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Vietnam

Durante la Quaresima i cattolici dell’arcidiocesi di Ho Chi Minh City donano sangue

Tra le attività caritatevoli che i cristiani svolgono in preparazione della Pasqua c’è anche la donazione di sangue, un gesto importante in una società in cui la pratica incontra molte resistenze

In Vietnam ogni anno i cristiani trascorrono la Quaresima moltiplicando le iniziative benefiche e caritatevoli. Anche quest’anno, nella sua lettera pastorale, monsignor Joseph Do Manh Hung, amministratore apostolico dell’arcidiocesi di Ho Chi Minh City ha esortato i fedeli “a ricevere i sacramenti, in particolare quelli della penitenza e dell’eucarestia, pregare e svolgere attività sociali e caritatevoli nelle chiese”. Una delle iniziative che si ripetono ormai da 30 anni durante l’Avvento e la Quaresima è la donazione di sangue, gesto di grande significato e rilevanza poiché la pratica continua a essere considerata “tabu” in molti ambienti sociali. Quest’anno la raccolta di sangue è iniziata il 3 marzo, in concomitanza con le celebrazioni della domenica. Nella parrocchia di Ha Noi in un solo giorno ci sono state 142 donazioni. Il 6 marzo i donatori nella circoscrizione in cui sorge la chiesa erano già 330. In un’altra chiesa, quella di Nu Vuong Hoa Binh, si sono presentate 66 persone. Padre Joseph Nguyễn Ngọc Tuấn, sacerdote passionista spiega che cosa lo spinge a donare il sangue: “quando ero in seminario, ero in contatto con persone che vivono in regioni remote e isolate. Provo molta compassione per la miseria e la povertà che affliggono le minoranze etniche. I tribali hanno bisogno di assistenza medica. Pertanto, voglio donare gocce del mio sangue per i poveri”. “Quando ho partecipato alla donazione di sangue per la prima volta, avevo paura! – confessa Peter Phạm Nhật Thanh, responsabile dei catechisti della parrocchia – ma la seconda sono stato più coraggioso. Da allora, ogni volta che dono il sangue, mi sento meglio. Per questo partecipo spesso a questa iniziativa, grazie alla quale è possibile salvare le vite delle persone nella comunità”.