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SACRO COLLEGIO

Due giorni cardinalizia tra i rumors sul conclave

Inizia, a sette anni dalla precedente, la riunione dei cardinali quasi al completo sulla recente ridefinizione della Curia, già entrata in vigore. E forse sulla successione a papa Francesco, stando a crescenti voci mediatiche. Bocche cucite tra gli elettori del futuro Papa, molti dei quali hanno per la prima volta l’occasione di incontrarsi.

Ecclesia 29_08_2022
concistoro2022

Si apre questa mattina in Vaticano l'attesa riunione dei cardinali sulla nuova Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium. La riforma della Curia, però, potrebbe essere marginale in questa due giorni che arriva a più di sette anni dalla precedente. Era il 12 febbraio del 2015 quando Francesco riunì per l'ultima volta tutti i cardinali e anche all'epoca lo scopo era quello di riflettere sugli orientamenti e le proposte per la riforma della Curia.

Una riforma che, però, è già entrata in vigore lo scorso 5 giugno e su cui ci sarà poco da discutere dal momento che – come anticipato dal sito Dagospia – è già stato comunicato ai membri del Collegio che non saranno previste domande o interventi al termine della lettura della relazione scritta dal segretario del C9, monsignor Marco Mellino. Alla luce di ciò, in questi giorni ha preso sempre di più piede l'ipotesi che questa riunione possa servire ad altro e magari riguardare la questione della successione.

Un rumor che si sta diffondendo in ambienti anglosassoni e che è stato rilanciato anche dalla firma di The Spectator Damian Thompson vorrebbe addirittura il Papa pronto a nominare un vescovo coadiutore di Roma destinato poi a succedergli. Uno scenario clamoroso e che potrebbe trovare l'opposizione di una parte consistente (ma difficilmente maggioritaria) del Sacro Collegio, sebbene ben 112 su 226 dei viventi (ma i presenti in Vaticano saranno poco meno di 200) siano stati creati da Francesco. Che nella riunione di oggi e domani possa tenere banco il capitolo successione pare crederlo anche Alberto Melloni, punta di diamante della cosiddetta scuola di Bologna, che su Repubblica ha rivelato: «È noto che Francesco sta facendo scrivere una riforma del Conclave: necessarissimo dopo che, per punirsi dell'omertà sugli abusi di cui è stata parte, la Chiesa di Roma s'è imposta un giustizialismo che rende tutti i cardinali vulnerabili e rivelazioni e calunnie indistinguibili».

Le voci, in ogni caso, non vengono confermate dai cardinali giunti nella Città eterna e che sabato hanno partecipato al concistoro per la creazione di venti nuovi confratelli. Bocche cucite tra i protagonisti che vengono interpellati sull'argomento ed un laconico «si vedrà» anche da uno dei più esperti. La cerimonia di sabato pomeriggio, in ogni caso, è servita ai quasi duecento porporati a rivedersi dopo la lunga pausa segnata anche dalla pandemia e a fraternizzare.

L'immagine che traspariva dai capannelli che si sono creati nella basilica di San Pietro è quella di un Sacro Collegio molto diversificato in base all'età e al pontificato di creazione. Tanta voglia di parlare e confrontarsi tra i reduci della stagione wojtyliana e ratzingeriana da una parte, e tra i cardinali bergogliani più influenti dall’altra (gli americani Donald Wuerl e Wilton Gregory e il tedesco Reinhard Marx tra i più loquaci). Meno a loro agio, invece, i cardinali scelti da Francesco dalle “periferie del mondo” e che però saranno decisivi in un eventuale futuro conclave.

Dopo l'invito telefonico del Papa da lui stesso rivelato in Sardegna, anche il cardinale Giovanni Angelo Becciu ha fatto la sua ricomparsa in basilica ed è stato salutato con affetto dai suoi confratelli. Qualche fila più dietro c'era l'australiano George Pell, mai stato tenero con l'ex Sostituto ma che recentemente pare abbia cominciato ad esprimere perplessità sulle modalità con cui il suo vecchio avversario di Curia è stato trattato.

Dopo aver ricevuto berretta ed anello, i diciannove nuovi cardinali presenti – assente il ghanese Richard Kuuia Baawobr, ricoverato non appena atterrato a Roma per problemi al cuore – si sono recati su un minibus al Monastero Mater Ecclesiæ per l'ormai tradizionale incontro con Benedetto XVI a cui ha partecipato anche Francesco. Il Papa emerito, assistito dal segretario monsignor Georg Gänsweinm li ha salutati uno ad uno, conversando e poi riunendosi in preghiera con loro. La giornata si è conclusa con le visite di cortesia al Palazzo Apostolico e in Aula Paolo VI dove i neoporporati hanno salutato parenti, amici e conoscenti. La delegazione più festosa è stata quella del nigeriano Peter Ebere Okpaleke che si è fatta notare anche per gli abiti preparati ad hoc per l'occasione e che ritraevano la foto del vescovo di Ekwulobia. A lui e agli altri neocardinali ha reso omaggio nelle visite di cortesia, tra gli altri, anche l'arcivescovo di Esztergom-Budapest, Péter Erdő considerato uno dei cosiddetti papabili ad un futuro conclave.

Il fatto che buona parte dei membri del Collegio non si conosca tra loro rende molto importanti queste giornate romane per allacciare rapporti e scambiarsi le rispettive idee sulla Chiesa, specialmente con i nomi meno altisonanti. Sempre se i rumors su un possibile cambiamento delle regole del conclave non dovessero trovare riscontro tra oggi e domani.