto di ricerca e selezione del personale, commenta questa nuova riforma. "Avrà pure una scarsa efficacia pratica. Ma intanto contribuisce a cambiare la cultura del lavoro". Ecco perché.